Filippo Improta si definisce un «napoluruguaia no»: da una decina d’anni è il reggente del Consolato dell’Uru guay in città. Gli uffici sono a Chiaia,ma lui la domenica si tra sferisce allo stadio San Paolo: «Io sono un tifosissimo, da sem pre». Un tifoso speciale perché, per via del suo lavoro, ha avuto la possibilità di conoscere tutti i giocatori uruguaiani transitati da queste parti: «Da Fonseca a Bogliacino passando per Amo dio. Gli unici che non hanno mai avuto bisogno di noi sono pro prio Cavani e Gargano. Quando è stato il compleanno del Mata dor, però, gli ho inviato una lette ra di auguri da parte del Conso lato». La finale di Coppa Ameri ca e la dedica dei due alfieri az zurri ai napoletani lo hanno dav vero emozionato: «Da sempre c’è grande feeling tra il popolo uruguaiano e quello napoletano, ma adesso si è rafforzato pro prio in virtù della presenza qui di Cavani e Gargano». Tanto è vero che adesso al suo Consolato tutti fanno la medesima richie sta: «Gli uruguaiani che arriva no qui e si rivolgono a noi —chiude il suo intervento Improta —, non fanno che chiederci se orga nizziamo anche delle visite al centro sportivo del Napoli». Già, a Capri, Ischia e Sorrento sarebbe il caso di aggiungere Castel volturno tra le mete preferite dei turisti uruguaiani che giungo no nella città.
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
D.G.
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