Sarri è solo un ignorante o anche un omofobo? Per la giustizia sportiva il confine è molto sottile, a dispetto della bestialità dell’insulto, evidente e senza scusanti. Mentre le possibili sanzioni, la zona del codice in cui nelle ultime ore si è mosso Giampaolo Tosel, il cui verdetto è atteso in giornata, è molto ampia, dal minimo al massimo un oceano in cui da ieri sguazzano eserciti di polemisti e complottisti. Dall’ammenda (e più) prevista per la normale condotta ingiuriosa ai quattro mesi (almeno) di inibizione (e una multa tra 10 e 30mila euro) con cui viene sanzionato un comportamento discriminatorio. Sempre che lo si riconosca, ovviamente. Il primo dubbio si insinua qui: come verranno valutati i «frocio» e «finocchio» riferiti da Roberto Mancini? L’articolo 11 del codice di giustizia sportiva, al comma 1, recita che «… costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica…». Chiaro. Ma non basta. Per il giudice sportivo è pacifico che Sarri abbia insultato Mancini. Lo dicono gli atti che gli sono stati inviati ieri mattina da Napoli. Lo ha scritto il quarto uomo, il signor Di Bello, nel proprio referto. Lo conferma la relazione degli ispettori federali che al termine della gara hanno raccolto le deposizioni di Sarri (che ammette) e Mancini. L’offesa c’è stata e una sanzione arriverà. Ma Tosel non crede che il tecnico del Napoli abbia scelto quegli epiteti con l’intento di discriminarlo sessualmente, anche perché, fino ad outing contrario, Mancini non è omosessuale. Quindi, Tosel ritiene che quei termini Sarri li abbia scelti, maldestramente certo, ma «solo» per insultare il collega dell’Inter, senza l’aggravante omofoba. Insomma, come se lo avesse semplicemente mandato a quel paese, in un momento di particolare rabbia. Dunque, Sarri non si sarebbe comportato da «razzista», come lo ha definito Mancini, ma, appunto, semplicemente da ignorante. Di conseguenza (e codice alla mano), dai quattro mesi per comportamento discriminatorio, che andrebbero scontati in tutte le competizioni, si scenderà ad un massimo di due giornate, da scontarsi esclusivamente in coppa Italia (la prossima). Anche Mancini, espulso, sarà fermato: un turno. Questo sarà il verdetto di Tosel. Finita qui? Non è detto. L’articolo 33 (al comma 4) del codice di giustizia sportiva conferisce al presidente federale, anche su segnalazione dei presidenti delle leghe, il potere di presentare reclamo. Cioè, Tavecchio potrebbe appellarsi perché insoddisfatto delle due giornate di squalifica comminate a Sarri per il «frocio» e il «finocchio» dati a Mancini.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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