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Fuorigrotta, la rabbia del quartiere: «Ogni match diventa un Far west»

I residenti si ribellano: «A fine incontro babygang in azione a caccia di vittime»

Che Fuorigrotta sia ostaggio di migliaia di tifosi nei giorni delle partite casalinghe del Napoli non lo si scopre certo oggi. Da anni infatti i cittadini lamentano violenze gratuite, illegalità diffusa, parcheggiatori abusivi, bagarini ad ogni semaforo. Insomma quando il Napoli gioca in casa il quartiere va in tilt, il caos la fa da padrone e ai residenti non resta che farsi il segno della croce.
«Siamo intrappolati in casa in occasione di eventi calcistici» racconta Salvatore Lauritano, residente al parco San Paolo, che incalza: «Da tempo denunciamo lo stato in inciviltà nel quale siamo costretti a vivere: sia la domenica che durante gli anticipi del sabato e i postici della domenica sera. Il rione si riempie di auto ed è difficile addirittura passeggiare sui marciapiedi. I parcheggiatori abusivi sono i padroni della zona e fanno parcheggiare le auto ai tifosi persino nei giardinetti, fin sotto i palazzi. Uno spettacolo desolante e raccapricciante, ma anche avvilente al tempo stesso. Chi dovrebbe tutelarci non lo fa ». Alcuni residenti, spiega ancora Lauritano, si sono organizzati per raccogliere le firme e chiedere un nuovo stadio in un’altra zona della città. Durante i match della squadra azzurra non si vive o comunque si vive male. «Il problema principale è il deflusso di auto nei post gara» sottolinea Luca Simeone, giovane che vive nei pressi della galleria che collega Mergellina a Fuorigrotta. «Diventa un luogo pericolosissimo con tutti i motorini che sfrecciano ad alte velocità senza un controllo. Oramai il Napoli gioca due volte a settimana e questo acuisce il problema per chi, come me, vive in questa zona. Diventa impossibile muoversi e non solo per chi utilizza l’automobile ma anche per quelli che amano andare in bicicletta, nonostante la pista ciclabile».
Sull’argomento interviene anche il presidente della decima municipalità, Giorgio De Francesco, che sottolinea: «Abbiamo avanzato delle proposte all’amministrazione e all’assessore Donati, come ad esempio incentivare l’utilizzo di mezzi pubblici anche con formule che prevedano sconti». Poi entra nel dettaglio: «Si potrebbe pensare per gli abbonati una sorta di prezzo ridotto dei biglietti così da avvicinare il tifoso all’utilizzo dei mezzi pubblici. Non si può pensare ogni volta di dover accogliere 30mila auto in un quartiere residenziale. Basti pensare che proprio durante la mattina di domenica prima del match con la Sampdoria, ci siamo recati al parco San Paolo con la polizia municipale per cercare di combattere il fenomeno del parcheggio selvaggio e degli abusivi che chiedono oltretutto cifre blu».
De Francesco però ci tiene a sottolineare: «Noi vogliamo che lo stadio resti a Fuorigrotta perché crea un’attrattiva importante e poi è un luogo di ritrovo per i giovani che fanno sport durante la settimana». In sostanza il quartiere è diviso: c’è chi lo stadio lo vuole e chi invece no. L’altra faccia della stessa medaglia riguarda la sicurezza. C’è chi ha paura di razzie, scippi, rapine e a farne le spese non sono sotanto i calciatori del Napoli, ultimo Marek Hamsik al quale è stato portato via un Rolex da 25mila euro con una pistola puntata alla faccia. Ida Esposito, un’anziana residente nella zona dello stadio infatti ammette: «Durante le partite Fuorigrotta diventa invivibile. Non si possono prendere né metro né autobus che vengono letteralmente assaliti da folle barbare. Per non parlare di noi anziani che veniamo puntualmente presi di mira dalle baby gang che dopo le partite vanno in cerca di vittime da derubare. Neanche in chiesa possiamo andare la domenica pomeriggio quando c’è la partita. Bisogna agire e in fretta. Chiediamo più assistenza delle forze di polizia perché qui è un far west vero e proprio. Diciamo basta a questa vergogna».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

 

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