Un altro 4-2 alla Lazio, bissato il risultato dell’Olimpico. Ancora un super Higuain, come all’andata: l’argentino si sblocca contro la squadra di Reja, una tripletta, la prima in maglia azzurra, che lo porta a quota 17, di nuovo nella scia di Tevez e Immobile per il titolo di cannoniere. Il Napoli vince in rimonta, una novità assoluta con Benitez, e tiene a distanza di sicurezza la Fiorentina. Un altro passo avanti degli azzurri, probabilmente decisivo per il terzo posto, e la possibilità ancora viva di battere il record assoluto di punti, 78, conquistati l’anno scorso con Mazzarri. La svolta Si risveglia nel momento più delicato e dopo la rabbia per la sostituzione di Parma: la risposta del campione, il vero leader del Napoli, l’attaccante venuto dal Real Madrid, pronto a vivere i Mondiali da protagonista con l’Argentina. Tre gol e pallone portato a casa. Infallibile sul rigore, il quinto gol su cinque tentativi dal dischetto, elegante nel controllo e perfido nel tiro successivo del raddoppio, scaltro ed efficace sul quarto gol, quello della definitiva sicurezza. Higuain è il nuovo idolo del San Paolo, scalzato Cavani, ora le magliette dei ragazzini sono tutte con il suo nome. E il Pipita ripete la prodezza del Matador che di triplette ne segnò due contro la Lazio. Gonzalo molto carico già nel primo tempo, decisivo nella ripresa: oltre ai gol entra nell’azione del calcio di rigore fischiato su Mertens e impegna Berisha in una grande parata. Un campione che quando è in giornata di grazia, sposta gli equilibri. La variabile L’altro singolo che fa la differenza, Mertens tira fuori dal cilindro un colpo da campione e risolleva il Napoli dopo il vantaggio iniziale della Lazio. L’ottavo gol in campionato, un’altra prodezza dopo l’ultima contro la Juve, controllo e tiro da venticinque metri all’incrocio. La qualità dell’attaccante che prende per mano il Napoli nel momento di maggiore difficoltà. E poi i soliti guizzi nell’uno contro uno, la velocità sui primi passi, l’esterno capace più di chiunque altro nel Napoli di creare la superiorità numerica. Difficile da marcare e da fermare quando accelera, si guadagna così il calcio di rigore per l’entrata di Cana e l’espulsione del difensore laziale per doppia ammonizione consentendo al Napoli di giocare in superiorità numerica quasi per l’intero secondo tempo. Il belga determinante non solo per i gol ma anche per gli assist e le giocate decisive, perfetto negli schemi di Benitez. L’altra faccia della medaglia è Hamsik, rimasto in panchina, che invece sta vivendo la sua stagione più difficile a Napoli. Gli errori Solito difetto della squadra di Benitez, gli errori difensivi. Diversi anche contro la Lazio, arrivata nel primo tempo al tiro almeno tre volte con facilità. La fragilità difensiva evidente nei due gol della squadra di Reja. Lulic s’inserisce tra le linee e beffa con un doppio movimento Albiol, in evidente difficoltà e sostituito nell’intervallo, sul gol dell’1-0, imprendibile per Reina. Evitabilissima la rete di Onazi, quella del 2-3, che rimette gli ospiti in partita: il Napoli commette l’errore di subire un gol in ripartenza in superiorità numerica, l’ultimo azzurro a sbagliare è Britos, ancora una volta troppo insicuro non solo nelle chiusure ma anche negli appoggi. La rimonta La prima vittoria in rimonta con Rafa, una risposta importante dal punto di vista caratteriale, anche se stavolta spinta più dalla qualità dei singoli che dal gioco di squadra. Stavolta lo svantaggio non ha fatto perdere convinzioni alla squadra che in precedenza dopo aver subito il primo gol aveva perso due volte al San Paolo (Parma e Fiorentina) e quattro in trasferta (Juve, Roma, Atalanta, Parma) senza riuscire a segnare. Un bel segnale anche se il successo è stato agevolato dalla superiorità numerica: in dieci uomini la squadra di Reja, già priva di diversi giocatori chiave, perde la sua abituale consistenza difensiva. Ma la reazione azzurra dopo il brutto ko di Parma c’è stata. Ora le due trasferte con Udinese e Inter, poi la finale di coppa Italia con la Fiorentina.
Fonte: Il Mattino
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