E ora ch’è finito, un anno intero incartato tra i propri pensieri, niente male tuffarsi nei ricordi e poi spiegazzarli un po’: trecentosessantacinque giorni da Gargano, vissuti meravigliosamente, con l’eco del San Paolo, e gli applausi, e gli ohhh d’ammirazione e la nuova vita cominciata sul più brutto. « E’ stato un 2011 incredibile, nel quale ho raggiunto traguardi impressionanti ».
LA RINASCITA- Nato e poi rinato, praticamente risorto riemergendo dalle ceneri d’una diffidenza infida e sottile: 2011, l’anno di Gargano, el mota che poi a un certo punto diventa l’indispensabile, l’insostenibile leggerezza di un essere che va a cento all’ora, mentre intorno la terra sembra ferma: « E però adesso speriamo di avere continuità e di crescere ancora, in campionato e anche in Champions ». Chi l’avrebbe mai detto, a San Silvestro del 2010, che sarebbe andata a finire così, con uno stadio che l’invoca, dopo averlo fischiato? La vita è una giostra, o anche un pallone: che ora rotola tra i sentieri di un’Europa elitaria, in cui Gargano s’è infilato di slancio a Manchester (sponda City), in una notte tempestosa, con strappi alle coronarie e scariche a tutto gas rimaste nell’immaginario collettivo. Così si plasma un idolo, altro che calimero: e dal 14 settembre, nulla è più stato come prima, perché quel giorno (finalmente!), all’Etihad Stadium, qualcuno ha capito cosa serviva al Napoli di Mazzarri. « Ora però sfidiamo il Chelsea, una grandissima squadra che non è al cento per cento: sono sicuro che quando lo incontreremo, saranno al massimo. Ma noi vogliamo crescere… ».
QUI STO BENE- C’era una volta, ma ormai tanto tempo fa, un Gargano: e, a quei tempi, non c’era granché da spassarsela, sempre in bilico nella riconoscenza popolare, giullare o ciarlatano, con l’indice puntato addosso e il venticello del pregiudizio che spazzolava via l’euforia. Un tormento. Poi arrivò l’estate, la Coppa America con l’Uruguay; e poi ecco Inler, Dzemaili, e un centrocampo nuovo, come el mota rifatto dentro, permeato dalla fiducia del Napoli, infilato in equilibri più solidi, lontano dal mercato e da un divorzio annusato. 14 settembre, la svolta è a Manchester, quando Gargano entra e non esce più, sino all’infortunio di Cagliari, maledetto a furor di popolo: « Io sono felice a Napoli, vivo in un posto bello, caldo e tranquillo. E siamo un gruppo vero ».
VIENI, VARGAS- Buon Natale, non c’è che dire, avvertendo intorno un clima favorevole e aspettando il 2012 per rilanciarsi lievi, a passo di Gargano, che intanto, via etere, dà il benvenuto a Vargas: « L’ho visto giocare nella Coppa Sudamericana, è un grande e sono contento che sia del Napoli ».
MERCATO- In alto i calici, intanto, per brindare a ciò ch’è stato. Ma ciò che sarà del 2012, è ancor tutto da scoprire: raccontano in Portogallo che al Napoli piaccia Osvaldo Nicola Fabian Gaitan (23), centrocampista del Benfica, però argentino di nascita, un prodotto del Boca. Il mercato sta per per cominciare: un velo per volta, please.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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