La costruzione degli organici in Lega Pro e Serie D è condizionata da una regola: quella che impone un numero minimo di giovani da schierare in ogni partita, i cosiddetti “under” (calciatori nati dopo il 1 Gennaio 1992). Queste categorie hanno tracciato da qualche anno la strada del ringiovanimento del calcio italiano, proponendosi anche come palestre formative per i talenti dei settori giovanili dei club di Serie A. Nei vivai si accelerano i percorsi di crescita, anticipando i passaggi alle varie categorie ed il salto nel calcio professionistico. Questo fenomeno si chiama inserimento sotto età; la crescita si stimola con sfide sempre più difficili. I migliori talenti, sin dagli Esordienti, sono “testati” contro ragazzi più grandi di uno, due o addirittura tre anni. Nel calcio della crisi i vivai sono sempre più importanti e la “produzione” non si può fermare; bisogna tirar fuori continuamente talenti per le prime squadre. La Reggina, una realtà storicamente attenta al settore giovanile, può vantare tra le sue fila il giocatore più giovane del campionato Primavera, un esempio riguardo all’inserimento sotto età dei talenti più puri. Si chiama Mauro Coppolaro, è un difensore centrale classe ’97, a metà novembre promosso dagli Allievi Nazionali, dove era il capitano, alla Primavera di Roberto Cevoli. La Reggina l’ha pescato a Vitulano, in provincia di Benevento, in occasione del torneo “Sport e scuola-insieme si cresce”, giunto alla nona edizione e organizzato ogni anno nel mese di Giugno dall’Asd Di Dio Team, la realtà in cui Coppolaro ha dato i suoi primi calci. Era l’edizione del 2009, l’osservatore Salvatore Laiacona scrutò un giovanissimo difensore che faceva la differenza anche contro ragazzi più grandi di due o tre anni. Il giocatore piaceva anche ad altri club, come la Fiorentina, pronta ad approfittare nel caso in cui la Reggina non avesse chiuso positivamente la trattativa. Laiacona non mollò l’obiettivo sfruttando i buoni rapporti con Mario Di Dio, talent-scout locale con un passato da difensore centrale cresciuto nelle giovanili del Napoli dal ’75 al ’78, con Caffarelli, Celestini, Volpecina, protagonisti degli scudetti nell’era Maradona, prima di disputare vari campionati di serie C e D. La famiglia Di Dio vanta una tradizione di difensori centrali; Palmiro, il nipote di Mario, gioca nel Fussballclub Rapperswill-Jona, nel campionato di terza divisione svizzera e ha militato anche nella Reggina di Mazzarri. Mario, instancabile ricercatore di talenti che andrà in Senegal a fine mese ad arricchire il suo bagaglio di conoscenze in tal senso, ha considerato Coppolaro l’elemento giusto per creare una sorta di continuità della sua “dinastia”, un figlio acquisito da salvaguardare e supportare. Era ancora un bambino quando arrivò la proposta della Reggina, e si trasferì da Foglianise, il suo luogo natio, con i genitori che l’hanno aiutato nell’inserimento nella nuova realtà fino al compimento del quattordicesimo anno d’età. “Ricordo ancora tutto di quel viaggio ma c’è un’immagine in particolare che porterò sempre nel mio cuore: le lacrime di Mauro, io non mi trattenni e piansi con lui. Quella scena dimostra la sensibilità di Mauro Coppolaro, un ragazzo dotato non solo di straordinarie qualità tecniche ma anche di grande umiltà”, ha rivelato Mario Di Dio. Mauro a Reggio Calabria ha condotto un percorso entusiasmante; nella scorsa stagione è stato il perno della difesa dei Giovanissimi Nazionali della Reggina, sconfitti solo in semifinale dal Napoli ai rigori, guadagnandosi la convocazione in Under 15. Tempismo, fisicità e grande grinta; sono queste le principali qualità di Mauro che gli hanno consentito di continuare l’esperienza in Nazionale con la convocazione in Under 16 e di diventare in pochi mesi prima il capitano degli Allievi Nazionali e poi il giocatore più giovane del campionato Primavera. Coppolaro, seguito dall’agente Fifa Crescenzo Cecere, è finito inoltre sui taccuini di altre società, soprattutto la Lazio che l’ha seguito attentamente durante la scorsa stagione, senza mai presentare però offerte concrete. Oltre le importanti qualità tecniche, sono quelle umane ad essere molto apprezzate dal responsabile del settore giovanile Nicola Amoruso e dal direttore sportivo Simone Giacchetta. C’è un aneddoto molto significativo in tal senso: Mauro, quando torna a Foglianise per le vacanze, non si gode momenti di relax ma aiuta i genitori nel panificio di famiglia. Sveglia alle quattro e mezza del mattino e subito in giro per la consegna del pane; Mauro è un ragazzo con spiccata cultura del lavoro e grande senso del sacrificio. Un esempio di umiltà, un giocatore che qualsiasi dirigente ed allenatore vorrebbe nel proprio club ma la Reggina se lo tiene stretto. Coppolaro intanto continua a lavorare; talento ed umiltà, passione ed impegno. Un mix pronto ad esplodere dal profondo Sud.
Fonte: Ciro Troise per gianlucadimarzio.com
La Redazione
A.F.
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