Il capitano e Genny ‘a carogna. C’è una carta che scotta, un verbale che contiene tutte le frasi pronunciate da Marek Hamsik e Gennaro De Tommaso: a stilarlo è stato un collaboratore della Procura Federale (la Figc ne aveva inviati tre, tra cui una donna) dopo aver seguito da vicino il colloquio. Un lavoro certosino che ha richiesto tempo: erano le 3 della notte tra sabato e domenica quando sono state messe le firme alla relazione. Il passo successivo è stata inviarla a Stefano Palazzi (il loro capo) e al giudice sportivo Gianpaolo Tosel. Non solo, la Digos ha ovviamente preteso una copia del verbale e nei prossimi giorni potrebbe girarla al pm che si sta occupando del ferimento dei tre napoletani. Ma quella carta non è al momento tanto importante per le indagini giudiziarie, lo è invece molto per spiegare come mai un calciatore di A sia stato «costretto» a parlare con i propri tifosi.
«Non c’è stata nessuna trattativa con gli ultrà», è stato detto più volte dalle istituzioni. Ecco, il verbale dimostrerebbe il contrario e farebbe capire come quella mossa sia stata pianificata per garantire non tanto lo svolgimento della partita, ma soprattutto l’ordine pubblico che sarebbe diventato incontrollabile in caso di cancellazione della finale. Riavvolgiamo il nastro e torniamo a sabato sera. Hamsik si avvicina al capo ultrà, sa bene che cosa deve dire. Usa parole misurate, tipo: «Con un tifoso morto non avremmo mai giocato, ma ci hanno assicurato che le cose non stanno così». Genny ‘a carogna non si fida, indica «gli sbirri» e lo mette in guardia da eventuali menzogne. Il capitano dimostra sangue freddo, gli fa capire che ci sta «mettendo la faccia». Insomma, la trattativa è bella che avviata. Da una parte gli ultrà sono convinti che un loro compagno sia stato ucciso e quindi fanno pressioni sulla squadra perché si rifiuti di scendere in campo. Dall’altra il capitano si assume delle «responsabilità»: comunica alla curva che «sì, c’è un ferito, ma non per un agguato tra tifoserie». Cancellare la finale, fa capire lo slovacco, aprirebbe a scenari drammatici. De Tommaso si convince, alza il pollice medio, poi sussurra una frase sibillina che più o meno suona così: «Allora okay, ci metto la faccia anche io. Tanto tutti sappiamo chi siamo e dove siamo». E’ il via libera. Hamsik porta il risultato a casa. L’arbitro Orsato può far iniziare il match.
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