Stasera, senza neanche bisogno di giocare, il Napoli potrà già brindare alla sua prima Champions League. Infatti basterà che la Lazio non vinca contro la Juventus perché il quarto posto degli azzurri diventi aritmetico visto che – con lo scontro diretto Udinese-Lazio in programma domenica prossima – solo una delle due può superare quota 68, i punti già conquistati dal Napoli, mentre la Roma resterà comunque dietro per gli scontri diretti – e dunque il quarto posto è garantito con tre giornate d’anticipo: una situazione nemmeno sognata dal club nell’estate scorsa.
Ma al di là di una stagione straordinaria, che Cavani e compagni possono ancora concludere al secondo posto, a Napoli tiene banco la questione che riguarda il futuro di Walter Mazzarri, che anche dopo la vittoria col Genoa ha parlato chiaro: “Ne parlerò a fine stagione con la società”. Cioè con Aurelio De Laurentiis, il presidente col quale il feeling non è quello di qualche tempo fa.
Dietro le parole dette, che hanno il loro peso, ci sono delle altre cose. Alla base del momento di crisi nel rapporto De Laurentiis-Mazzarri c’è lo scontro di personalità molto forti. Ognuno crede di essere più indispensabile dell’altro nella guida della squadra-società e da un po’ di tempo il dialogo si è interrotto senza che questo abbia avuto – va detto a garanzia della professionalità di tutti – un’influenza sul rendimento della squadra, che intuisce la situazione. Il tecnico crede, a ragione, di aver fatto un miracolo in questa stagione lamentando, invece, difficoltà e mancanze in una società ancora poco organizzata a certi livelli, che De Laurentiis continua a mantenere a propria immagine e somiglianza. Da qui il gelo, alimentato dalle voci di mercato e anche da alcune incomprensioni su questioni di “immagine”.
La Juve in effetti incalza Mazzarri. E De Laurentiis dopo aver fatto dichiarazioni di grande sicurezza – “La Juve se lo sogna Mazzarri, l’ho blindato”, ora ci va più cauto, perché ha capito che se non vuole ulteriormente stizzire il proprio allenatore è meglio chiarire all’interno. L’allenatore a Napoli sta benissimo e lo ha ribadito, ma al tempo stesso sa benissimo che non si potrà affrontare una Champions facendo solo mercato “creativo” come l’estate scorsa.
Ottiche diverse sul mercato – Sì perché l’intuizione del tecnico – rinunciare a Quagliarella, per Cavani – è stata la fortuna di De Laurentiis che non ha speso nulla perché ha voluto pensare solo a tenere a posto il bilancio. E così in mancanza d’altro Lucarelli diventa il centravanti mancante e Yebda il mediano indispensabile, a costo quasi zero. Mazzarri sa che se è andata bene una volta, difficilmente potrà ricapitare. Specie con una Champions da affrontare. E va bene parlare, come fa De Laurentiis, di un club modello Barça, ma poi questo va coniugato con una organizzazione che ancora il tecnico non ritiene all’altezza. E non è un caso che dopo il successo con il Genoa, Mazzarri abbia sottolineato: “Tutte le italiane hanno sofferto in Champions. Questo vuol dire che il livello è altissimo e ci vogliono tante cose per poter onorarla al meglio, senza essere meteore o, addirittura, fare brutte figure. Non è tanto il numero, è la qualità dei 22 che, per fare certe competizioni, devi avere più alta possibile, a livello di doppi ruoli”.
Un messaggio chiaro. Mazzarri non vuole andarsene a ogni costo, ma per rimanere vuole quelle garanzie che finora De Laurentiis non gli ha potuto/voluto dare. E per affrontare il discorso aspetta la fine della stagione, pronto ad assumersi le proprie responsabilità rischiando di restare fermo, nonostante abbia ancora un biennale. Walter è fatto così: lo sanno bene a Reggio Calabria, Livorno e Genova (sponda Samp) dove queste cose le ha già fatte. Intanto uno striscione in curva ha evidenziato che anche i tifosi capiscono cosa sta succedendo e aspettano di capire meglio le cose, rispettando la schiettezza di Mazzarri.
Esempio non casuale – E parlando del futuro, dopo aver battuto il Genoa, l’allenatore ha detto: “Io dico la verità. Si stanno facendo tanti discorsi su di me quando, faccio un esempio, lo scorso anno la Sampdoria è arrivata in Champions, sapevamo già da tre mesi che l’allenatore, probabilmente, non rimaneva a Genova, e nessuno ha fatto tutto questo can can. Per me essere seri vuol dire: prima si raggiungono gli obiettivi, si vede dove si è arrivati. Poi, ci mettiamo a tavolino, ognuno fa le sue considerazioni. Allenatore e società”. Esempio non casuale visto che Delneri finì alla Juve, dove ora può andare il livornese. Ma attenzione a non dare per scontato il finale: De Laurentiis se vuole può guardare negli occhi Mazzarri e ritrovare quell’intesa che ha fatto grande il Napoli. Però dovranno volerlo entrambi.
La Redazione
C.T.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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