L’allenatore del Napoli Gennaro Gattuso ha parlato ai microfoni di Sky Sport al termine del match vinto contro il Benevento: “Ha la stessa importanza della vittoria con Atalanta o Parma. Era un derby, giovedì avevamo speso tanto e perso una partita che non meritavamo. Sapevamo che sarebbe stata difficile, sapevamo che dovevamo giocare il primo tempo in maniera diversa e abbiamo dato continuità alla gara con l’AZ dove siamo stati molto prevedibili. Nella ripresa è venuta fuori la qualità della squadra. E’ vero che abbiamo avuto tante occasioni, per noi era fondamentale questa partita”.
Tanti giocatori si sono fatti trovare pronti .
“Giochiamo ogni tre giorni e c’è una strada che è quella del lavoro, dell’impegno e della professionalità. Con i cinque cambi il calcio è cambiato perchè negli ultimi trenta minuti tanti giocatori, se entrano nel modo giusto, possono fare la differenza. Con le nuove regole non ci sono titolari o riserve, come Politano che ha fatto due partite molto interessanti, oggi è stato in panchina ed è entrato con la solita veemenza. Bisogna far parlare il rettangolo verde, non aprendo la bocca”.
Reazione nel secondo tempo.
“Lo vorrei sempre io però. Non sempre quando prendi il cazzotto nel muso ti si gonfia. A volte devi mettere i punti e non l’altro giorno lo abbiamo fatto. Non si può regalare il primo tempo. Non dobbiamo pensare che il Benevento ci stenda il tappeto rosso o che le altre squadre facciano trovare la profondità a Osimhen. In questo momento dobbiamo dare continuità di mentalità e prestazione, non sono contento per l’interpretazione. A me non piace giocare linea a linea. Il calcio ormai è cambiato, ci vogliono giocatori pensanti”.
Quanto spiace non aver giocato a Torino?
“Non siamo stati noi a decidere. Qualcuno ha rinfacciato che avessi fatto lo sborrone. Io ho solo detto che in quel momento era meglio andarsi a giocare la partita perchè è un dato di fatto che la Juventus sta provando a fare un qualcosa di nuovo, è vero che a noi mancano giocatori interessanti come Zielinski e Elmas. Io ho detto questo, non siamo stati noi a decidere. Noi fino alle sette meno cinque eravamo sul pullman poi ci hanno detto di non partire. Spero di rigiocarla, di rivedere la classifica reale. E dopo se arriveranno altre decisioni, pazienza. Prenderemo la batosta o non la prenderemo. E’ una squadra che ha 12 punti in quattro partite”.
Il rinnovo?
“Io sono contento di lavorare a Napoli, sono contento di avere a che fare con queste persone che gestiscono la società, sono contento di allenare questi giocatori. C’è un problema: io non credo tanto ai contratti per come sono fatto. Un giorno mi si può chiudere la vena, vedo tre-quattro cose in quattro-cinque differenti e prendo e me ne vado a casa. Il presidente lo sapete come è fatto, vuole tutelarsi con le clausole. Io faccio fatica”.
La togliete la clausola? Non la devo togliere io. Io ho solo detto che amo questa squadra, ci sto benissimo perchè lavoro con delle persone eccezionali. Col presidente e col direttore vado molto d’accordo così come con i giocatori. La voglia è di rimanere. Forse sono fatto all’antica, voglio essere libero e voglio lavorare con tranquillità. Se il presidente mi dice di firmare un contratto di sei mesi lo firmo subito. Mi devo sentire libero”.
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