Destinazione Dubai, non Cortina d’Ampezzo. E il mercato (quello calcistico) stavolta non c’entra… Perché no: il prossimo film di Natale, prodotto dal presidente Aurelio De Laurentiis, ha già in casa il suo interprete d’eccezione. Mica uno scherzo: Paolo Cannavaro, capitano del Napoli e occhi più azzurri di Paul Newman, è pronto al debutto. «Aspetto la chiamata del “Pres”, mi faccio già trovare lì, ho trascorso le scorse vacanze natalizie nell’ emirato, a dicembre ci torno con tutta la mia famiglia, compreso Fabio». La simpatia e la naturale vocazione alla completezza lo candidano al fianco di Christian De Sica e Massimo Ghini: si annuncia già l’invasione delle sale cinematografiche da parte dei tifosi azzurri…
Che show Il simbolo della Napoli calcistica è lui, c’è poco da fare. Ha vissuto da sempre nel quartiere della Loggetta di Fuorigrotta, ad un tiro di schioppo dal San Paolo: «Scendevo da casa, prendevo una pizzetta al panificio e andavo allo stadio: al Napoli ho fatto anche il raccattapalle. E qui chiuderò la carriera…». Se quella soltanto di calciatore o di attore, si vedrà. Ma, intanto, il bel Paolo si prende la scena e anche un microfono. Per chiarire che lui fa sul serio: l’anno scorso, proprio a Dubai, l’ha fatta grossa, ha inciso con l’aiuto dell’amico Gianluca Carbone una canzone per l’amatissima moglie Cristina dal titolo emblematico, «Sei tutto quello che voglio», e l’ha cantata davanti ai figli Manuel, Adrian (in onore del grande amico Mutu) e Sofia, ai genitori Pasquale (ex calciatore) e Gelsomina, alla famiglia di Fabio e a quella dell’altra sorella Renata: «Perché a Natale ci piace stare tutti insieme, siamo una cinquantina, cascasse il mondo». É stato un trionfo: moglie in visibilio, standing ovation stile San Paolo. E chissà che il difensore non stia già preparando un segretissimo seguito: quando la vena c’è, bisogna assecondarla…
Carisma Primattore, anchorman per i compagni. Il Cannavaro destinato a stupire al cinema e sul palco trae ispirazione guardando i film con Denzel Washington, di cui è fan, e ascoltando tutti i giorni i «Fifty Cent» e il gruppo rap partenopeo «Cosang», «mala mia musica spazia dall’hip hop alla melodia napoletana, a casa mi piace cantare, non c’è solo la playstation ». Ed è pronto a farlo anche per tutti i tifosi. Perché lui, in cuor suo, vorrebbe diventare sì bandiera della squadra (ha 4 anni di contratto),masoprattutto uomo di riferimento per tutti quei ragazzini che saranno la Napoli del futuro: «Ho vissuto 6 anni a Parma e 1 a Verona e posso dire di essere cresciuto: noi napoletani ci lamentiamo, ma poi siamo i primia non aiutarci. Non bevo caffè, ma faccio la raccolta differenziata, dovremmo farlo tutti: Fabio ha creato con Ciro Ferrara la Fondazione che difende i bambini napoletani e ha dedicato loro il Pallone d’oro. Anch’io, che sono capitano della squadra della mia città, voglio fare qualcosa: si parla tanto di cervelli in fuga all’estero, ma chi rimane e sta bene a Napoli deve pensare a chi soffre». E questo non è un film: interpretazione reale di un difensore che, seguendo le orme in campo di Paolo Maldini («Mio idolo»), ha fermato Ibrahimovic, vuole alzare un trofeo («Ci riuscirò, a tutti i costi») e chiede alla sua gente una Champions di civiltà.
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
S.D.
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