Sebbene venga spesso individuata a Zagabria, la vera città natale di Marko Rog è Varaždin, 81 km a nord della capitale. La città (circa 46 mila abitanti) vive delle industrie tessili e alimentari nel territorio, ma deve gran parte della sua fama all’architettura barocca presente nel centro storico, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Piccola Vienna”.
Sin dal 1970 in città si svolge il Varaždin Baroque Evenings, uno dei maggiori festival musicali di musica barocca europei. Durante la manifestazione non è raro trovarsi ad ascoltare sequenze sconosciute o completamente estemporanee, eseguite sul momento e destinate ad una preziosa irripetibilità. Improvvisazione, cambi di tempo, contrappunti e fughe: i cardini della musica barocca sono anche quelli di Marko Rog.
Dopo i 17 gol nella stagione d’esordio all’NK Varaždin (terza serie croata), Rog è stato acquistato dall’RNK Spalato, in prima divisione. L’impatto è di quelli felici: 44 presenze, 9 gol e l’arrivo alla Dinamo Zagabria, che frantuma il proprio record di spesa per un giocatore (5 milioni, più del doppio di quelli spesi per Brozović nel 2012). La buona stagione con la Dinamo (56 partite, condite da 8 gol e 5 assist) ha già portato a paragoni importanti, come quelli con Rakitic e Modrić, un destino che – a quanto pare – divide con tutti i centrocampisti di talento croati.
Dei giocatori di Barca e Real il centrocampista della Dinamo ha molto poco, a dir la verità; sia nelle caratteristiche tecniche che nello spirito: Rog è meno cerebrale dei suoi connazionali e più elettrico, intermittente, fino a sembrare istintivo. Dell’immaginario del trequartista balcanico Rog ricalca alcuni topos e ne demolisce altri, ponendosi in una condizione eccezionale: bravo nell’uno contro uno, ma non egoista; giocatore di estro, ma prodigo anche in fase difensiva.
Nella sua giovane carriera Rog ha già mostrato qualcosa diverso da quello che ci si aspetterebbe da lui, rivelandosi un fattore sia in fase offensiva che nel recupero del pallone.
Proprio le sue qualità difensive hanno permesso un utilizzo in tutti i ruoli del centrocampo: nel 4-2-3-1 (modulo utilizzato da Dinamo e Croazia) Rog ha giocato esterno destro, esterno sinistro, trequartista e mediano.
Saper leggere
Da mediano ha giocato tutti gli 82 minuti concessogli nell’ultimo Europeo, contro la Spagna campione in carica; con Badelj più sollecitato nella partenza dell’azione, Rog aveva il compito di limitare Iniesta. Alla prima da titolare in Nazionale, contro un avversario del genere, non ha demeritato. Qui sotto uno dei suoi tanti interventi di contenimento sullo spagnolo.
Come dimostra il grafico di Stats Zone, il suo impegno è stato efficace: rispetto alla partita precedente Iniesta ha giocato meno passaggi, con una percentuale realizzativa minore, ed è stato costretto ad un gioco più orizzontale.
Oltre al lavoro difensivo (9.78 km percorsi, contro 8.84 di media della squadra), il croato ha messo il piede sul gol dell’1 a 1 (il passaggio a Perisic è suo), tentato la conclusione e mostrato qualche frammento delle sue capacità palla al piede.
Qui sotto riceve spalle alla porta: stoppa fintando l’appoggio laterale per Srna, e manda la palla avanti: una volta superato il centrocampo serve il taglio esterno di Kalinic.
Nonostante sia alto un metro e ottanta, Rog è poco strutturato (solo 73 kg). L’impressione di leggerezza è acuita dalla postura tenuta in campo: spesso è ingobbito verso il basso, fino a sembrare più piccolo di quanto non sia in realtà. Non potendosi affidare alla forza fisica, le sue capacità difensive si basano su dinamismo e intuitività, abbinate a grandi qualità in allungo.
Il suo apporto difensivo è scolastico, ma non manca di applicazione: molte volte Rog è indeciso sul posizionamento, e commette qualche errore, ma non si ferma mai. Le cose migliori le mostra quando ha un avversario diretto: nell’uno contro uno Marko è asfissiante, segue il diretto avversario e al primo errore prova a sfilargli palla, tagliandogli la strada o utilizzando entrambi i piedi come arpioni.
Rog recupera palla, salta un avversario con un tunnel e lo aspetta, sgusciandogli a fianco. Queste capacità intuitive gli permettono di partire alla caccia del pallone con movimenti così fluidi e puliti da sembrare coreografici, se non fosse che gli avversari non hanno interesse a partecipare alla danza.
Saper scrivere
Per quanto utile in fase di recupero, è quando ha la palla al piede che Rog fa vedere le cose migliori, sfruttando le proprie qualità sia negli spazi stretti che a campo aperto.
Qui sotto, contro il Bayern, salta Kimmich, evita la copertura di Lahm con una sterzata e serve la conclusione di Júnior Fernándes.
Quello di Rog è un dribbling fatto di puro istinto, basato su una incredibile capacità d’improvvisazione: riesce a processare la situazione contingente (posizione del pallone, degli avversari e dei compagni) in un tempo estremamente ristretto, uscendone spesso vincente. Questa immediatezza mentale lo aiuta a soffocare le proprie imperfezioni, che restano visibili ma non sono pregiudicanti.
In alcuni casi il primo controllo è difettoso, o mal calibrato, ma la grande rapidità di gambe gli permette di evitare l’intervento avversario, o trasformare uno stop di coscia sbagliato in un controllo orientato.
In alcuni casi sembra soggetto a una corrente che lo spinge irrimediabilmente verso la porta avversaria; la sua capacità di girarsi fronte alla porta è impressionante, e sui suoi piedi il pallone è quasi sempre in movimento; in alcuni casi l’azione del croato sembra ridursi all’inseguimento del pallone, imprimendo alla sfera la direzione giusta per evitare gli avversari che gli si parano davanti.
Quando viene impiegato da trequartista viene spesso incontro al pallone, sin nella propria metà campo, per poi girarsi e spezzare in due le linee difensive avversarie.
Questa sua immediatezza lo rende impreciso: spesso, affrettando l’orientamento verso la porta, Rog si trova a rischiare il possesso, costringendosi a giocare in affanno. Una volta che si è aperto il campo, però, ha una grande vastità di soluzioni: dall’azione personale, al filtrante, all’allargamento su entrambe le fasce (il croato preferisce utilizzare il destro, ma sa sfruttare molto efficacemente l’esterno del piede).
Va aggiunto che, pur essendo bravo nell’uno contro uno, non è un dribblomane: il dribbling è visto in maniera estremamente utilitaristica, spesso sostituito da strumenti più semplici, come allunghi del pallone e finte di corpo. L’importante per Rog è avanzare, avvicinando il pallone più possibile alla porta avversaria.
A Napoli per crescere?
Il fatto che possa essere impiegato in tutte le posizioni del centrocampo non significa che Rog sia capace di incidere ovunque. Davanti alla difesa il suo gioco è limitato: gli strappi offensivi smettono di essere un fattore, e in fase di impostazione il suo contributo si circoscrive ad una circolazione orizzontale dell’azione.
Al momento Rog non sembra avere i mezzi (o il coraggio) per trovare linee di passaggio più complesse, giocate tali da renderlo decisivo anche in posizioni di campo più arretrate: la maggior parte dei suoi assist e passaggi chiave sono su situazioni di campo “aperte”, ed è in quel senso che bisognerebbe sfruttarlo.
Problemi simili ne inficerebbero anche l’utilizzo sulla trequarti, almeno nella concezione di regista offensivo – dove bisogna dettare i tempi e prendersi responsabilità in maniera più continuativa.
Il ragazzo sembra vicino al Napoli, dove troverebbe l’allenatore giusto per crescere tatticamente. In un gioco dinamico come quello di Sarri il suo impiego sulla trequarti potrebbe essere prezioso – sempre che riesca a reggere bene l’impatto con un contesto fisico e bloccato come la serie A. Fisicamente il giocatore dovrà crescere, in modo da dare un giusto supporto alle qualità nello stretto e nella copertura “dinamica” del pallone.
Nel caso sia confermato il 4-3-3, il suo impiego più immediato potrebbe essere sulla mezzala, avendo nelle sue corde (in potenza) sia il dinamismo di Allan che le capacità di inserimento di Hamsik. Sarebbe interessante anche un eventuale utilizzo sull’ala destra, dove – con il giusto lavoro tattico – potrebbe diventare un’alternativa a Callejón.
Come una melodia alle prime note, Marko Rog ha uno spartito tutto da scrivere – e destinazioni tutt’altro che prevedibili. Napoli (un’altra città dalla storia barocca) potrebbe essere il palcoscenico giusto.
Fonte: Angelo Andrea Pisani per L’Ultimo Uomo
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