«Sarà dura ma vinciamo noi». Il plurale usato da Giovanni Francini svela chiaramente le sue tendenze: ex granata ed ex azzurro, un recente passato da procuratore. Con il Napoli ha conquistato scudetto, coppa Uefa e Supercoppa italiana. «Il Toro gioca bene, non so se merita la classifica che occupa, se si trovasse qualche posizione più avanti non sarebbe male. Il Napoli è più forte, sta bene al secondo posto anche se speravo in qualcosa di meglio».
Parliamo dello scudetto?
«Sì, ho sempre pronosticato fino alla fine una lotta a due con la Juve. Ci ho creduto fino al mese scorso, adesso i punti di distacco sono troppi e non credo che i bianconeri sprecheranno tutto il vantaggio che hanno».
Più brava la Juve o più deludente il Napoli?
«Non userei la parola deludente, perché parliamo di un secondo posto che farebbe la felicità di ogni squadra. La Juve ha fatto il suo, non è stata imprendibile, piuttosto il Napoli ha perso colpi quando proprio non doveva. Lo scudetto è volato via al San Paolo: i pareggi con Milan, Torino e Sampdoria e la sconfitta con il Bologna erano sulla carta partite già vinte. Se avesse conquistato la metà dei nove punti sprecati, adesso avrebbe i bianconeri a portata di tiro».
La pressione psicologica di giocare e dover vincere in casa è stata dannosa?
«No, ne faccio una questione essenzialmente tattica. Chi viene a giocare a Napoli è portato a chiudersi, cioè a difendersi per poi ripartire in contropiede. È quello che ha fatto anche la Juve nel secondo tempo dello scontro diretto. In quelle partite ha fatto difetto la giocata giusta per andare in gol o per gestire meglio il risultato».
È venuta a mancare qualche pedina ?
«Sì. Con il Napoli vicinissimo alla vetta, onestamente mi sarei aspettato un grande acquisto durante il mercato invernale. Un centrocampista, per essere chiari. Dzemaili, Inler e Behrami sono bravi ma avevano bisogno di un’altra valida alternativa per tirare il fiato ogni tanto».
Torniamo a Torino–Napoli.
«Siamo noi che abbiamo più bisogno di punti, quindi il Napoli deve fare la partita e portare a casa i tre punti. Il futuro parte da qui».
Partita decisiva, allora?
«Penso proprio di sì. È il crocevia di questo finale di stagione. Nove partite alla fine: sono nove finali, da giocare tutte con il fiato sospeso. Magari bisognerebbe provare a vincerle tutte, perché dietro stanno risalendo. Il secondo posto fa gola alle inseguitrici».
Gli azzurri devono temere il Milan?
«I rossoneri hanno cambiato marcia, adesso fanno paura perché hanno un Balotelli in condizioni strepitose. Per me il Napoli resta più forte, guai però a farsi raggiungere, per l’eventuale riflesso psicologico. Mazzarri dovrebbe fare sei punti tra Torino e Genoa, così da presentarsi allo scontro diretto con qualche punto in più e con maggiore tranquillità. Magari lasciando l’iniziativa al Milan, perché nessuno sa ripartire come fa il Napoli».
La chiave del match di Torino?
«Il Napoli deve bloccare Cerci a tutti i costi, è lui che fa la differenza a livello di giocate offensive. E, ovviamente, fare gol: la forza delle formazioni di Ventura sta nel subire poche reti. Il Toro segna poco ma non è un colabrodo, tocca a Cavani e Hamsik indicare ai compagni la strada della vittoria».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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