Rafa Benitez esce dal campo scuotendo la testa, dopo aver baruffato a lungo con l’arbitro e con il quarto uomo Padovan durante la gara. Furioso per i torti subiti, per il gol preso dopo pochi secondi (in fuorigioco), per il rigore su Higuain che Rocchi ha tramutato in una punizione contro e per il fallo fischiato all’argentino al limite dell’area della Juve che ha dato il via libera poi alla ripartenza che ha portato al secondo gol. «Non mi va di parlare dell’arbitraggio, tanto non cambia nulla».
Insomma, alla sua maniera, ma il faccione dello spagnolo è furioso. Ha un diavolo per capello. Ma è evidente che non ce l’ha solo con l’arbitro. Si chiude dentro lo spogliatoio e sfoga la sua delusione per la prova incolore della sua squadra. Ne esce quando è quasi mezzanotte, resta per più di un’ora blindato nella pancia dello Juventus Stadium a dire tutto quello che ha da dire ai suoi. Ce l’ha con Rocchi, per primo. Secondo alcuni, invece, dietro la lunga attesa c’è l’ennesima scaramuccia con Conte. Ognuno dei due vuole che sia l’altro a parlare per primo, per poter poi replicare all’altro. «Ciascuno vede il calcio alla sua maniera, io ho lavorato in tre Paesi diversi: io ho la mia ricetta per vincere, lui ha la sua. Ho detto che la Juventus è la favorita per lo scudetto perché vince da anni, tutte le persone intelligenti lo sanno. Non capisco perché uno debba restarci male: quando uno ha un fatturato di 100 milioni superiori a noi è normale che lo sia».
La staffilata arriva puntuale. Quello che ha dentro, Benitez lo vuole dire subito ai suoi ragazzi. Senza attendere il loro rientro che avverrà non prima della metà della prossima settimana. «Avevo tanto da dire, è quasi normale che sia così: era una gara importante e di cose da dire ne avevamo». Finge. Tutti sanno che è furioso. «La differenza l’ha fatta il gol che abbiamo preso dopo meno di due minuti: in una partita del genere non puoi partire dallo 0-1». C’è amarezza con l’arbitro, è vero, ma anche tanto altro. Forse è molto peggio.
Le tre pappine rimediate allo Juventus Stadium, dopo le due di Londra e le altre due di Roma, sono un’altra sconfitta da arrossire, un’altra sberla alle proprie ambizioni, un’altra ferita che non si rimargina. L’incantesimo è svanito, nella notte più importante, nella notte della sfida alla Juventus, la rivale di sempre. E allora Rafone non può più sorridere. E non può più nascondere di essere deluso per il modo con cui questo Napoli affronta le big. «Non è vero, fino a quando non abbiamo preso la seconda rete abbiamo mostrato qualità e personalità: se avesse fatto gol Lorenzo la gara sarebbe cambiata. Posso dire di essere soddisfatto per la prova, non è vero che sono deluso».
La gara dello spagnolo è uno show al contrario: «Pirlo? L’abbiamo lasciato libero soprattutto sul calcio di punizione», dice facendo una battuta. Poi spiega: «Non dobbiamo seguire un avversario tutto il tempo, per questo non lo abbiamo fatto. Non fa parte del nostro modo di interpretare il calcio». Difende a spada tratta la prova di Hamsik: «È un grande calciatore, se la squadra non fa bene difficile anche per Marek fare la differenza. Quando il Napoli ha giocato bene, anche Hamsik lo ha fatto».
Fonte: Il Mattino
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