Certo, sempre undici saranno: però bisognerà sceglierli, poi assemblarli, avendo tra le mani (stavolta) il bollettino medico o comunque un brogliaccio che aiuti a ricordare. Ricapitolando: Maggio ha avuto l’influenza, sta meglio ma qualcosa in termini di energia ha pagato e dunque meglio valutare; Jorginho è squalificato e dunque va già barrato; Insigne si rivedrà tra sei mesi; Mertens magari con la Sampdoria; Michu va catalogato a referto e Ghoulam – perché anche lui rappresenta nel suo piccolo un caso – ha giocato otto partite (quasi tutte interamente) negli ultimi ventotto giorni. Ce ne saranno altrettante, da qui al ventidue dicembre: bisogna ragionare alla giornata, ma sapendo che poi c’è un altro appuntamento, poi un altro ancora, e non esistono scale gerarchiche perché il Napoli (come dimostrato a Berna) non può permetterselo.
LE IDEE. E allora, altro che rebus: la formazione va fatta tenendo presente i disponibili, la loro vocazione e dunque la possibilità di adattarli al 4-2-3-1, che potrebbe anche resistere se per caso De Guzman va destra e Callejon a sinistra; o se invece Callejon resta al suo posto e l’esterno lo fa Ghoulam, che così correrebbe un po’ di meno; o se ancora Mesto torna alle origini e lo spagnolo si reinventa nel ruolo di Insigne e Mertens. Tre opzioni per restare fedele al proprio clichè, per non intervenire in maniera massiccia sul sistema di gioco, per provare ad essere se stessi, però avendo qualche interprete «d’emergenza». Altrimenti la tentazione del 4-3-2-1 può prendere corpo, il cosiddetto albero di Natale con Hamsik e Callejon tra le linee, alle spalle di Higuain ovviamente, e un mediano in più (nel caso Gargano) da affiancare a Inler e David Lopez per andare a far la corsa allo specchio con il Cagliari nel mezzo; o ancora il «rombo»: restano tre interditori, magari «abbassando», Hamsik fa la mezzala e Callejon affiancato ad El Pipita.
LA GIOSTRA. Però, gira e rigira, sempre undici saranno, e magari qualcosa cambierà anche in difesa, per esempio Britos a sinistra e se Maggio dovesse risultare debilitato con Henrique sulla destra: e comunque nel bel mezzo d’una rivoluzione che stavolta non è per niente annunciata ma forzata, obbligata. L’hanno deciso gli dei, che qualcosa al calcio delle loro giornate pure dedicano evidentemente.
Fonte: Corriere dello Sport
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