Meritatamente secondo nel gruppo di Champions (quello che era stato definito «girone della morte» per la presenza di Bayern Monaco e Manchester City), il Napoli ha battuto le tre big incontrate sul proprio cammino in campionato: Milan, Inter e Udinese. Ma ha steccato con Chievo, Fiorentina, Parma e Catania e i punti persi – almeno cinque – potrebbero rivelarsi pesanti per una squadra che è chiamata in questa stagione a confermare l’eccellente risultato di un anno fa.
De Laurentiis e Mazzarri hanno indicato le partite di Champions League come la prorità. È un discorso economico – ogni punto porta in dote tante migliaia di euro, senza parlare di quanti ne arriverebbero dall’eventuale qualificazione – e soprattutto di immagine. Un anno fa il Napoli soffrì in Europa League (una sola vittoria in un girone di modesta caratura e poi il ko con il Villarreal) perché schierava le seconde linee in quei match. È quanto Mazzarri, per necessità e per scelta, ha fatto in alcune partite di questo campionato. Il turnover è stato eccessivo e decisivo sui campi del Chievo (sette cambi) e del Catania (cinque) al di là di favorevoli o sfavorevoli circostanze: l’espulsione di Santana dopo 42′ ha complicato i piani del Napoli in Sicilia, però come non ricordare che le vittorie su Cesena e Inter sono state colte in 11 contro 10?
La Champions va rispettata e temuta. Ma la priorità non può avere riflessi così marcati in campionato, al punto da diventare un limite per le ambizioni del Napoli, che comunque non poteva credere che Cavani segnasse 34 reti come è accaduto nella scorsa stagione. Il Matador è umano e accusa il peso della fatica. Pandev non è la reale alternativa tecnica per lui e peraltro si è infortunato, forse rientrerà in tempo per Monaco; Mascara e Lucarelli sono soluzioni tampone, Chavez è al momento ignoto. Alcuni dei nuovi – Britos e Donadel – non sono scesi mai in campo per problemi fisici. Se in infermeria c’è Gargano e scatta il turnover per Dzemaili, al fianco di Inler compare Santana, preso come vice-Hamsik. Fernandez è difensore di sicuro avvenire, però deve avere tempo per maturare, al contrario di quanto è accaduto a Ruiz, preso a gennaio e rispedito in Spagna dopo sette mesi. Le prossime settimane chiariranno il destino del Napoli anche a livello internazionale (qualificazione agli ottavi di Champions o ai sedicesimi di Europa League) e di eventuali mosse sul mercato più efficaci.
Contro il Bayern ci saranno quelli che Mazzarri chiama i titolarissimi. Il superlativo rimarca la differenza rispetto alle riserve. Peraltro, quando se ne schierano tante contemporaneamente, il dislivello cresce. Se il Napoli è quello di Lavezzi, Cavani, Maggio, Hamsik, quello del terzo posto, tutto è possibile. Anche l’impresa.
La Redazione
A.S.
Fonte: Francesco De Luca per “Il Mattino”
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