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FOCUS COPPA DAVIS – Barazzutti: “Italia mai così grande”. Fognini: “Grazie, Napoli nel cuore!”

«È un momento eccezionale per il tennis italiano, per l’intero movimento. Le due nazionali, maschile e femminile, qualificate per le semifinali di Coppa Davis e Fed Cup, tra le prime quattro del mondo: non sono tante le nazioni che possono vantare un risultato del genere». Corrado Barazzutti, capitano non giocatore delle selezioni italiane, può essere giustamente orgoglioso dopo il successo degli azzurri a Napoli contro la Gran Bretagna.
Le donne negli ultimi anni ci avevano abituato a grandi successi, finalmente è arrivato anche il momento degli uomini. Vero, Barazzutti?
«È stata una crescita continua. Nel settembre 2012, sempre a Napoli, l’Italia giocò e vinse lo spareggio con il Cile per rimanere nella serie A della Davis. Quella vittoria ci ha lanciato. Ora ci aspetta la semifinale di settembre con la Svizzera di Federer e Wawrinka».
Cosa è successo in poco più di un anno e mezzo?
«Facile, i nostri giocatori sono diventati più forti. Seppi ha confermato il suo valore di un atleta che è sempre nelle prime trenta posizioni mondiali. Fognini è cresciuto sempre di più, fino ad arrivare a ridosso dei top ten mondiali. E sulla terra è sicuramente tra i più forti del mondo. Il doppio poi, nonostante la sconfitta di sabato con i britannici, è sempre di grande livello. Insomma, è davvero una bella squadra».
E poi ci sono i giovani, il futuro dell’Italia.
«A Napoli ho portato anche Quinzi e Donati a respirare l’aria della Davis, degli impegni internazionali. A suo tempo fu fatto così anche con Fognini. La crescita dei giocatori passa anche attraverso esperienze come questa con la Gran Bretagna».
Non c’era però Starace, un po’ dispiaciuto per l’esclusione proprio nella sua Napoli…
«Sono il più grande estimatore di Potito, ha dato un grande contributo alla nazionale, un vero Davis man. Gli voglio bene, mi auguro che possa fare risultati che lo riportino nel giro azzurro. Sono un selezionatore, devo tener conto dei risultati ottenuti da tutti. Spero che torni quanto prima competitivo».
Napoli ha trascinato di nuovo l’Italia.
«Proprio così. Nella splendida Arena del mare, il pubblico è stato veramente importante. Ma devo dire che è stato a sua volta anche trascinato dall’Italia. Fognini nella sfida contro Murray ha ricevuto l’appoggio dei tifosi ma a sua volta li ha esaltati. Succede sempre così quando l’impresa diventa possibile».
Le piace la proposta del presidente del Tc Napoli Serra di giocare tutte le partite di Davis dell’Italia a Napoli?
«Beh, che dire? Nelle ultime due occasioni i risultati per la nazionale sono stati positivi. Napoli ci porta fortuna, la risposta del pubblico è sempre eccezionale, l’organizzazione del circolo è ottima: posso capire la richiesta del presidente…».
Un tifo da stadio. Murray però non ha criticato il pubblico napoletano ma ha rimbeccato lei. Ha detto che parlava troppo.
«È possibile. Mi dispiace di avergli dato fastidio…».
Battuta la Gran Bretagna, a settembre la semifinale con la Svizzera di Federer e Wawrinka che ha avuto difficoltà con il Kazakistan.
«Che è una buona squadra. Certo sarà una sfida difficile, ma di sicuro andremo a giocarcela la possibilità di andare in finale sedici anni dopo il match con la Svezia. Non andremo a fare una gita sul lago».

FOGNINI: “Grazie Napoli, ti porto nel cuore”

«Semplicemente grazie: Napoli nel cuore…». L’aereo si è appena alzato da Capodichino e Fabio Fognini dall’oblò fotografa l’area est di Napoli con sullo sfondo, la sagoma inconfondibile del Vesuvio. Subito dopo twitta l’immagine con il suo breve pensiero di saluto alla città che lo ha visto protagonista del successo su Murray che ha proiettato l’Italia verso la vittoria nei quarti di finale della Coppa Davis e il passaggio alla semifinale con la Svizzera. Un feeling immediato quello tra Fognini e Napoli: il 31 marzo il primo selfie davanti Castel dell’Ovo e il tweet in dialetto: «Quant sì bell Napule». Proprio davanti a un castello unico al mondo, che diventa sfondo notturno del selfie con Flavia Pennetta, l’amica del cuore che lo ha raggiunto a Napoli nel giorno più importante della sfida con la Gran Bretagna e lo ha supportato con forza dalla tribuna. Lei descritta nel tweet, in un misto di inglese e di italiano, come «assistant coach of this epic sunday!!! Too happy. Buona notte mondo».
L’Arena del mare di Napoli domenica ha trascinato Fognini alla vittoria più bella e importante della sua carriera contro il numero 8 del mondo (ormai il talento ligure del tennis italiano è solo a cinque posizioni da Murray, campione in carica di Wimbledon). E lui con il suo gioco ha trascinato il pubblico, fino all’apoteosi con tanto di coro da «’O surdato nnammurato». Come nel calcio, i tifosi partenopei amano chi gioca con classe e con passione, chi regala emozioni con i suoi colpi, chi ci prova sempre anche a costo di sbagliare: le spettacolari e irridenti smorzate di Fognini che hanno annichilito Murray hanno esaltato i napoletani.
Da Napoli a Bra, in Piemonte. Nel nome del tennis. Fabio è stato ieri testimonial del Trofeo Kinder + Sport. «Sono felice di aver contribuito a riportare il tennis sulle prime pagine dei giornali. Speriamo che questo serva anche a portare tanti giovani sui campi». Quindi è sceso in campo con alcuni giovanissimi tennisti. «È bellissimo giocare a tennis con questi bambini – rivela l’azzurro -. Ho un cuginetto che fa le elementari, e gioca a tennis: mi sono divertito come quando sono con lui». Battuta la Gran Bretagna, un po’ di riposo. Poi la prossima settimana l’aspetta il torneo di Montecarlo: giocherà anche il doppio, in coppia con Djokovic, che domenica sera gli ha fatto i complimenti. L’obiettivo è scalare altre posizioni nel ranking Atp. A settembre, la semifinale con la Svizzera, probabilmente a Ginevra. «In Coppa Davis non c’è nulla di certo: ogni partita fa storia a sé e ogni risultato è possibile. Anche contro la Svizzera». Fognini ora non pone limiti ai suoi traguardi e a quelli dell’Italia del tennis. «Sono molto stanco, ma felicissimo. Con la vittoria contro Murray – dice – ho trasformato certi insulti del passato in complimenti. Sono riuscito persino a non fare arrabbiare il mio papà…».

SERRA: “Tennis Club Napoli, una squadra vincente”

Non è Wimbledon ma gustare le fragole con panna sulla terrazza più bella del lungomare partenopeo con i campi da tennis su un lato, il golfo sullo sfondo e Capri a fare da orizzonte non ha eguali. Oggi l’erba di casa mia è decisamente più verde. Il giorno dopo del Tennis club Napoli che ha vinto la sua sfida rifilando un triplice 6-0 ai pessimisti è un misto di orgoglio e malinconia. I primi striscioni che volano giù sono quelli con il simbolo della Davis. Il racchettone davanti all’ingresso è ancora lì a ricordare l’evento. Il presidente del Tennis Club Luca Serra vuole tutti accanto a sé. Un pranzo non ossessionato da orari, protocollo, impegni e contrattempi da risolvere. Tutto è filato liscio e Serra lo rivendica ai suoi e allo staff federale che ha partecipato al conviviale di mezzogiorno.
«Siamo stati una squadra vincente – dice – e con questa coesione potremo fare ancora tanto. Io voglio riportare il grande tennis a Napoli. Questo circolo ha gli uomini, la volontà e la forza per farlo». Due coppe Davis e due World series di America’s cup. Negli ultimi tre anni il Tennis club è stato l’ombelico dello sport internazionale. Pranzo a base di pietanze tipiche napoletane e fragole con panna per chiudere. Come a Wimbledon, meglio di Wimbledon. Accanto l’Arena, la grande protagonista della tre giorni napoletana con i ragazzini del circolo che hanno giocato ieri lì dove Fognini e Seppi hanno compiuto la loro impresa. Tredicimila biglietti venduti. Successo senza precedenti. Sugli spalti anche i bambini delle diocesi più disagiate indicate dal Cardinale Sepe. Quattro di questi potranno seguire corsi gratis per un anno. Esposta anche la cravatta della «Hall of Clerici», quella indossata dai vincitori della Davis in Cile che Gianni Clerici, premiato dai soci giovani del tennis club nella giornata conclusiva di Italia-Gran Bretagna, ha voluto donare al circolo in risposta ad una targa regalatagli dal presidente Serra. «Stanchi ma contenti» è il mantra di viale Dohrn. Prossimo evento a giugno con l’Itf Veterani. Torneo nazionale over 40. Non ci sarà bisogno di arena né di immagini televisive diffuse nel mondo intero, ma l’agonismo sarà lo stesso di Murray e Fognini, interpretato da tennisti con qualche acciacco in più ma con la stessa ferrea volontà di vittoria.

Fonte: Il Mattino.

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