In tempi più romantici e forse più sdolcinati, la chiamavano «fidanzata d’Italia» anche se un bel po’ d’Italia l’avrebbe volentieri fatta a pezzi. «Poi abbiamo cominciato a vincere troppi scudetti e siamo diventati antipatici un po’ a tutti: tra questi c’erano i tifosi del Napoli. Al San Paolo era sempre una gara speciale, un tuffo nell’entusiasmo di un pubblico unico e una sfida contro una squadra che faceva spesso della vittoria contro di noi uno degli obiettivi della stagione». Beppe Furino, il capitano della squadra di Giovanni Trapattoni, ha vissuto otto scudetti legati alla storia della Juventus. È un record assoluto.
Stasera è il match che dirà chi vince il titolo?
«Dovesse la Juve battere il Napoli penso che metterebbe più di una ipoteca al successo finale. Finisse diversamente, i giochi resterebbero aperti. Ma facendo anche molta attenzione al ritorno del Milan».
Addirittura?
«Nessuno, da qui alla fine del campionato, è in grado di vincere tutte le partite. Compresa la Juve che non mi pare imbattibile e che ha anche la Champions. Quindi avrà molte altre battute d’arresto. Il Napoli non deve mollare mai e deve approfittare di ogni punto perso dai bianconeri».
Lei era il «mediano di spinta», così si diceva allora. Chi il «Furino» in campo stasera?
«Mi riconosco in Vidal e Behrami, anche se soprattutto lo juventino è molto più bravo di me nel segnare, mentre io ho fatto gol una ventina di volte in tutta la carriera».
Cosa le piace dei due?
«Sono formidabili nel recuperare i palloni. Nella Juve il cileno e Pirlo hanno trasformato la squadra mentre nel centrocampo azzurro l’asse tra lo svizzero e Hamsik è uno dei punti di forza del Napoli».
Tante volte al San Paolo, che ricordi ha?
«Uno bellissimo, un altro meno bello: nel 1974 avevamo in panchina Carletto Parola e devo dire che fu un campionato giocato bene, non benissimo. Ci fu una vittoria eccezionale, un 6-2: loro, con Vinicio, facevano un fuorigioco spinto, alla Zeman, per intenderci. Noi eravamo di una scuola precedente ed eravamo già stati bruciati dall’Ajax. Quindi, facendo leva sugli errori del passato e riuscimmo a punirli».
Quello meno bello?
«Inseguivamo il Milan, nel 1979, e il Napoli ci impantanò in uno 0-0 al San Paolo che fu una specie di resa per noi».
Napoli e Juve è anche il duello tra Mazzarri e Conte.
«Uomini di carattere: gli azzurri hanno qualità enorme, soprattutto quando attaccano. Lo fanno con grande animosità. La Juve è più squadra, merito di Conte, ragazzo sveglio, juventino da battaglia come piace a me. La sua elasticità tattica è segno di grande intelligenza».
Chi è il vero campione in campo stasera?
«Cavani è formidabile. E mi sembra amato dai napoletani così come hanno amato Sivori e Maradona».
Chi è la favorita oggi?
«Da juventino dico i bianconeri. Ma giocare davanti al pubblico di Napoli, in una serata del genere, farà effetto pure ai campioni bianconeri».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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