“Uno su mille ce la fa”, è un’espressione ripetuta spesso nelle scuole calcio ai genitori che immaginano anzitempo i loro figli nei grandi palcoscenici del mondo del pallone. La differenza sta nella determinazione, nella capacità di non mollare, di crederci sempre nonostante le difficoltà. Spesso quell’uno su mille non è il talento indiscusso, applaudito da tutti sin da bambino. Ce la fa, invece, spesso chi da piccolo è stato bocciato, considerato non all’altezza o messo ai margini anche in categorie inferiori. G Factor è anche loro, dei giovani che hanno dribblato le vie più tortuose arrivando a mete importanti. Uno di questi è Raffaele Pucino, terzino destro classe ’91 del Varese, in lotta per i play-off per la promozione in Serie A. Dà i suoi primi calci da bambino nella Boys Caserta, dove resta fino alla categoria Esordienti, quando poi è ceduto al Napoli. Pucino indossa la maglia azzurra a cavallo del fallimento del 2004, anni difficili tra tracollo e ricostruzione. “Ricordo con piacere i primi tempi vissuti al Napoli, ero felice per l’esperienza in un club così glorioso. Mi trovavo bene con i compagni e con l’allenatore Giuseppe Cimmaruta, non solo un bravo tecnico ma anche una grande persona”, così inizia il suo racconto Raffaele Pucino. Va tutto bene fino al termine della stagione 2004-05, la prima del Napoli di De Laurentiis, in cui disputa il campionato Giovanissimi Regionali proprio con Cimmaruta. E’ inserito poi nell’organico dei Giovanissimi Nazionali, ma in allenamento ad inizio stagione rimedia un grave infortunio: la frattura di tibia e perone. Resta a lungo ai box, ma quando rientra nel Napoli nulla è più come prima. L’allenatore dei Giovanissimi Vito Tammaro non crede molto in lui e lo impiega poco, preferendogli ragazzi più pronti dal punto di vista della fisicità. La stessa società appare scettica sulle sue potenzialità e lo svincola, Pucino allora si trasferisce all’Empoli. Anche in Toscana l’esperienza non è entusiasmante; è inserito nell’organico degli Allievi Regionali e non riesce a giocare con continuità. Ancora una delusione per Pucino, che a fine stagione non è confermato dall’Empoli. In molti si sarebbero fermati, arrendendosi al cospetto delle bocciature rimediate. Raffaele, invece, non molla e continua a crederci. Sceglie di tornare nella sua città, è aggregato alla Juniores della Casertana. Passano pochi mesi ed è convocato in prima squadra, totalizzando anche due presenze. Furono gli allenatori Farina e Pietropinto a dargli fiducia, a concedergli la possibilità di allenarsi con calciatori di categoria, esperti. “Dopo varie delusioni l’esperienza a Caserta mi è servita molto. Ho acquisito nuovamente entusiasmo, la consapevolezza di poter continuare ad inseguire un sogno”. Raffaele, infatti, ha il coraggio di mettersi in discussione e va all’Atletico Nola in Eccellenza. Dalla D all’Eccellenza, un passo indietro per farne due avanti. L’allenatore Liquidato lo manda in campo in una partita contro la Real Ortese; è il momento della svolta, Raffaele guadagna il posto da titolare a 17 anni e non lo lascia più. La crescita del suo rendimento è evidente e gli consente di essere convocato nella Nazionale Under 20 dei Dilettanti, ma anche di essere seguito da Roma e Juventus che lo selezionano per alcuni stage a Trigoria e a Vinovo. L’Atletico Nola arriva ai play-off regionali, batte in finale l’Alba Durazzano e si qualifica per le fasi nazionali, dove è sconfitto dalla Rossanese. L’esperienza in Nazionale, l’interesse di Roma e Juventus, le prestazioni con l’Atletico Nola rappresentano importanti vetrine per Pucino. L’agente Fifa Bruno Carpeggiani intravede in lui grandi margini di miglioramento ed interessanti qualità in prospettiva e nell’estate del 2009 conduce la trattativa per il trasferimento di Pucino all’Alessandria in Lega Pro. Nella prima stagione in Piemonte, Pucino è la rivelazione della sua squadra ed ottiene il prolungamento del contratto. Nel 2010-11 arriva la consacrazione con la maglia dell’Alessandria; la formazione diretta da mister Sarri sfiora la promozione in serie B, perdendo ai play-off contro la Salernitana. Pucino è un elemento inamovibile di quella squadra e non sfugge agli osservatori del Varese, che lo portano in Lombardia con la mediazione di Giuseppe Bonetto, il suo nuovo agente. Il resto è storia recente, cronaca di due ottime stagioni. E’ Maran a valorizzare Pucino che colleziona 20 presenze più quelle nei play-off, dove il Varese è sconfitto dalla Sampdoria in finale. “Pur essendo al primo anno di B, Maran ha creduto in me dandomi fiducia anche quando non rendevo al massimo. Mi ha fatto crescere molto, è un grande allenatore”, così Pucino ricorda il percorso compiuto nella scorsa stagione in cui ha realizzato contro il Vicenza anche il suo primo gol tra i professionisti. Un percorso seguito con attenzione dal Chievo Verona che decide di acquistare la metà del suo cartellino lasciandolo, però, al Varese. Nel campionato in corso, invece, Pucino è un punto fisso del Varese di Castori con ventisei presenze e due gol, uno al Bari ed uno ancora al Vicenza domenica scorsa. Un gol prezioso, realizzato al 90’ che ha permesso al suo Varese di agguantare il pareggio. Un gol nei minuti finali, un premio per chi non molla mai inseguendo traguardi apparentemente impossibili. Dall’Eccellenza alla B, un percorso con il sapore del riscatto tra bocciature e sogni.
Fonte: Ciro Troise per gianlucadimarzio.com
La Redazione
A.F.
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