Si sperava di non dover rivedere Hamsik nella posizione di seconda punta come nella prima parte della stagione. L’ultima mezz’ora di Bologna lasciava pensare ad un cambio di modulo indotto dalla fragilità del centrocampo “a due”, dalla buona predisposizione dello slovacco a ricoprire anche il ruolo di interno e dall’arrivo ai piedi del Vesuvio di un play puro come Jorginho. Niente di tutto questo si è visto contro il Chievo. Né all’inizio, solito 4-2-3-1 svizzero, né per tentare la rimonta nella ripresa, cambio alla pari Dzemaili-Jorginho senza nessun correttivo tattico. Il Chievo parte prudente con un 3-5-2 che ripiega molto per non lasciare profondità a Callejon e Mertens e con proposito, riuscito, di bloccare coi suoi centrocampisti la verticale Higuain-Hamsik. I due si cercano quasi a voler smentire chi li ritiene poco compatibili in questo disegno tattico. Al 16’ l’argentino riceve un profondo suggerimento da Mertens e punta in area Cesar, bravo a frenarne le movenze. Il centravanti decide quindi di servire Hamsik anticipato da Frey. Purtroppo per il Napoli le prove tecniche di trasmissione tra i due sono brutalmente interrotte dal gol di Sardo bravo a chiedere l’uno-due a Thereau per attaccare il buco creatosi tra Albiol, incredibilmente passivo, e Britos, portato fuori zona dal taglio preventivo di Bentivoglio. Il gol aumenta la pressione psicologica sugli azzurri, fattore inibente che si manifesta evidente nelle gambe e nella testa di Higuain che al 25’ riesce a non chiudere da meno di mezzo metro dalla linea di porta un tiro-cross di Callejon. La partita è nervosa il Napoli va a corrente alternata. Quando si accende la lampadina si vedono spunti di classe come al 35’ quando Martens prende il palo su una bella conclusione di prima intenzione di interno-piede o al 43’ quando Callejon impegna Puggioni con un diagonale radente. Ma le azioni spesso non trovano la necessaria fluidità per l’aggressività nelle marcature dei difensori clivensi e per la grande densità che c’è in mezzo al campo. Inoltre il Chievo appena può riparte sugli esterni. Il Napoli torna negli spogliatoi tra i fischi del San Paolo ma questo non induce Benitez a porre qualche rimedio alla deriva tattica e mentale della partita. Il Napoli riparte con lo stesso undici e con gli stessi problemi. Tanti passaggi orizzontali, tanta fatica a conquistare campo. Hamsik, forse uno dei più volenterosi ci prova in tutti i modi a rendersi utile. Benitez chiede allo slovacco di tornare ad essere il fulcro del gioco e ad Higuain di rimanere più alto a fare a sportellate coi difensori avversari. Il Chievo ha la colpa di abbassare troppo il baricentro e di cercare meno le ripartenze. Ciò nonostante il Napoli riesce quasi a farsi gol da solo su una topica tra Britos e Rafael. Al 55’ entra il tanto atteso Jorginho ma senza determinare un cambio di sistema di gioco. Sale, invece, in cattedra Mertens che colpisce un altro palo, questa volta su punizione, e si rende pericoloso grazie ai suoi spunti in velocità palla al piede. Nell’ultimo quarto d’ora Benitez tenta il tutto per tutto pur senza abbandonare il suo ideologico 4-2-3-1. Dentro Insigne per Maggio con Callejon laterale basso. È proprio lo spagnolo al 40’ ad anticipare Dramè in scivolata. Ne nasce una bella ripartenza alimentata da Jorginho e Mertens con due passaggi di prima e finalizzata da Insigne che controlla di petto e spara sulla traversa. La porta sembra stregata, la sconfitta inevitabile. Invece il Napoli a due minuti dal termine trova in maniera abbastanza casuale il gol del pareggio con Albiol che in mischia sorprende Puggioni. Poco dopo Mertens ha sul destro la palla per portare a casa i 3 punti ma il suo destro è lento e facilmente leggibile dal portiere. Il secondo pareggio consecutivo con squadre di terza fascia deprime ancor più l’ambiente e la classifica. Il Napoli vede sfumare tutti gli obiettivi più prestigiosi della stagione. La Coppa Italia potrebbe essere l’ultima ancora di salvezza. Non sarebbe il caso che l’ammiraglio Benitez provasse a cambiare rotta invece di andare dritto contro gli scogli?
Fonte: Il Mattino
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