Settanta minuti di Italia vera, venti di Nigeria. Finale: 2-2. Non c’è niente da fare, le amichevoli non sono il nostro pane. Se con la Germania c’era andata bene (tre pali tedeschi), stavolta c’è andata male (due pali azzurri, uno di Parolo e l’altro di Diamanti). Ma non era questo il senso di una partita comunque bella. Qui a Londra Prandelli doveva capire se la coppia Rossi-Balotelli è quella giusta, se Parolo può entrare nel gruppo, se le seconde linee (quelle schierate ieri) possono avere ambizioni brasiliane. Quasi tutte le risposte sono positive. Rossi-Balotelli sono una coppia vera, per la qualità del loro gioco, per il gol che hanno segnato insieme e per il modo che hanno di occupare il campo, a cominciare dalla famosa “mezza posizione” di Pepito; Parolo può stare in questo gruppo perché lo sostiene una personalità rara per un giocatore che non conosce il calcio internazionale; e molte delle riserve possono puntare al Brasile. Ovviamente da questo discorso è escluso Giaccherini, che riserva nella testa del ct non è mai stato. Ieri ha fatto un partitone. Certo, ci sono anche alcuni spunti negativi. Per esempio il quinto gol su 6 preso di testa, la tenerezza che a volte impedisce all’Italia di chiudere il conto, nel secondo tempo perfino l’egoismo sotto porta. Su tutto questo andrà fatta una riflessione natalizia.
IL GOL PENSATO – Se Prandelli, durante la riunione tecnica, l’avesse disegnata sulla lavagna (e magari l’ha pure fatto) non gli sarebbe venuta così bene. L’azione che ha portato l’Italia in vantaggio, oltre che bella, è stata la somma delle indicazioni del ct: tocco di Thiago Motta per Giaccherini, lancio immediato, controllo e assist di Balotelli, scatto in area di Rossi, tocco di destro e palla in rete. Meglio di così l’Italia non poteva cominciare e forse meglio di così non poteva giocare nella prima mezz’ora, considerando che in campo c’erano più riserve che titolari. Rispetto alla partita con la Germania erano rimasti solo in tre, Balotelli, Montolivo e Thiago Motta che aveva preso il posto di De Rossi, in tribuna per il problema al piede destro.
VELOCITA’ E PALLA A TERRA – Mezz’ora bella, di Italia vera. Rossi e Balotelli hanno cominciato a cercarsi e a trovarsi subito, non uno accanto all’altro, ma Pepito dietro a Mario, in verticale anziché in orizzontale. Il gol, come si è visto, è nato da un perfetto movimento incrociato. La Nigeria stava ancora festeggiando la qualificazione al Mondiale, così l’Italia era padrona. In mezzo al campo, il quartetto filava il gioco come fosse seta, Giaccherini si inseriva con i tempi precisi, ricevendo il sostegno di Montolivo, e lo stesso faceva Candreva dall’altra parte.
TROPPO TENERA – Bella sì, ma anche dolce e tenera l’Italia ha sbagliato per due volte il colpo vincente, prima con Balotelli, poi con Montolivo, sempre in fondo ad azioni rapide e tecnicamente esatte. Intorno al 30′, la Nigeria è entrata in partita e per la Nazionale è stata sofferenza pura. Thiago Motta, utile quando la squadra ha palla, è stato schiantato dall’improvvisa furia degli africani che si scatenavano a sinistra con Moses, una croce per Maggio, attaccavano centralmente col laziale Onazi e cominciavano a sfondare. La pressione nigeriana è diventata insopportabile per la difesa azzurra che al 35′ ha incassato il primo gol. Sul cross da sinistra di Ameobi, che Maggio non ha chiuso in tempo, Dike è stato un fulmine a spingere Pasqual, fargli perdere la posizione e poi saltare di testa per segnare. Quinto gol di testa negli ultimi 6 subiti dall’Italia.
IL CROLLO – Abbiamo perso il contatto dalla partita, le distanze fra i reparti si sono raddoppiate, siamo finiti nelle mani dei nigeriani che hanno raddoppiato con una rete spettacolare: iniziativa di Moses, cross da sinistra di Francis Benjamin, Ogbonna anticipato da Ameobi sul primo palo. Cinque minuti, due labbrate. Che Balotelli poteva pareggiare con un capolavoro personale, ma finito sul petto di Ejide. A cui non è bastata quella prodezza e ha tolto un altro gol a Mario in apertura di secondo tempo.
GRANDE GIAC – A inizio ripresa l’Italia si è avventata sulla Nigeria, Giaccherini ha pareggiato, come premio di un’altra bella partita in azzurro, e poi Prandelli ha messo dentro Pirlo, Parolo e Diamanti. La grandezza di Pirlo ha alzato il livello del gioco della Nazionale, ma anche Parolo ha capito subito come e dove farsi trovare. Prima non è riuscito a ribattere in rete una straordinaria punizione del regista juventino, poi ha centrato il palo. E’ diventato un assedio, durante il quale in area nigeriana c’è stato troppo egoismo degli azzurri, ma alla fine i due portieri delle aquile sono stati i migliori in campo.
Fonte: Corriere dello Sport.
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