Nessuna accusa, ma solo un semplice ricordo. Attraverso TuttoLegaPro.com l’ex allenatore della Nocerina ed ex calciatore della Juve Stabia, Gaetano Fontana, ha voluto circostanziare meglio quanto affermato alla Gazzetta dello Sport in edicola martedì in relazione ai fatti di Salerno e ad altre vicende che lo hanno visto protagonista in negativo per colpe che non ha. I riferimenti sono soprattutto alla retrocessione in C2 della Juve Stabia patita nel 2000, e all’episodio di Salernitana-Nocerina risalente all’epoca in cui era l’allenatore dei molossi.
“Mi sono assunto la responsabilità di ciò che ho dichiarato – commenta Fontana – Lungi da me andare a criminalizzare una città intera quando la colpa è di una minima frangia di persone che vanno a rovinare loro stessi l’immagine della propria città. L’intervista consisteva in sessanta righe estrapolate da una chiacchierata di due ore, quindi per esigenza di spazio sul giornale il mio intervento è stato contenuto nelle sessanta righe. Ho avuto modo di ascoltare anche dopo il giornalista della Gazzetta, e lui ha fatto il suo lavoro in maniera egregia. Giustamente sono stati evidenziati dei passaggi che corrispondono all’attualità: non penso che ci sia nulla di male quando si dice che ancora una volta alcune persone (come è successo a Torre Annunziata) fanno levare le maglie ai calciatori, non so per quale motivo. Comunque l’episodio che ricordai riguardava i play-out della stagione 1999-2000, quando retrocedemmo contro l’Atletico Catania, quell’episodio durò una settimana, circa dieci giorni. La squadra stessa foraggiò il trasferimento di ritorno a una compagnia di trasporti perché non potevamo rimanere lì, e i tifosi catanesi che avevano saputo cosa era successo ci portarono da mangiare nella zona dell’antistadio, perché si era fatto tardi. Al ritorno ci fu una fase concitata, fu legittima l’esternazione di una delusione sportiva perché non doveva andare oltre. Qualcuno dei tifosi stabiesi mi rivolse una frase colorita, che confermo, ma tutto rimase lì. Il problema che pongo io è questo, se bisogna criminalizzare chi pone in essere questi comportamenti o chi li denuncia. Purtroppo quando una persona mi accusa di essere un mercenario e di essermi venduto le partite, si subisce tutto in silenzio, quando invece c’è qualcosa che riguarda pochi tifosi si grida allo scandalo. Sono stato anche ospite a Castellammare in occasione di una rassegna che celebrava il novantesimo compleanno del presidente Fiore, sono arrivato lì anche io e sono stato osannato, e a distanza di molti anni è arrivata una delegazione dei tifosi organizzati per chiedermi scusa di quello che avevano fatto o pensato all’epoca”. ù
E in relazione all’esperienza con la Nocerina cosa ci dice?
“Quella fa parte di un percorso, io ho dei ricordi belli e brutti. Io non criminalizzo Nocera, perché avemmo problemi con una parte della tifoseria. Ho ripetuto che ci sono stati dei Daspo, ma sono stati emessi a colpo sicuro perché non ci sono stati confronti della polizia con il sottoscritto e con la squadra, quindi nessuno ha incolpato gli altri. Noi facemmo presente che non c’erano le condizioni ideali per giocare la partita, ma dico questo perché volevo che si preservasse la regolarità del campionato. Quando la Procura federale ci ha interrogato e ha chiesto se conoscessimo i motivi per i quali la bara di Guido era aperta o meno (parlo di quel tifoso nocerino che era stato assassinato), io non ho mai pensato che lui facesse parte di una cosca mafiosa, ma sapevo che era un tifoso normalissimo che veniva a vedere gli allenamenti, è stata chiesta una delegazione così come tante volte, quando era necessario per un caso particolare. Mi auguro di continuare a fare l’allenatore, ma se qualcuno si scandalizza per ciò che io dico, sarebbe giusto spostare l’attenzione verso chi commette delle azioni, perché queste azioni portano a delle conseguenze”.
Sono situazioni che si trovano dappertutto.
“Infatti, io parlo dell’Italia intera. Parlo di esperienze mie personali e ho la possibilità di parlarne senza filtri, ma siccome sono un figlio del Sud mi piacerebbe vedere determinati atteggiamenti da un popolo che è sicuramente passionale, ma che a volte per la troppa passione va a finire oltre. Le conseguenze poi sono brutte per chiunque, ho delle responsabilità come gli altri, e la mia responsabilità è di non aver avuto la forza necessaria per bloccare la partita della Nocerina. Avrei voluto giocarla, ma in quel momento le condizioni non c’erano. Se si vuole migliorare, non bisogna criminalizzare chi ha la forza di evidenziare alcuni aspetti che ci sono. Evitiamo di fare gli struzzi: se a uno dà fastidio quello che dico, non deve colpevolizzare me che parlo, ma andare a prendersela con chiunque mette in essere delle azioni negative per la propria città”.
Rifarebbe tutto ciò che ha fatto a Salerno?
“Io accolgo il suggerimento di mister Ulivieri: a posteriori è facile, ma queste esperienze servono per imparare. Bisogna andare in campo se si è nelle condizioni giuste per fare le cose in maniera tranquilla, ma siccome le condizioni non c’erano io ho chiesto aiuto a tutti. L’unica cosa che non farei è scendere in campo, perché le condizioni per giocare una partita regolare non esistevano”.
Perché vi sentite ostaggi del tifo?
“Parlavo in generale: ci sono state anche altre azioni dopo Nocera e non hanno avuto lo stesso clamore a livello di sanzioni. In Napoli-Fiorentina a Roma c’è stato un colloquio tra Hamsik e il tifoso napoletano, con una trattativa; a Roma fu sospeso il derby… Ci sono stati casi a iosa, ma non c’è stata mai una presa di posizione contro certe situazioni. Purtroppo sembra un campo franco nel quale tutti possono fare tutto, ma non deve essere così: se si vuole dare un senso al cambiamento bisogna agire. Nel caso della Nocerina ho pagato io che non ho commesso nessun illecito e sto pagando con tre anni e mezzo di squalifica, quando la storia mi ha insegnato che nel calcio gli illeciti sono altri”.
Perché dice che con la Nocerina poteva succedere di peggio rispetto a Castellammare? Per il calcio non è mai morto nessuno in fondo…
“Sì, è vero: una prova certa di quello che sarebbe potuto accadere e non è stato, non ce l’abbiamo. Si sta parlando di eventualità. Ma c’è anche un altro aspetto, che non posso prendermi delle responsabilità per la vita degli altri. Il mio timore era che la squadra in quel momento era scossa, non era nelle condizioni di giocare e mandarla in campo mi sarebbe sembrato un illecito perché dal punto di vista sportivo si sarebbe configurato un caso di slealtà. Io chiesi aiuto a chiunque potesse darlo, al questore, al vicepresidente della Lega, e non sapevo a chi altro potermi rivolgere. Speravo anche che la gara venisse spostata di sede o in un altro giorno, ma per tutelare la squadra e la regolarità del campionato: andando in campo in quelle condizioni non potevamo garantire la regolarità del campionato”.
Il ricordo migliore della Nocerina?
“Sicuramente quello di aver dato un supporto ai giocatori per superare quel periodo negativo. I ragazzi mi hanno dato la fiducia e hanno lavorato sulle cose dove si poteva lavorare. Il risultato è stato la conseguenza di quel lavoro. E dal punto di vista emozionale non posso nascondere che quando facevamo fatica all’inizio nel fare risultati, la Curva ci incitava fino all’ultimo secondo. Sono cose che mi porterò dietro per i tifosi della Nocerina”.
Come sta trascorrendo il tempo ora?
“Grazie alla piattaforma di Sportube.tv ho la possibilità di vedere delle partite di Lega Pro, sto approfondendo gli studi e sto creando anche dei corsi per quelle che sono la comunicazione efficace, la motivazione e come si costruiscono degli obiettivi. È un ramo che è complementare col lavoro che andrò a fare. A parte questa parentesi, prima o poi dovrà finire. Sarò sicuramente in sella e mi presenterò più determinato di prima”.
Chi può arrivare primo nel girone C della Lega Pro?
“Sto seguendo con attenzione questo campionato, sono tante le squadre accreditate. Il Lecce ha avuto un inizio difficile e sta riprendendo la marcia, il Benevento sta facendo un grande campionato, e mi auguro che il Catanzaro venga fuori. Ma devo riconoscere che pure la Juve Stabia sta facendo bene, mi auguro che le venga restituita la categoria che già meritava appieno di disputare”.
La Nocerina è in Eccellenza ed è a ridosso della zona play-off, la segue ancora?
“Sì, fa parte di un pezzo della mia vita. Ormai bisogna anche cercare di guardare avanti: se uno pensa a quello che è stato non va avanti. Io guardo tutte le squadre dove sono stato, quindi almeno la domenica cerco di informarmi sui risultati, Nocerina compresa: sono piazze che potenzialmente dovrebbero stare più in alto”.
I tifosi nocerini vorrebbero muoversi in massa per andare fuori casa, ma le trasferte vengono sistematicamente vietate per motivi di ordine pubblico, allude anche a questo quando dice che certe categorie non fanno per Nocera?
“E’ una passione che è il motore trainante di ogni squadra e di ogni città, ma se questa viene portata in maniera sana e produttiva. Se però le conseguenze sono drammatiche per tutti, è meglio non metterla in pratica. Ho la speranza che quello che è successo non si ripeta più, perché il brutto della vicenda va a macchiare la storia di una città che non è colpevole”.
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