La bravura di un maestro, però, si vede anche dalla capacità di coinvolgere tutti gli allievi. Ecco perché in Europa League, giovedì in casa del Legia Varsavia (in gruppo anche Insigne, gli esami strumentali al ginocchio hanno escluso problemi), sarà turnover ed ecco perché Sarri è ripartito proprio da quegli elementi che Benitez aveva accantonato. Ghoulam stabilmente titolare, Koulibaly perno centrale e Hamsik di nuovo mezzala: mosse semplici ma vincenti. Le continue rotazioni di Benitez a sinistra, la cieca fiducia in Britos e la posizione ibrida dello slovacco erano stati tra i problemi della passata stagione. Una stagione nella quale Jorge Luiz Frello Filho, in arte Jorginho, aveva messo insieme appena 14 partite da titolare in campionato. L’italo-brasiliano (dallo scorso dicembre è a tutti gli effetti «azzurrabile») soffriva più di tutti il modulo di Rafa. Nel centrocampo a due faceva una fatica tremenda a rincorrere gli avversari e non poteva poi essere lucido nell’impostazione. Insomma, era la brutta copia del calciatore che il Napoli aveva preso dal Verona in comproprietà per cinque milioni. Eppure, quest’estate a cena ad Amalfi, quando ancora non sapeva che sarebbe diventato allenatore del Napoli, Maurizio Sarri ne tesseva già le lodi ricordando il regista ammirato nell’Hellas. Professore di calcio e anche di economia, si è battuto affinché il club azzurro riscattasse Jorginho (nonostante De Laurentiis avesse acquistato Valdifiori) convinto che sarebbe diventato un patrimonio tecnico per la sua squadra.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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