Per capire la differenza basta leggere due dati: la Juve, dopo Calciopoli, ha avuto due aumenti di capitale (nel 2007 e nel 2011) per un totale di 225 milioni. Perdite frutto dei carichi da novanta su stipendi e ammortamenti sin dai tempi delle vacche grasse. E di investimenti sbagliati. Al Napoli, invece, De Laurentiis i conti li sa fare bene. Il club non ha debiti con le banche, e l’ultimo bilancio si è chiuso con un attivo di 8 milioni. In Italia solo la Fiorentina si avvicina al modello perfetto del club azzurro: dal 2007 ad oggi il Napoli ha inanellato profitti per complessivi 52 milioni, finiti tutti tra le riserve del patrimonio netto. De Laurentiis non ha mai staccato dividendi, raggiungendo l’autosufficienza finanziaria, vero mantra della sua gestione. Ma resta quel -17 in classifica, da colmare già dalla prossima stagione dopo la grande vittoria di domenica sera.
IL FATTURATO – Faraoni in Italia e al nono posto in Europa. Il Napoli è 22esimo tra le big del Vecchio Continente e quinto in Italia. La Juve ha fatto festa, a ottobre, per aver chiuso il miglior esercizio degli ultimi 10 anni: -16 milioni di perdite. Un successo se si pensa che nel 2011 il rosso era di 95 milioni con l’azionista Exor intervenuto di nuovo con una ricapitalizzazione record da 120 milioni. Il nuovo stadio è stato fonte di nuovi ricavi: nel 2012-13 le entrate sono cresciute di 6 milioni, arrivando a quota 38. Oro arriva dal contratto di sponsorizzazione tecnica con l’Adidas che, dalla stagione 2015/16, garantirà 190 milioni per 6 anni. Se la classifica della serie A la facessero solo i soldi e i dati della Deloitte, lo scudetto andrebbe alla Juventus e in Champions andrebbero il Milan e l’Inter. Roma e Napoli dovrebbero accontentarsi dell’Europa League. Il Napoli ha chiuso al 30 giugno 2013 il settimo bilancio in utile (+8 milioni contro il +14 del bilancio al 30 giugno 2012) soprattutto grazie alla super-plusvalenza maturata per la cessione di Lavezzi al Psg (28 milioni). I ricavi complessivi del club partenopeo si sono fermati nel 2013 a 151,9 milioni contro i 155,9 milioni della stagione 2011/12. I diritti tv hanno garantito nella stagione 2012/13 ricavi per 65,4 milioni contro gli 85,8 della stagione precedente. I ricavi da gare sono calati da 25,1 a 15,1 milioni.
IL SETTORE GIOVANILE – Se il Napoli sogna «una cantera» la Juventus ce l’ha da tempo. E investe, ogni anno, circa 6,5 milioni per la gestione di una ventina di squadre, dai Pulcini 2005 alla Primavera. Non solo lo Juventus Stadium, dunque, ma anche un quartier generale come quello di Vinovo dove la meglio gioventù bianconera ha anche una foresteria. A Vinovo c’è soprattutto la sede degli allenamenti e dei ritiri pre-partita in casa. Ma secondo i piani degli Agnelli, Vinovo è già il passato, pronto a ospitare tra il 2015 e il 2016, solo il settore giovanile e il cosidetto Liceo Juventus. La Juve ha già predisposto un investimento da circa 40 milioni di euro per la realizzazione del Progetto Continassa, a pochi passi dallo Juventus Stadium. Il club bianconero è entrato in possesso ufficialmente dell’area e ha affidato in esclusiva a BSG, Beni Stabili Gestioni, società di gestione del risparmio, l’incarico per la costituzione di un Fondo comune di investimento immobiliare, finalizzato allo sviluppo del progetto. Il Napoli è indietro sotto questo aspetto, anche perché il club vorrebbe prima capire come andrà avanti la rifondazione dei campionati minori, compresi quelli giovanili. A Castelvolturno e a Sant’Antimo, dove sono ubicati i campi per le squadre del settore giovanile. Comunque ogni stagione in grado di sfornare baby campioni dal sicuro avvenire.
IL MERCATO – Venti milioni, sì, ma solo l’ultima estate. La Juve ha investito sul mercato, nelle tre stagioni di Conte in panchina circa 250 milioni che, al netto dei ricavi dalle cessioni e delle plusvalenze iscritte a bilancio, hanno comportato un impegno finanziario spalmato su più anni per la società di circa 150 milioni (80 nella stagione 2011/12, 45 nella stagione 2012/13 e circa 25 nella stagione 2013/14). Nelle medesime tre stagioni (dal 2011 al 2014) il club di De Laurentiis – come si evince anche da una inchiesta del Sole 24 ore – avrebbe effettuato investimenti per quasi 170 milioni. A fronte dei quali vanno però considerati gli incassi delle cessioni (circa 100 milioni sono arrivati nelle casse del Napoli dalla vendita di Quagliarella alla Juventus e di Lavezzi e Cavani al Psg). Il mercato è stato spesso terreno di scontro tra il Napoli e la Juventus. Dopo l’affare Quagliarella, solo screzi tra i due club: per esempio per Inler, che l’Udinese aveva promesso al Napoli ma i bianconeri provarono a strappare. Il Napoli la spuntò perché Pozzo mantenne la parola data. Anche su Vidal il Napoli fu il primo a raggiungere l’accordo con il Bayer Leverkusen, ma la Juve offrì di più al cileno prendendolo. Scintille anche per Verratti: anche in questo caso la Juve provò a convincere il giocatore nonostante l’accordo tra Napoli e Pescara. E alla fine Verratti andò al Psg.
GLI INGAGGI – È scontro tra Napoli e Juventus sul monte ingaggi: per quanto riguarda i costi di mantenimento dell’organico (ingaggi + ammortamenti), nel 2013 la rosa è pesata sui conti bianconeri per 124,4 milioni. Un balzo in avanti rispetto alla stagione precedente quando la Juventus pagava stipendi per complessivi 107 milioni. Anche il Napoli ha fatto un grande balzo in avanti nel 2013 per l’incremento degli ingaggi da 57,9 a 66,9 milioni. Il rapporto tra costi del personale e fatturato è comunque sotto controllo, ben al di sotto della soglia del 50%. Nella squadra azzurra, ai primi sette posti nella graduatoria degli stipendi c’è Higuain (5,5 milioni) e poi Hamsik (3 milioni), Callejon (2,6), Reina (2,4), Pandev (2,3), Albiol (2,1) e Behrami (1,4). Le differenze con la rosa bianconera sono notevoli: basta pensare che persino Storari, il vice Buffon, viaggia intorno al 1,4 milioni di euro a stagione. Il più pagato alla Juve è Tevez (4,5), poi Buffon (4), Pirlo (3,5), Vidal (3,5), Llorente ( 3,5), Vucinic (3), Marchisio (3), Chiellini (2,5), Quagliarella ( 2,1), Barzagli (2), Lichtsteiner ( 2), Bonucci (1,8), Caceres (1,7), Giovinco (1,4) e Asamoah (1,4). Maggio e Mertens, per esempio, con 1,2 milioni guadagnano meno di Isla. Su un aspetto, Juve e Napoli viaggiano alla pari: sullo stipendio che viene elargito ai due allenatori. Con Mazzarri, Benitez e Conte sono i più pagati della serie A con un ingaggio di circa 3,5 milioni all’anno.
Fonte: Il Mattino.
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