Napoli trema. Dopo la pubblicazione delle ammissioni dell’ex portiere di riserva del Napoli Matteo Gianello, la principale preoccupazione è su quanto possa rischiare il club. Il legale del calciatore, Vincenzo Siniscalchi, sulle radio locali interviene per minimizzare e parlare di «notizia vecchia che non preoccupa».
Giustizia sportiva Siniscalchi è un ottimo penalista, ma forse dimentica che il diritto sportivo è altra cosa. Innanzitutto la prescrizione: quattro anni per le società e otto per i tesserati rende non troppo «vecchia» la notizia. Una notizia che del resto lui conosceva ma non il pubblico. C’è poi il problema della responsabilità oggettiva: l’illecito sportivo è un reato di «pericolo» e per la giustizia sportiva è sufficiente il tentativo. Per sua ammissione (alla firma per approvazione del verbale reso davanti ai pm di Napoli da Gianello Siniscalchi era presente) il portiere di riserva del Napoli (almeno all’epoca dei fatti) avrebbe proposto a Grava e Cannavaro un illecito per Sampdoria-Napoli. Sempre per sua ammissione lo ha fatto spinto da Silvio Giusti che voleva la certezza della vittoria dei liguri per scommetterci e, sempre Giusti, gli avrebbe offerto soldi da dare ai compagni di squadra. Purtroppo questo è sufficiente per la giustizia sportiva almeno per deferire per illecito sportivo Gianello. E tanto è sufficiente, visto che Gianello era tesserato del Napoli, per deferire la società per responsabilità oggettiva.
Quanto rischia Il Napoli alla lettura delle sole ammissioni di Gianello è parte lesa e questo dovrebbe ridurre al minimo eventuali penalizzazioni, purtroppo il solo coinvolgimento in indagini su illeciti sportivi preclude la partecipazioni a competizioni europee come spiega il pezzo sopra. Ora bisogna aspettare solo che il pool «reati da stadio» guidato da Giovanni Melillo chiuda ufficialmente le indagini per capire anche a livello penale quali saranno le accuse per gli indagati per «concorso in frode sportiva» che, ricordiamo, oltre a Gianello sono Silvio Giusti e i fratelli Federico e Michele Cossato, l’esame tecnico sui computer di questi ultimi tre non avrebbe dato ulteriori novità investigative.
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
C.T.
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