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Gamberini giocherà al fianco di Britos. Mesto sarà a destra

A sinistra giocherà Zuniga, nonostante i voli transoceanici

Il buon giorno si vede dai «fratini», le casacchine arancio o giallo e comunque quei catarifrangenti che nel bel mezzo d’una vigilia d’un giorno da cani, il freddo e il gelo mischiati alla tensione, aiutano a svelare il destino. Lei è fuori, lei è arruolato, lei è nel nel cuore d’una tormenta intestina: e avanti così, adagio, lasciandosi cullare dalle incertezze, dai dubbi, da quello stress che governa il prepartita d’ogni allenatore. Lazio-Napoli è sull’uscio e i pensieri di Mazzarri si accavallano tra i video rimandati nelle sale del «Mancini» e la rifinitura tattica de «la Borghesiana», tra le valutazioni sulle condizioni dei singoli e sull’analisi della imprevedibilità altrui: è un puzzle, però è anche un ruzzle, dal quale – al venerdì sera, poi chissà al mattino del sabato – compaiono i nomi di Gamberini e Mesto. Loro sono dentro. 

DIFESA – E’ tutto un altro Napoli, rispetto al Catania: è una squadra in teoria rivoluzionabile, che s’è ritrovato con (gli ex squalificati) Britos e Campagnaro, che ora ha un Grava in più e sta per trovare Ronaldo, che ha in Cannavaro l’epicentro della manovra difensiva, il regista staccato dal quale far ricominciare l’azione sventagliando sugli esterni. Ma le riflessioni sono ampie, a tutto campo, senza frontiere: Campagnaro s’è fatto novanta minuti in Nazionale, ben spesi, e dunque ha accumulato fatica ulteriore; mentre Gamberini e Britos hanno potuto studiare la Lazio, assorbire gli input. La prima scelta in genere è quella che vale e davanti a De Sanctis, da destra a sinistra, si sistemano Gamberini-Cannavaro-Britos: a naso, si può sospettare che sia la decisione di Mazzarri, il quale raramente sfugge a personali codici di comportamento. 
CENTROCAMPO – Maggio sta poi bene, non proprio benissimo però, se dopo aver intravisto la possibilità di farcela egualmente, chiaramente con tanto di tutore protettivo alla mano sinistra, le gerarchei della rifinitura restino immutate: Mesto ha mostrato di essersi perfettamente integrato negli schemi e negli ambienti, ha conferito alla fascia destra robustezza e corsa, e Mazzarri s’è ritrovato con qualche perplessità. Perché mai rischiare, avendo a disposizione una alternativa di spessore? L’ultimo velo cadrà stamani, quando sul campetto dell’albergo che ospita il Napoli da due giorni sarà possibile ricevere gli ultimi suggerimenti e dunque stilare la formazione: Mesto, che anni fa stava per andare alla Lazio, richiesto dall’ex direttore generale dell’epoca, Gabriele Martino, ha il 60% per cento di cominciare dall’inizio. 
AVVICENDAMENTO – In mezzo, è turn over obbligato: esce Dzemaili, che s’è caricato del giallo rovinoso nel pantano del San Paolo con il Catania, cabina di regia a Inler, che sei giorni fa ha potuto un po’ tirare il fiato e riordinare le idee. Poi Zuniga a sinistra e dalla trequarti in su, è un coro: da tre tenori. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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