L’head of operations della Ssc Napoli Alessandro Formisano è intervenuto quest’oggi al seminario tenutosi all’Università Parthenope intitolato: “La gestione dei servizi e le nuove opportunità di business nel nuovo scenario macroeconomico”. Introdotto dal Prof. De Felice, Formisano ha illustrato il ruolo della società azzurra e la visione aziendale della stessa nel mercato odierno. Dal fallimento del 2004 ad oggi la visione industriale del presidente Aurelio De Laurentiis ha avuto un effetto determinante nella crescita della società partenopea in questi anni, improntando una struttura aziendale più precisa e definita solo nella stagione 2006/07.
Nell’ottica di una visione finanziaria global, il direttore marketing azzurro ha suddiviso il ramo aziendale societario in tre grandi suddivisioni: diritti tv, ricavi da stadio e ricavi da sponsor e merchandising: “I diritti tv rappresentano il 65% delle società e dalla stagione 2009/10 sono regolamentati dalla legge Melandri che sposta dal singolo ad un’attività la negoziazione complessiva dell’offerta. Ad oggi ci troviamo dinanzi ad una situazione molto diversa rispetto a quella della Premier League, la quale provoca un miglior appeal sui paesi esteri. Purtroppo ogni qual volta i presidenti dei club si riuniscono nelle assemblee di Lega i loro pareri sono sempre discordanti, e così non si migliorano le cose. In altre realtà, come negli Stati Uniti, i ricavi di sport come il “soccer” raggiungono oramai cifre comparabili a quelle della Serie A. Se non avessimo seguito questo schema, avremmo avuto sicuramente oggi squadre di provincia capaci di contendersela con i top club”.
Nonostante ciò, l’importanza delle altre due fasce come i ricavi commerciali e quelli da stadio rimangono ugualmente fondamentali: “La difficoltà di non giocare in uno stadio di proprietà ci limita molto nel nostro processo di crescita. Oltre la Juve, in Italia nessun club è capace di ricavare introiti aggiuntivi attraverso servizi come ristoranti, musei, realtà virtuali che dovrebbe rientrare nella giornata tipo di ogni tifoso che va allo stadio. L’esperienza dell’Allianz-Arena ci ha stimolato molto in questo senso”.
Formisano ha anche espresso il suo giudizio riguardante la questione stadio, affermando che la società si trova sulla strada giusta per centrare gli obiettivi prefissati: “I rapporti con il Comune di Napoli sono buoni, tuttavia siamo ancora attendisti riguardo la discussione in Parlamento sul decreto riguardante gli impianti sportivi. Oggi giorno purtroppo siamo di fronte ad un fattore burocratico molto più complicato del solito: è talvolta più semplice da parte di imprenditori stranieri acquistare una struttura rispetto a chi ne usufruisce. Lo stato deve sbrigarsi, mettendo i club in condizioni ottimali per acquistare un impianto”.
La discussione prosegue sottolineando i numerosi risultati conseguiti nell’ambito della raccolta di investitori pubblicitari e nello sfruttamento del marchio Napoli da parte delle società azzurra: “Tolti i ricavi sulla vendita delle maglie da gioco, il Napoli detiene il primato nel merchandising. Certo, siamo dietro a grandi club come Milan o Inter che per esempio nel sud-est asiatico hanno molta più visibilità grazie a tournèe estive. Noi al momento non ci possiamo permettere tali programmi, ma nel panorama nazionale stiamo lavorando bene”
Non di minore importanza è stata la trattazione della tematica sull’eventuale accordo con uno sponsor tecnico di maggiore prestigio: “Binomio Napoli-Nike possibile? Non è escluso,ci piace l’idea. Spesso si tira in ballo questa questione. Sicuramente avere uno sponsor tecnico di livello come Adidas, Nike e Puma non potrebbe che giovarci, ma la scelta strategica della società è nata prettamente per un episodio: nel 2009 Nike ed Adidas non riconoscevano al Napoli un determinato valore di mercato, questo in base a dei parametri basati sui risultati sportivi di quegli ultimi cinque anni, quindi abbiamo deciso di accordarci con la Macron che, grazie a noi, oggi è diventata la quarta azienda in Italia per ricavi. Sicuramente queste grandi aziende non ci avrebbero dato la possibilità di dare adito alla nostra creatività per la realizzazione di una maglia come quella camouflage, e questo ci onora.”
Il discorso si è poi spostato sulla gestione dei diritti d’immagine: “Noi insieme alla Juventus siamo le uniche due società che gestiscono i propri diritti in-house, senza affidarci ad un’agenzia che gestisca i propri diritti di immagine. Il mercato in questo senso si spacca, ma noi grazie alla nostra filosofia stiamo generando più ricavi di quanto ci aspettavamo. Oggi il marchio Napoli è un fiore all’occhiello del marcato nazionale, non è un caso che abbiamo da ben otto anni uno sponsor prestigioso come l’acqua Lete, confermando il nostro binomio anche per la prossima stagione. Siamo stati i precursori della pubblicità fatta sul terreno di gioco attraverso il sistema led, non trovandoci impreparati alla norma dell’Uefa che ne prevede l’obbligo dall’anno venturo nelle proprie manifestazioni.”
Formisano tende a sottolineare come l’acquisizione dei diritti d’immagine di calciatori professionisti da parte della società non condizioni l’acquisto di top-player sulle strategie di calciomercato: “I giornalisti che trattano questo come un problema per la società sbagliano, la prova evidente è stata l’acquisto di Gonzalo Higuain. In quel caso il presidente è stato in grado di ricoprire le spese che il suo sponsor tecnico gli offriva, portando l’argentino alla corte di Benitez”
Nell’ambito dell’”Azienda-Napoli” Formisano sottolinea l’importanza dell’acquisizione di strutture di proprietà per la prima squadra e per il settore giovanile: “Questa scelta è non poco rilevante in termini di sviluppo del club, da questa stagione abbiamo siglato un accordo pluriennale con le strutture delle quali usufruiamo. Benitez ha esigenze particolari in termini di utilizzo dei campi a disposizione, in questo senso stiamo dando vita alla costruzione di altri terreni di gioco a Castelvolturno per permetterne l’utilizzo sia alla prima squadra che alla Primavera, tra l’altro con la realizzazione di un campo sintetico per adeguarci ai tempi moderni e per non trovarci sprovvisti dinanzi alle nuove frontiere del calcio moderno”.
Il direttore marketing azzurro esprime inoltre la propria opinione riguardo l’accesso nel calcio italiano di investitori stranieri: “Non credo sia un problema del sistema calcio italiano, bensì del sistema paese. Ci troviamo in uno Stato dove c’è il Vaticano, ma al tempo stesso la più grande compagnia di bandiera fallisce, dove abbiamo risorse inestimabili come quella di Pompei che sta cadendo a pezzi. La scelta di Moratti è dettata dal fatto che in tutti questi anni la sua famiglia ha sborsato circa 600 milioni di euro per la società, non c’era via d’uscita”
Le ultime due battute vertono sulla nascita del primo museo ufficiale e la realizzazione di un canale dedicato: “Realizzare un museo azzurro? Ci stiamo pensando da tempo, ben presto una chiesa del 1500 della città sarà allestita come il primo vero grande museo del Napoli, dove ci saranno tutti i nostri trofei, avendo la possibilità di fare un vero e proprio percorso nelle varie ere della società fino ai nostri giorni. Le smentite sul canale ufficiale? Siamo davvero rimasti spiazzati. Forse Radio Kiss Kiss sta trovando ancora difficoltà a rivestire il ruolo di nostro patner ufficiale. Ci auguriamo che le nostre smentite abbiano sortito gli effetti sperati e che in futuro interpellino noi prima di divulgare tali notizie”.
Dal nostro inviato all’Università degli Studi di Napoli Parthenope Gilberto D’Alessio
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