Se Mazzarri studia da «special one», Frustalupi è l’aspirante «normal two». Il figlio dell’indimenticabile mezz’ala della Lazio Mario ha vissuto martedì una serata da protagonista, ma lui è più un anti-personaggio. Schivo, riservato, leale e dalla parlantina toscana, è considerato una vera e propria «bibbia» del calcio, conoscendo in ogni più piccolo dettaglio vizi e virtù di tutte le squadre ed anche di ogni singolo calciatore. Studioso del calcio, dedito al lavoro, devoto a Mazzarri che nel 2002 lo ha plasmato a Pistoia, trasformandolo da addetto al marketing a tattico molto preparato. Nella Reggina era osservatore, alla Samp nello staff tecnico, a Napoli la promozione a vice.
Sfortunata la carriera di calciatore esauritasi nella periferia del calcio, senza sentire il peso del cognome, semmai la pesante assenza di Frusta, scomparso quando Nicolò aveva 13 anni. «Lui era il mio mito e lo è ancora», ha detto in vecchie interviste. «Ho provato a fare il calciatore, ma non ho il talento di mio padre e ho chiuso a 23 anni. Lui ha smesso quando ne avevo 5 e mi diceva sempre di usare il sinistro», ha ribadito Nicolò, destro morbido come i calciatori del Napoli apprezzano in qualche partitina. È il delfino di Mazzarri, ma più che un vice è un secondo allenatore. Ha iniziato visionando per ore e ore i video delle squadre avversarie per riferirne tutti i segreti, ora detta tattiche, studia schemi su palla inattiva e segue la fase difensiva come alter ego di Mazzarri. «Devo tanto a lui, mi sta insegnando molto, gli do ancora del lei», ha riferito Nicolò qualche tempo fa.
Mazzarri si fida totalmente e di lui dice: «Diventerà un grande allenatore, è più bravo di me, ha idee innovative». Tra di loro c’è simbiosi, sintonia, la stessa dedizione totale al lavoro, l’identica visione del rapporto con i calciatori. Frustalupi e Mazzarri passano ore e ore nello studio di Castelvolturno a visionare dvd, Nicolò arriva prima di Walter e va via dopo. Spesso Frustalupi gli propone schemi su foglietti e sulla cartellina che solo lui e Walter possono toccare.
Antipersonaggio per definizione, della sua vita privata si sa poco. È diplomato geometra, vive con la compagna napoletana nei pressi di Lucrino. Ama innanzitutto il calcio, quasi sempre veste in tuta, ha legato con Nunzio Papale, preparatore dei portieri. Nicolò, nato a Genova nel 1976 (la mamma Carla è tifosa della Samp), una sorella (Francesca) è toscano d’adozione. Martedì ha diretto alla perfezione la squadra contro il Chelsea: era teso ma sicuro di sé e ha dispensato mezzi sorrisi a fine gara poi è rimasto in silenzio e il microfono è andato a Mazzarri. Ieri è tornato, volentieri, in secondo piano, lavorando in campo e studiando l’Inter. Per ora si gode, con piacere e riservatezza, la controcopertina dopo la vittoria sul Chelsea. E solo in via accessoria è da considerarsi un talismano: con lui il Napoli ha sempre vinto. Contro lo Steaua e col Parma prima dei Blues, ma anche negli spezzoni con Fiorentina (nel 2009) e contro il Villarreal a dicembre quando Mazzarri è stato espulso. «Con lui vinciamo sempre- ha scherzato Lavezzi – Mazzarri non deve più venire». Lo Stamford Bridge fa meno paura.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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