Oltre a Liverpool e Salisburgo, il Napoli nel girone E di Champions League incontrerà anche il Genk. Squadra belga, che la scorsa stagione ha vinto il campionato dopo ben otto anni. Complessivamente, il quarto della sua storia. Una storia famosa soprattutto per il lancio di calciatori che, nel corso degli ultimi anni, si sono rivelati ottimi se non dei veri e propri campioni. E’ il caso di Kalidou Koulibaly, che il Napoli ha prelevato nella finestra di mercato estiva nel 2014 proprio dal Genk. E anche Milinkovic Savic, che oggi è uno dei migliori centrocampisti della Serie A e che se la Lazio decidesse di vendere, ricaverebbe un bel gruzzoletto. I calciatori sono talmente tanti da dover fare, per forza di cose, un elenco: De Bruyne, Courtois, Castagne, Ndidi, Bailey, Casteels, Malinovskyi, Kabasele, Praet, Origi, Defour.
Alcuni di questi hanno giocato solo nelle giovanili dei Mijnjongens Genkies (letteralmente, i ragazzi di Genk), come Praet e Origi, mentre altri hanno fatto parte per alcune stagioni anche della prima squadra: è il caso di Kevin De Bruyne e Thibaut Courtois, che oggi vestono la maglia di Manchester City e Real Madrid, due tra le squadre più forti del pianeta.
Il mercato estivo ha portato il Genk a vendere Leonard Trossard al Brighton per circa 20 milioni di euro e Artem Malinovskyi all’Atalanta. Tra gli acquisti, da notare il centravanti Onuachu del Midtjylland, che il Napoli ha già affrontato nel doppio incontro con i danesi nell’Europa League del 2015/16. Il calciatore più importante è Sander Berge, di professione regista che il Genk rivenderà solo a peso d’oro a partire dalla prossima estate. Della squadra fa anche parte Ianis Hagi, figlio di Gheorghe ed ex calciatore della Fiorentina.
Questa è la formazione con la quale ha affrontato e battuto l’Anderlecht per 1-0 nell’ultimo turno di campionato: Coucke; De Norre, Dewaest, Lucumì, Uronen; Heynen, Berge, Piotrowski; Ito, Samatta, Painstil. All. Felice Mazzù.
L’allenatore, tra l’altro, ha origini italiane: infatti, il padre emigrò dalla Calabria per andare a lavorare nelle miniere del Belgio.
A prescindere da come andranno le cose per il Genk, è impossibile non provare simpatia per una società che, nel corso degli anni, ha lavorato particolarmente bene con i giovani, con alcuni di loro che, nel loro ruolo, sono diventati i migliori al mondo.
A cura di Nico Bastone
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