Poco meno di due settimane alla conclusione del mondiale in Brasile, poi sarà tempo di immergersi completamente nella prossima stagione calcistica con il calciomercato, i ritiri e le prime amichevoli estive. Il Napoli si appresta a vivere un’annata che potrebbe dirla lunga sul futuro del club: sarà il secondo anno in panchina per Rafa Benitez, un allenatore che al suo esordio in azzurro ha conquistato una Coppa Italia nonostante i tanti nuovi acquisti e l’addio di Edinson Cavani. Tuttavia, bisogna crescere e per farlo non sarebbe un sacrilegio guardarsi intorno, emulare progetti vincenti, senza perdere di vista quelle che sono le potenzialità del club.
PROGETTO VINCENTE – Parli di progetto vincente ed ecco che spunta l’Atletico Madrid, una società che ha conquistato una Liga spagnola all’ultima giornata combattendo contro i colossi Barça e Real. Un club con un fatturato di gran lunga inferiore ai blaugrana o ai blancos, ma che sul campo ha dimostrato di potersela giocare con chiunque in Spagna ed in Europa. Tuttavia, l’Atletico ha costruito il suo successo nel tempo con la giusta programmazione. Dopo l’annata fallimentare della stagione 10/11 l’Atletico punta su una rifondazione: nella sessione di mercato estiva vende De Gea (Al Manchester United per 20 Milioni di Euro), Aguero (Al City per 40 milioni), Elias (Allo Sporting Lisbona per 8,5 milioni) e Forlan (All’Inter per 5 milioni), mettendo a segno un colpo da 40 milioni di nome Radamel Falcao dal Porto, oltre ad Arda Turan (due nomi che si riveleranno fondamentali per l’annata trionfale di quest’anno). Nella stagione successiva i Colchoneros conquistano l’Europa League, anche se il bilancio sarà risanato definitivamente dopo l’anno sportivo 2012/2013 con la qualificazione in Champions, la conquista della Copa del Rey e la cessione proprio di Falcao al Monaco per 60 milioni di euro. Il resto è storia recente: nella scorsa sessione di mercato estiva l’Atletico con la cessione di Falcao e con operazioni low cost compie un capolavoro sportivo, simbolo di una grande programmazione: costruisce una squadra su misura per il suo tecnico portando alla sua corte calciatori del calibro di Villa, Alderweireld, Courtois che vanno ad integrare un gruppo ricco di ottime individualità se si pensa ai vari Godin, Miranda, Turan, Garcia e Diego Costa. La politica di puntare su giocatori dati per finiti, da rilanciare ponendoli al centro del progetto (lo stesso David Villa, arrivato dal Barça per 5 milioni di euro, Diego e Tiago che alla Juve non hanno mai sfondato, ma anche Josè Sosa che non ha lasciato un buon ricordo in azzurro).
LA FORZA DI UN GRUPPO – L’Atletico Madrid in campo ha dimostrato di non aver nulla da invidiare ai top team europei, a differenza dei quali non c’è una vera stella, un leader. Di partita in partita i Colchoneros hanno dimostrato che in campo si potesse trascinare la squadra a turno. Il vero leader di questa grande realtà ha un nome, Diego Pablo Simeone. Il Cholo, che già da giocatore dimostrava grande personalità, grinta e carattere in campo, è stato in grado di unire un intero ambiente, dai tifosi alla società, dai giocatori agli addetti ai lavori. Ha messo su una vera e propria roccaforte. Indimenticabili le scene durante la partita in cui il mister caricava il pubblico del Vicente Calderon. “La cosa migliore di questa squadra è la forza che ha come gruppo”. Queste le dichiarazioni del Cholo in un’intervista recente. In effetti il suo capolavoro è proprio questo: essere stato in grado di costruire un gruppo solido, compatto, unito. Il pensiero, dunque, passa subito al Napoli. Nella stagione appena trascorsa, il club azzurro ha dato il via ad un nuovo ciclo, non solo con il cambio di allenatore, ma soprattutto con molti acquisti e con la cessione di Cavani. Non era facile, forse impossibile, riuscire a creare un gruppo come quello dell’Atletico che ha impiegato anni per riuscirci. Sotto questo aspetto il Napoli potrebbe crescere sensibilmente, confermando i leader del gruppo. Non a caso Benitez sta spingendo per riavere Pepe Reina, di sicuro uno degli uomini più carismatici, fondamentale anche nella crescita di calciatori come Fernandez.
IL VALORE DEL VIVAIO – Tuttavia, il modello Atletico Madrid ha anche una terza dimensione: il valore del vivaio. Grazie ad investimenti importanti nel proprio settore giovanile, il club spagnolo ha sfornato grandi talenti, in passato Fernando Torres (che ha venduto al Liverpool per 38 milioni), oggi calciatori del calibro di Koke, Suarez e Gabi. La sensazione è che molto presto sentiremo parlare di altri talenti prodotti dal vivaio del Colchoneros «Come spesso accade, abbiamo trovato dei giocatori di prospettiva molto importanti, specie nell’annata ’94. Questo accade perché i nostri allenamenti sono incentrati sulla tecnica individuale del giocatori, poi, una volta arrivati a 16 anni, si spiega la tattica. In Italia, invece, non si guarda a questo ma ai risultati, anche nel settore giovanile». Parola del ds Andrea Berta.
Insomma, un progetto vincente quello dei Colchoneros che ha trovato la sua forza in una rosa in grado di fare gruppo come poche squadre in Europa e che ha creduto nel proprio settore giovanile. Tutto questo è l’Atletico Madrid: Napoli, guarda e impara…
Servizio a cura di Stefano D’Angelo
(Twitter: @StefaDAngelo)
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