Però alla fine erano cotti: piegati in due, felicemente esausti, con le gambe che non reggevano più lo sforzo e gli occhi che si perdevano nella notte di San Siro. Fatta, però c’era stato bisogno di raschiare il fondo del barile per andare a scovare la riserva d’energia: ciò ch’era rimasto di quelle quattro giornate del Napoli in dimensione internazionale. Prima il Borussia, poi il Milan, per quel doppio 2-1 stressante, tanto fisicamente quanto agonisticamente. E se pure Behrami, un marziano buono persino per la lotta greco-romana, giaceva disteso, beh… Lunedì mattina, Riposa Albiol, ballottaggio tra Cannavaro e Fernandez. Ecco Inler (stop per Behrami) Spazio a Mertens e probabile staffetta Callejon-Insigneci si allena,
il solito defatigante per chi ha dovuto «inventarsi la vita» dodici ore prima e la tradizionale ripassata agli schemi e al possesso palla per chi invece è rimasto a guardar le stelle. Però si cambia e per il momento sono intenzioni e riflessioni, con in testa i dati di questo settembre terribile (tra campionato, Champions e Nazionali).
DIFESA – Il turn over non è per Mesto, per cause di forza maggiore: a destra ci va lui e quando eventualmente sarà indispensabile intervenire, per fargli tirar il fiato, magari Zuniga sfilerà a destra. Ma con il Sassuolo si procede come a San Siro, modificando qualcosa nel mezzo (Cannavaro per Albiol, che le ha fatte tutte) e sul versante opposto, con Armero precettato per l’occasione. Ma Benitez ha da scegliere: Fernandez si applica, ma va considerato esclusivamente da centrale di destra. Difficile, anzi impossibile che ci sia rivoluzione nel senso letterale del termine. A questo punto è ballottaggio tra Cannavaro e Fernandez.
CENTROCAMPO – Si riparte da quei tre e se ne scelgono due, con circolazione degli interpreti inetavitabilmente dipendente dalla fatica accumulata: Behrami ha dato, e tanto, Inler ha potuto ritemprarsi all’ombra della panchina, alla quale è stato destinato in precedenza Dzemaili. Ricapitolando, dal riassunto delle partite precedenti viene fuori il tandem Inler-Dzemaili, concedendo una equa ripartizione per ognuno e tenendo (eventualmente) pronto Radosevic per qualche irruzione a sorpresa.
TREQUARTI – Qui il gioco si fa (seriamente) duro: l’Insigne di Milano, a un certo punto della ripresa, era stremato ma davvero; e Callejon, negli ultimi venti minuti, soprattutto in una delle ripartenze fulminee, non è riuscito a reggere il proprio passo. Mertens ha corsa, ha gamba, garantisce soluzioni ampie tanto da una parte che dall’altra, però rimane scoperta una fascia: l’ipotesi staffetta Callejon-Insigne non va scartata, per niente, e anzi sembra teoria praticabile assai. Ma la parola definitiva, com’è ovvio, viene affidata al campo.
L’ATTACCO – Un Higuain così non si può fermare, né si vuole frenarlo: però le ragioni del fisico vanno assecondate ed el pipita è stato chiamato agli straordinari (ed ha risposto a modo suo). Zapata sta studiando ancora, sta anche apprendendo, ma là davanti dovrebbe restare Higuain, con Pandev immediatamente alle proprie spalle. O anche, nel caso in cui fosse necessario procedere diversamente, al macedone piace (e tanto) danzare da centravanti puro.
Fonte: Corriere dello Sport.
La Redazione.
D.G.
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