Quando Walter Mazzarri si sbilancia, difficilmente un calciatore acquistato dal Napoli è un flop. La scorsa estate il tecnico toscano aveva insistito molto affinché De Laurentiis e Bigon gli prendessero due elementi della Fiorentina. Il primo era un centrocampista: Valon Behrami. Il secondo un difensore: Alessandro Gamberini. Entrambi avevano vissuto una stagione pessima in casa viola ma nonostante ciò l’allenatore azzurro li volle a tutti i costi. Sapeva di potersi fidare di loro e non si è sbagliato. I soliti sapientoni avevano molti dubbi su Gamberini. Ma come, si chiedevano, hanno acquistato un giocatore dell’81 che arriva da un infortunio? Beh, il bolognese ci ha messo poco a zittirli e a diventare parte integrante del progetto Napoli. Gli è bastato entrare una sola volta da titolare, per di più come centro sinistra, e non è più uscito. Oggi, infatti, può ritenersi un protagonista, come tutti gli altri, dell’ottimo campionato che sta disputando la squadra partenopea. Ha dato sicurezza al reparto grazie all’esperienza e alle qualità che l’hanno sempre contraddistinto. Domani, intanto, sarà atteso da un ritorno in una piazza che l’ha amato per molto tempo e non ha gradito la sua cessione.
Cosa proverà tornando al “Franchi” dopo aver trascorso sette anni in viola? “Sicuramente sette anni sono lunghi, hanno rappresentato una parte significativa della mia carriera. Ma adesso penso solo al Napoli è andrò a Firenze dando il massimo per i colori azzurri. E’ la legge del calcio ma anche il mio modo di pensare. Il capitolo Fiorentina si è chiuso e se n’è riaperto un altro”.
Sono rimasti in pochi nella sua ex squadra ma Jovetic c’è, come si ferma? “E’ un talento, si vedeva già dal primo anno che era forte. Al di là delle qualità, è un ragazzo che ha investito su se stesso ascoltando gli esperti, dai compagni agli allenatori, ha attinto un po’ da tutti. Oggi è cresciuto anche dal punto di vista fisico. Ha grandi ambizioni. Fermarlo è difficile, ma non è lui l’unico pericolo. C’è una squadra di grande livello da temere. Ci mise già in difficoltà all’andata, gioca al calcio partendo dai difensori e cercando la superiorità numerica. Gli esterni sono veloci senza dimenticare Toni”.
Lei è arrivato in punta di piedi e in poco tempo è diventato titolare… “E’ vero. Devo dire che sono arrivato in azzurro da una stagione molto difficile. Anzi le ultime due per me sono state pessime dal punto di vista fisico. Ho avuto problemi che mi hanno condizionato. Già a Dimaro mi sono messo a disposizione del tecnico e della squadra. Sapevo dove ero arrivato. Non è importante essere titolari ma essere parte integrante di un gruppo. Tanti impegni hanno permesso a tutti di dare il proprio contributo”.
Mazzarri, che l’ha allenata a Bologna, l’ha voluta fortemente. A quanto pare sapeva di andare sul sicuro… “Devo essere sincero, il mister ha inciso molto quando ho scelto Napoli. Ha dimostrato di volermi, mi ha dato gli stimoli che mi hanno permesso di dare il 100%. Mi sono rimesso in gioco dopo sette anni a Firenze e la mia è stata una scelta ripartendo da zero. Ho stimoli maggiori, fortunatamente, toccando ferro, non ho avuto problemi fisici. Grazie al lavoro dello staff sto bene”.
È stato utilizzato in tutti i ruoli della difesa a tre, quale predilige? “Devo dire la verità, a Bologna giocavo centro sinistra nella difesa a tre e a quattro. A Firenze ho cominciato a sinistra, con Prandelli poi sono passato a destra. Comunque, non prediligo un ruolo in particolare”.
Un suo commento sull’annullamento della squalifica a Cannavaro e Grava e sulla revoca della penalizzazione… “Sicuramente è stata fatta giustizia. Ci hanno ridato i punti conquistati sul campo. Non è stato falsato il campionato. Per quanto riguarda Paolo e Gianluca siamo contenti che siano di nuovo dei nostri. Anche se hanno dato sempre il solito contributo. Riabbracciamo due calciatori importanti. Quando ci siamo rivisti nello spogliatoio ci siamo detti che il discorso dei punti deve essere uno stimolo, dobbiamo continuare su questa strada intrapresa dopo la sconfitta col Bologna”.
Cosa cambia con questa classifica? “Sono due punti che incidono perché ci fanno agganciare la Lazio. L’atteggiamento nostro deve essere sempre lo stesso. Devono dare una spinta ulteriore”.
Può il Napoli lottare fino alla fine con la Juve? “Sicuramente la Signora è una grande squadra con un grande organico. Difficile pensare che possa avere un calo. Il ritmo che terrà sarà lo stesso del girone d’andata. Siamo comunque lì e abbiamo una grande spinta. E’ motivo d’orgoglio poter competere contro i bianconeri. Personalmente, però, non penso a niente. Penso a dare continuità alle prestazioni. I conti li faremo alla fine”.
Quando disse sì a Bigon si aspettava che a metà campionato potesse trovarsi secondo? “No. Non mi sono mai trovato a queste altitudini. Ho scelto di venire in una grande squadra con giocatori di qualità assoluta. Fare una corsa con la Juve e trovarsi a tre punti, se me l’avessero detto dall’inizio non ci avrei creduto”.
Che significa giocare con Cavani, ma anche con Hamsik e Pandev? “Edi meglio averlo in squadra che da avversario. L’ho detto subito. Qui ci sono dei grandi campioni, e mi riferisco anche a Marek e Goran, che potrebbero giocare in qualsiasi big. Ciò che colpisce è la loro umiltà, la disponibilità. Non mollano mai”.
Ha un manager, Ciccio Romano, campione d’Italia con il Napoli alla sua prima stagione in azzurro. Beh, lo potrebbe imitare… “Sarebbe bello (sorride). Il coronamento di un sogno ma non ci penso. Ripeto, non faccio ipotesi. Di sicuro stiamo facendo bene”.
Il ct Prandelli la conosce bene. Ha mai fatto un pensierino per la Nazionale? “A chi non piacerebbe l’azzurro Italia. In questo momento, però, sono concentrato sul Napoli. Siamo attesi da due trasferte difficili che saranno decisive per il futuro. La Nazionale è bella ma penso al presente”.
Ha un biennale col Napoli con l’opzione del terzo anno… “Napoli è un punto di arrivo. Sarebbe l’età giusta per raggiungere dei traguardi. Sono veramente contento per la scelta che ho fatto. Sarebbe il coronamento di un sogno prendermi delle soddisfazioni. Ripeto, però, adesso penso alla Fiorentina. Mi immagino il calore che ci potrebbe essere nel caso in cui si dovesse avverare quella cosa lì. Ho visto i video della vittoria di Coppa Italia e sono rimasto incantato”.
Che pensa di Napoli e dei napoletani? “Mi sono trovato bene da subito a Napoli. Sono venuto via da Firenze dopo sette anni e non era facile. La squadra mi ha aiutato molto facendomi inserire nella realtà della città. Ho trovato una piazza accogliente e della gente incredibile”.
Vuole mandare un messaggio ai tifosi? “Il messaggio sembra scontato ma non lo è. Li ringrazio per il grande calore e per ciò che ci danno durante le gare. Ci hanno sostenuto ovunque. Giocare al San Paolo davanti a questi pubblico è motivo d’orgoglio. Rimasi già colpito nelle prime amichevoli estive ad agosto. Mai capitato di vedere i pienoni. Già sapevo tutto. Ho giocato a Bologna e Firenze ma quegli stadi non sono paragonabili al San Paolo”.
Fonte: Salvatore Caiazza per Il Roma
La Redazione
S.D.
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