Francesco Moser, trionfatore in tre Parigi-Roubaix consecutive (1978, 1979, 1980) campione del mondo a San Cristobal nel 1977, vincitore della «Sanremo» e del Giro nel 1984, recordman dell’ora e primo ad aver superato il muro dei 50 km/h a Città del Messico, ha vinto una tappa del Giro a Napoli, nel 1979. Un successo ottenuto, guarda caso, in quella piazza del Plebiscito da dove domattina sarà dato il via «turistico» al Giro d’Italia. Francesco Moser, il numero 91 della Sanson, in quel Giro, reduce dalla vittoria nella sua seconda Roubaix, si impose a Napoli in una frazione per più versi eccezionale.
Fu l’unica volta che a Napoli il Giro arrivò per una cronometro, in quella Caserta-Napoli, lo sa?
«Mah, queste cose le ricordate voi che raccontate la storia del Giro, io ho ancora viva invece la folla di quel giorno, le strade straripanti, un entusiasmo popolare che solo da voi esiste così emozionante…».
Una cronometro, con un tratto strappato alla ”Roubaix”, se non andiamo errati…
«Sì, c’era quella discesa pedalabile tutta in basolato alla periferia della città, la Doganella, che veniva giù da Secondigliano verso la zona dell’Arenaccia, dove si poteva fare potenza, bella bella. Almeno per me che sulle pietre andavo a nozze. Secondo arrivò Knudsen, mi sembra».
Una vittoria in maglia rosa, è sempre il più bel vincere al Giro.
«Sicuramente, è una carica doppia quella che hai addosso. E credo che anche per gli appassionati vedere vittoriosa una maglia rosa è gratificante; sa, dà certezza».
Quel Giro, però, non lo avrebbe vinto.
«No, purtroppo no. Quel che più mi spiace ancora, nella memoria, non è il fatto che l’abbia conquistato Giuseppe Saronni, il mio avversario storico diciamo, ma che io lo abbia perso proprio nelle altre due cronometro, a San Marino e a Cesano Maderno, di quella edizione. Ma basta così, godiamoci Napoli e ’sto lungomare. Però quel giorno trovai, come accade nello sport, uno che andava più forte. Si chiamava – ve lo ricordate come volava quell’anno? – Freddy Maertens… Mi superò per tre secondi, quel biondino che giocava a fare il nuovo Merckx».
Oggi farà, con altri testimonial, una passeggiata pubblicitaria di prova, prima della corsa vera e propria.
«Sarà un cicloraduno che servirà a promuovere ancora di più il ciclismo per la vostra città e le vostre strade, speriamo».
Che Giro sarà, fra Nibali e Wiggins, Hesjedal e Scarponi?
«Io dico che Nibali, un siciliano che in salita va forte, e in discesa corre spericolato come andavo io, ha qualcosa in più degli altri. Speriamo».
E a via Caracciolo, oggi, invece, il primo sprint e la prima rosa?
«Senza Petacchi e Guardini, per noi sarà dura. Cavendish non può sbagliare, se Steegmans e Trentin lo guidano bene. Attenti alle sorprese, però. Come Modolo, Nizzolo. E non scordiamoci Goss. Fosse per me, proverei ad anticiparlo, lo sprint. Ci fosse il vento a rimescolare le carte…».
Sarà una bella giornata di sport…
«Questo è sicuro a Napoli, che è sempre un po’ casa mia. Come lo era al tempo del Giro della Campania, che vinsi due volte. E dove una volta venni fermato per un improvviso sciopero. Il brindisi ve lo raccomando con il mio ”51,151”, lo spumante delle Cantine Moser. Già, quello griffato doc con il record dell’ora».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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