In una terra di sogni infranti, di false aspettative, di perenne scoraggiamento, dove la maggior parte dei giovani è costretta a crescere presto per affrontare il lato duro della vita, dove la maggior parte dei giovani non ha futuro, dove tutto il sistema che ti sta attorno ogni secondo ti ricorda che non ce la puoi fare, nel Napoli c’è una piccola eccezione e quest’eccezione è Gianluca Gaetano.
In questo mondo del calcio dove c’è competizione sin dai pulcini, dove per tutti i genitori i propri figli sono fuoriclasse che meritano la grande squadra, c’è la storia ‘semplice e normale’ di questo ragazzo i cui genitori sono proprietari di una pizzeria.
Gaetano è nato il 5 maggio 2000 e risiede a Cimitile, comune della città metropolitana di Napoli esattamente nel nolano, e ora è allenato da Carlo Ancelotti che nel 2000 allenava la Juventus dei vari Del Piero, Inzaghi, Henry e Zidane, ma il calcio ha questo potere: far incontrare persone che non avrebbero mai sognato di farlo.
Sul numero dieci della Primavera azzurra già ci sono stati forti interessamenti dei club esteri, specialmente Bayer Leverkusen, tutti rimandati al mittente perché la famiglia ha avuto la forza di rifiutare perché convinta che sarebbe stato meglio far crescere il ragazzo senza le pressioni di dover cambiare nazione e lingua. Non è per niente scontato in una terra che ha sempre dovuto convivere con l’emigrazione.
Questa diaspora dei giovani brillanti dalle nostre terre è la vera piaga non solo di Napoli, ma di tutto il sud Italia che è stanco di spogliarsi della propria linfa vitale che potrebbero dare i propri giovani. Gaetano è un’anomalia (come lo è stato Insigne) che può dare un po’ di coraggio e cercare di convincere i bambini e i ragazzi di oggi che con tenacia, determinazione e impegno si può rimanere nella propria terra e ottenere qualche risultato e soddisfazione.
Il giovane talento ha già esordito nel Napoli, è il primo ‘millennial’ del club partenopeo ad averlo fatto, lo scorso 13 gennaio al suo ingresso in campo contro il Sassuolo il San Paolo ha sprizzato gioia da tutti i sediolini occupati perché quando un giovane napoletano esordisce con la maglia azzurra è come se lo facesse ogni tifoso nato all’ombra del Vesuvio.
I video delle sue prodezze hanno fatto il giro del web, in città c’è un continuo domandare su di lui ed è una bella storia da raccontare ma è un ragazzo di diciotto anni appena e bisogna lasciarlo tranquillo di crescere e di sbagliare, non caricarlo di eccessive responsabilità, insomma bisogna non svegliarlo da questo magnifico sogno che sta vivendo.
Gaetano questa sera sarà in panchina nella Scala del calcio e sicuramente si guarderà intorno, non capirà nulla e tremerà per l’emozione perché San Siro fa questo effetto e dovrà godersi ogni secondo di quella fantastica emozione perché sarà il frutto del suo duro lavoro e come Massimo Troisi in Ricomincio da tre, che nel film si chiamava proprio Gaetano, non andrà a Milano da emigrante perché non è vero e tanto meno scontato che un napoletano vada al nord solo per emigrare…
A cura di WILLIAM SCUOTTO
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