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FOCUS – Psg, quando capitale e investimenti non bastano. Lavezzi e Cavani, il ritorno dei cori ‘ngrati!

Squadre simili sulla gestione dei giovani. E la storia legata a Verratti..

Un appuntamento di grande livello, di spessore, con un sapore Champions. Ogni riferimento porta alla gara che avrà inizio domani sera alle ore 20.00 allo stadio San Paolo di Napoli, tra gli azzurri padroni di casa, e il Psg. Ed è proprio dei francesi che si vuol parlare.

STORIA – La squadra giovane della capitale francese, nata nel 1970, dopo i primi anni passati nell’oblio delle serie minori, emerge grazie all’acquisto del gruppo Canal+, a cavallo degli anni novanta. Il Psg vince il titolo nazionale del 1994 e la Coppa delle Coppe nel 1996. L’anno successivo invece nella stessa competizione fu sconfitto in finale. Il Paris Saint-Germain si affermò inoltre in Europa, con una serie di 5 semifinali consecutive conquistate in varie Coppe Europee tra il 1992 ed il 1997. Nel 2011 invece con l’arrivo di un gruppo di investimento qatariota, guidata da Nasser Ghanim Al-Khelaïfi, la squadra parigina torna nelle parti alte del calcio francese. Gli acquisti sono economicamente elevati, i nomi diventano pesanti, i vari Ibrahimovic, Pastore, Thiago Silva, Lavezzi e Cavani sono solo alcuni dei tanti nomi che hanno vestito o che ancora vestono la casacca blu del Psg. Sotto la gestione qatariota, gli allenatori che si sono susseguiti sono 3. Kombouarè il 1°, sostituito da Carlo Ancelotti alla fine del girone d’andata nel campionato 2011/2012. L’allenatore italiano alla fine del campionato non riuscirà però a vincere il torneo. L’anno seguente invece riesce nell’intento e riporta il Psg sul tetto di Francia. Ancelotti a fine anno lascia la guida tecnica facendo spazio a Laurent Blanc, che confermerà la squadra in vetta al campionato francese. 

EUROPA e MERCATO – In campo internazionale con l’arrivo di Al-Khelaïfi e nonostante gli ingenti capitali investiti in calciatori e staff tecnico, il Psg non riesce a superare per 2 anni consecutivi i quarti di finale. Nel primo anno, guidati da Ancelotti, i francesi lasciano spazio al Barcellona venendo eliminati in virtù di 2 pareggi penalizzati dalla regola del gol in trasferta (2-2 a Parigi, 1-1 in Spagna). Nella stagione appena trascorsa invece è stato il Chelsea lo scoglio insormontabile su cui è sbattuto il Psg. Il 3-1 dell’andata fu ribaltato dagli uomini di Mourinho con un secco 2-0 allo Stamford Bridge. Il mercato di quest’anno ha regalato a Blanc giocatori dal calibro di David Luiz e Aurier. L’obiettivo resta Di Maria, ma gli 80 milioni richiesti dal Real Madrid sono stati definiti dal presidente eccessivi. Decisione che segue la multa salatissima inflitta dalla UEFA alla squadra per il mancato rispetto del fair-play finanziario. Il Psg paga anche una cattiva gestione dei giovani, Pogba finito alla Juventus ne è l’emblema. Quest’anno l’ha emulato Coman, potrebbe farlo l’anno prossimo Rabiot, seguito da Roma, Juventus e..Napoli. Forse più che spendere bisognerebbe credere di più nei giovani. Sotto questo punto di vista le due squadre sembrano essere molto simili. 

CAPITOLO EX – Lavezzi prima, Cavani poi. Per loro sarà la ”prima” ufficiale al San Paolo. Da ex ovviamente. Il Pocho è rimasto legato alla città, è tornato più volte, così come più volte è stato accostato al Napoli. Un suo eventuale ritorno farebbe felici molti cuori infranti. L’addio di Cavani, che tanto aveva fatto all’ombra del Vesuvio, è stato un trauma. Una spaccatura, una ferita, che non potrà mai essere rimarginata. All’uruguaiano vanno attribuiti soprannomi di ”traditore” e ”mercenario”. A lui addirittura è stata dedicata una rotonda, nella zona di Lucrino, che sta a dimostrare quanto la città, il popolo, fossero legati a lui. Un gol, un’eventuale esultanza, porterebbe ad una sorta di azione di massa nei suoi confronti. Il ritorno non sarà dei più semplici ma in fondo la gente del San Paolo non vede l’ora di, scusate il gioco di parole, rivederli, lì, su quel terreno di gioco che tanto gli è stato caro.

IL RIMPIANTO – Risponde al nome di Verratti. De Laurentiis in quel di Dimaro, in un’intervista concessa a tv e giornali, dichiarò di aver raggiunto l’accordo col Pescara per l’arrivo della giovane stella alla corte di Walter Mazzarri, all’epoca allenatore del Napoli. Il tecnico toscano però non volle e il presidente fu costretto a ”mollarlo”.  Al-Khelaïfi, ben consigliato da Ancelotti, invece, non se lo lasciò scappare…

 

A cura di Salvatore Garofalo

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