Dopo il disastro, il desiderio di tutti per la panchina della Nazionale ha un nome e cognome: Carlo Ancelotti. Ma il sentiero che porta a un «sì» -come spiegano Massimo Cecchini e Andrea Schianchi sulla Gazzetta in edicola oggi – è abbastanza impervio, anche se non impraticabile. L’allenatore emiliano non rifiuterebbe mai a priori il ruolo di salvatore della patria: non ne farebbe una questione di soldi. Ovvero, Carletto sa bene che in Nazionale – pur ipotizzando uno stipendio alla Conte (4 milioni) – guadagnerebbe molto meno di quanto potrebbe offrire un club. Non mancano però gli ostacoli. Il primo è che all’allenatore in questo momento piacerebbe più di ogni altra cosa tornare ad allenare in Inghilterra, e già sotto traccia si sono mossi per contattarlo sia il Chelsea che l’Arsenal. Entrambe, tentazioni fortissime. Ma la vera difficoltà è un’altra. Ancelotti ritiene che la questione c.t. sia secondaria. Occorre innanzitutto un progetto nuovo, uno svecchiamento di idee che prescinda dalle persone, anche se ritiene che difficilmente chi ha governato finora possa esprimere un reale rinnovamento. Per questo le ipotesi alternative non mancano. Conte sembra una pista complicata, mentre una disponibilità può arrivare da Mancini qualora chiudesse con lo Zenit. Discorso analogo per Allegri e la Juve, anche se il tecnico livornese sarebbe tentato da esperienze estere.
Fonte: Gazzetta
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