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Francesco Colonnese: “Lavezzi e Cavani sono due grandi attaccanti”

L'ex difensore azzurro: "Azzurri favoriti contro l'Inter"

E uno di quelli che ci ha preso. « Vedrete, questo Napoli andrà bene avanti in Italia e anche in Europa», disse Francesco Ciccio Colonnese in tempi davvero non sospetti.

Una convinzione basata su che cosa, Colonnese: antichi sentimenti azzurri, oppure altro?
«L’uno e l’altro. Non v’è dubbio che l’affetto per l’azzurro ci sia sempre, ma la mia felice sensazione veniva soprattutto da altre cose. Fatti oggettivi». 

Dica pure.
«Per cominciare, dal lavoro e dal disegno tattico dell’allenatore. Sono stato sempre un ammiratore di Mazzarri e ho sempre creduto che il 3-4-2-1 dia a una squadra la possibilità di coprire al meglio ogni zona del campo».

Beh, in verità il Napoli in difesa ha mostrato più d’un buco?
«E’ vero, non sempre tutto ha funzionato a meraviglia, ma non è stata colpa del disegno; piuttosto ha preso qualche gol di troppo per meri, sfortunati errori di questo o di quel giocatore. Infortuni. Ma individuali, non di squadra. Insomma, voglio dire che anche quando ha preso quei gol, il Napoli mi è comunque sembrato complessivamente equilibrato».

Si può dire che il suo vecchio Napoli sia oggi una delle belle novità del calcio europeo, oppure è troppo?
«Non è affatto troppo. Il Napoli, il Basilea, anche il Marsiglia sono oggi le squadre-novità. E non a caso hanno delle caratteristiche comuni. Quali? L’equilibrio tra i reparti. E poi tutte e tre hanno una gran fame agonistica. Te ne accorgi subito se una squadra ha la “pancia piena”, oppure no».

Quando dice questo pensa un po’ anche all’Inter, anch’essa un suo vecchio amore?
«L’Inter attraversa un momento assai delicato. Una grande squadra che ha vinto tutto e grandissimi campioni che hanno dato tanto. Forse tutto. Sono convinto che l’Inter tornerà a essere una protagonista in Italia e fuori, ma ci vorranno coraggio e investimenti. Investimenti mirati, intendo dire». 

 

E ci siamo, dunque. Stasera Napoli e Inter s’incroceranno un’altra volta. Come finirà?
«Quando ci sono di mezzo formazioni di nome e di prestigio, partita e risultato non sono mai scontati. Certo, però, dopo aver visto sia i nerazzurri sia il Napoli, e di persona, a Firenze e poi contro il Chelsea, non posso non dire che tatticamente, come capacità di corsa e anche di gioco e di ricambi, il Napoli stasera è decisamente favorito».

Capacità di ricambi?
«Sì. Uno dei motivi di crescita del Napoli sta proprio lì. Per molto tempo Mazzarri ha giocato con undici giocatori e basta. Da un po’, invece, i titolari o titolarissimi sono diventati quattordici. Britos, Dzemaili e Pandev sono infatti calciatori di sicuro affidamento e ricambi preziosissimi in difesa, a centrocampo e in attacco».

E quando si dice attacco non si può non dire di Cavani e di Lavezzi.
«Giusto. E io che nella mia carriera di attaccanti ne ho marcati, e anche di grande qualità, posso tranquillamente affermare che Cavani è oggi uno degli attaccanti più forti del mondo. E’ straordinario per capacità di gol, per forza fisica, corsa e per il servizio che offre alla squadra. Del resto, se allenatori e manager come Mancini, Ferguson e Mourinho farebbero carte false per averlo, una ragione deve esserci, no? E se lo dico è perché con molti allenatori, uno anche tra quei tre, ho discusso io direttamente». 

 

Diceva del servizio che El Matador offre alla squadra?
«Certo. Mi dica quale attaccante al mondo si sacrifica per la squadra come sa farlo lui. Cavani lo trovi, e non solo sui calci a palla ferma, a difendere in area di rigore, oppure a rincorrere attaccanti e centrocampisti. Lo vedi da una parte del campo e un momento dopo lo ritrovi giusto dalla parte opposta. Sì, Cavani è un attaccante moderno, ma con il senso del gol dei vecchi centravanti. Lo dico da antico difensore: uno come lui è meglio non trovarlo sula propria strada».

E Lavezzi?
«Lui appartiene a un’altra categoria di calciatori. A quella dei talenti puri. A quella che prende direttamente la fantasia della gente. Lavezzi, come dire? è una sorta di spot per il buon calcio. Non è un caso, insomma, se a Napoli ha impiegato poco per diventare un idolo».

Tutto qui?
«No, con uno come lui posso facilmente andare avanti. Seconda punta, giocatore atipico, in campo devi lasciargli fare ciò che vuole. Comunque, nell’uno contro uno è fantastico davvero. Non ce ne sono tanti in giro di calciatori che sanno saltare l’avversario come sa fare lui. E saltare l’uomo, si sa, vuol dire dare alla propria squadra una vantaggio straordinario». 

 

E ora il Pocho s’è messo anche a segnare?
«Ecco, è questo che gli mancava. Se continuerà a fare gol, diventerà davvero un calciatore di “primissimo” livello. Perché è inutile girarci troppo intorno: i grandi club, quelli che puntano a vincere tutto ciò che c’è da vincere, ingaggiano solo attaccanti che riescono a fare tanti gol».

Quindi, il signorino Lavezzi deve “studiare” ancora un po’ per entrare nella lista dei campioni.
«No, lui nella lista dei campioni, già ci sta. Però, da attaccante, per trasformarsi da campione in fenomeno deve associare alle qualità che ha già, la capacità di fare gol. A quel punto il Napoli là davanti avrà davvero la coppia più bella del mondo». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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