Nel corso della presentazione del suo libro “Storia del Gol”, il giornalista Mario Sconcerti ha toccato diversi temi. Dalla situazione del calcio italiano a quella del Napoli di De Laurentiis, alla dicotomia tra Messi e Maradona passando per secoli di avventure nel mondo del calcio. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni:
“Un goal su azione personale è un monumento al calcio, per questo solo pochi calciatori ci riescono.’ Goal’ in inglese vuol dire meta, obiettivo, traguardo. È un termine riciclato dal rugby, la grande patria del calcio. Nel calcio di oggi conta molto di più la fisicità. A rivederlo oggi il famoso goal degli undici tocchi di Maradona contro l’Inghilterra sembra quasi lento. La velocità è cresciuta a dismisura. Oggi si preferisce la corsa alla tecnica. In giro ci sono tantissimi buoni giocatori, ma mancano gli elementi decisivi di una volta. L’esultanza dopo un goal? È quasi una limitazione, il goal è un orgasmo, è il raggiungimento di qualcosa di totale e ricordarsi di fare una scenetta organizzata in precedenza è qualcosa che limita il piacere del calciatore che ha senato. Sul momento attuale del Napoli? È abbastanza controverso. Si è scelto di cambiare totalmente. Ammiro molto Sarri, conosco meno Giuntoli. Ora però bisogna farli lavorare nel migliore dei modi possibile, senza troppe influenze esterne e con il rispetto dei giocatori. Con gli arrivi di Sarri e Giuntoli ho la sensazione che la società stia tentando di riprendere in mano la squadra. Prevalenza del nord rispetto al sud nel campionato italiano? È sempre stato così, d’altro canto il calcio nasce a Torino e questa città ha sempre avuto un peso nel mondo del pallone. U giudizio sul campionato appena concluso? È stato modesto, fatta eccezione per la Juventus. Tre delle prime cinque squadre hanno 15 punti in meno rispetto allo scorsa stagione, ovvero proprio i bianconeri, la Roma e il Napoli. Per la prima volta si è arrivati secondi a 70 punti, di solito ce ne vogliono più di 80. Le squadre medio-piccole sono cresciute, ci sono stati molti pareggi in più. Il futuro del calcio italiano? Molto dipenderà anche da quello che accadrà a Napoli, questa società è molto diversa rispetto alle altre. Napoli è una grandissima città ed è la sola ad avere un’unica squadra rispetto a tante piazze europee. Tutto questo darà al Napoli una forza inevitabile, questa società è condannata a vincere, inevitabilmente. Un consiglio per chi vuole diventare giornalista sportivo? Oggi non è più chiara come una volta questa professione, bisogna essere molto curiosi, dal particolare al generale. Poi bisogna studiare tanto, il calcio non si ferma al calcio, tiene conto di tutta la storia che c’è alle spalle. Poi ovviamente ci vuole anche molta fortuna. Pelè o Maradona? Diego è riuscito ad esser un personaggio televisivo a differenza di Pelè che in a Europa lo si poteva ammirare solo durante i mondiali, per questo il confronto resta difficile. Messi o Maradona? È un confronto sbagliato, Diego era un leader, un calciatore di riferimento, Messi fino ad oggi è stato uno straordinario attaccante ma non un leader, ha numeri anche migliori di Maradona da un punto di vista realizzativo, Diego però era più completo e resta un riferimento per tutti. Su Higuaìn? Non è un fuoriclasse però resta un grande campione. Episodi fortunati e sfortunati nel calcio? Ne ricordo tanti, quello che mi ha fatto più soffrire è stato durante un Fiorentina-Juventus, il risultato era di 2-2, Toni stava per segnare superando Buffon con un tocco morbido ma la conclusione si spense sul palo, lì allora mi resi conto che contro la fortuna non si può giocare. La situazione attuale del Parma? Riguarda una valanga di aziende, se spendi più di quello che hai fallisci. Un giudizio sul lavoro di Benitez? Resto dell’idea che sia stato positivo, la squadra non era da scudetto e nemmeno da secondo posto. Rafa ha fatto quello che doveva fare, ovvero dare una componente più internazionale alla squadra. Senza questi due anni oggi sarebbe stato molto più un azzardo prendere Sarri che trova una squadra già matura.”
Ecco alcuni momenti della presentazione del libro “La storia del Gol” a cui hanno partecipato anche Canè e Vincenzo Montefusco.
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Dal nostro inviato al Centro Commerciale “La Cartiera” di Pompei, Andrea Cardone
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