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Gargano, il piccolo grande uomo che tiene testa ai più forti centrocampisti

Il "Mota" con la sua grinta ha sconfitto i tanti scettici

E’ alto quanto Maradona, un metro e sessantotto centimetri. E come Maradona ha avuto un’infanzia difficile. Ecco perché a Walter Gargano piacciono le sfide; quelle ai potenti del calcio e agli avversari più alti e più grossi di lui. L’altra sera sembrava un gigante al cospetto di Thiago Motta e Sneijeder. E l’olandese s’è irritato al punto da fargli un fallo così grave da scatenare le proteste del Napoli ma non la decisione giusta da parte dell’arbitro, il cartellino rosso. Eppure Gargano si è rialzato e ha ripreso a correre, a portare il suo pressing asfissiante, a far ripartire l’azione nei momenti critici. Ma Gargano aveva giganteggiato anche contro i colossi del Manchester City (con Barry all’andata e con De Jong al ritorno). Nonché in altre partite di Champions. Non è stata una sorpresa, quindi, la sua prestazione contro l’Inter. La sorpresa è stata, semmai, per quei tifosi del Napoli che fino ad un anno fa ne mettevano in dubbio le qualità tecniche e morali. «Hanno detto di tutto sul mio conto – disse Gargano in un’intervista al nostro giornale a fine agosto – addirittura che non andavo d’accordo con mia moglie. Per fortuna, ci sono state persone che hanno sempre creduto in me e sono felice di giocare ancora nel Napoli». Gargano ha un contratto fino al 2015. E’ sposato con Micaela, la sorella di Hamsik. Hanno già un bambino, Matias, ed ora sta per arrivarne un altro. Formano una coppia modello. E sperano che il Napoli possa arrivare sempre più in alto e magari vincere un trofeo quantoprima. Anche la Coppa Italia, perché no. «Mi manca una vittoria in Europa – disse il «Mota» – In Uruguay ho vinto due scudetti con il Danubio, un quarto posto ai mondiali e una Coppa America con la nazionale. Non posso lamentarmi». 

CARATTERE FORTE – Walter Alejandro Gargano ha forgiato il suo carattere attraverso le avversità che gli si sono presentate fin da bambino. Nato a Paysandù, in una famiglia numerosa e poco agiata, si trasferisce da piccolo a Montevideo per cercare di diventare calciatore professionista. Qui incrocia Pablo Bentancur, uno scopritore di talenti che fa da secondo padre a tanti ragazzi pescati nell’entroterra. Lo sistema al Danubio dove approda presto in prima squadra. Ma la statura ha rappresentato sempre un handicap per lui. «Dicevano che ero troppo basso per giocare in Italia. Mi seguivano la Juventus, la Fiorentina, il Catania, il Parma. Poi, spuntò il Napoli e per me fu come un sogno che si realizzava».  Al Napoli è costato poco più di tre milioni di euro. Non fu semplice convincere Reja dell’acquisto. Marino lo impose quasi. Ma Gargano, grazie al suo carattere, si è ambientato prestissimo a Castelvolturno, mettendo su anche famiglia dopo l’incontro con Miska Hamsik.
ORIGINI LUCANE – C’è un paesino della Basilicata, Marsico Nuovo, provincia di Potenza, che stravede per lui e tifa Napoli. Qui sono nati i nonni paterni del centrocampista uruguagio ed è grazie ai suoi antenati che ha potuto ottenere la doppia nazionalità. Gargano ha già visitato una volta il piccolo centro lucano (5mila abitanti). A Marsico Nuovo, l’altra sera, i tifosi dell’Inter non erano dispiaciuti più di tanto per la sconfitta dei propri beniamini, tanto a superare il turno era stata la squadra di quel bassotto che ormai considerano loro concittadino e che guadagna molto meno di Thiago Motta o Sneijder. Ora Il tamburino di Paysandù si prepara alla sfida con il Chelsea dei Lampard, Drogba, Meireles ed altri. Per Gargano più sono famosi e più c’è gusto a fermarli. Avanti, quindi, con la prossima sfida di Champions anche se prima c’è il Genoa, l’avversario a cui ha fatto gol prima di Natale.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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