Per qualche minuto non si sono piaciuti. Iturbe ha visto Florenzi che si scaldava, ha capito che sarebbe toccato a lui. Lo ha capito anche perché sentiva, capiva di non essere in partita. Una di quelle sere in cui puoi provare a inventartene di ogni tipo, ma non te ne riesce una giusta. Ma quello che l’attaccante argentino si è chiesto mentre scorrevano quei secondi che avrebbero portato al cambio è stata una cosa soltanto: «Perché così, perché a secondo tempo appena iniziato?». Una domanda che gli ha rimbalzato nella testa, mischiata alla adrenalina della partita e alla rabbia per la prestazione, è diventata quell’inequivocabile disappunto che tutti hanno visto al momento dell’uscita: anche Garcia, che lo ha redarguito.
E’ stato un momento. E’ già finito. Ognuno ha chiarito le sue posizioni: Iturbe si è scusato, ma si è sentito come additato davanti a uno stadio intero. In effetti un cambio al 7’ della ripresa è curioso, a meno che non sia legato a una situazione contingente (una salvaguardia fisica o, peggio, un infortunio). Si “digerisce” un cambio a fine tempo o dopo venti minuti di ripresa, nei codici non scritti dei rapporti tra allenatore e tecnico. Dopo sette minuti lo stesso cambio diventa un… affronto. E questo nell’orgoglio argentino di Juan Manuel Iturbe non è contemplato. Così come negli schemi mentali di Rudi Garcia, però, non è previsto lo sgarro comportamentale. Ecco perché per pochi minuti non si sono piaciuti. Poi tutto si è ricomposto.
Avanti. In fondo l’orgoglio, se non è portato a estreme conseguenze – e nel caso di Iturbe non lo è – è un sentimento nel quale leggere una serie di cose positive: attaccamento alla maglia, amor proprio, voglia di spaccare il mondo. Quella che ha il ragazzo arrivato dal Verona con la responsabilità di essere l’acquisto più pagato della Roma americana. Non ha avuto fortuna, si è dovuto fermare per un problema muscolare. Insomma ha voglia di rimettere questa stagione dritta, di decollare con la Roma e di vincere. Sì, di vincere uno scudetto a 22 anni.
Per questo ha scelto la Roma, insieme al suo manager Pierpaolo Triulzi (che ieri ha volato verso Buenos Aires). Iturbe è un ragazzo religiosissimo e che si nutre di sentimenti positivi, con Garcia ha chiarito tutto. Ieri era tranquillissimo. Garcia gli ha fatto giocate tutte le partite che contano: dentro con la Juve appena guarito, dentro sempre in Champions. E’ pronto per Napoli .
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