Antonio Floro Flores, attaccante campano che ha vestito tra le altre le maglie di Genoa, Udinese e Sassuolo, ritiratosi con la maglia della Casertana solo pochi mesi fa, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Calciomercato.it.
“Nei giorni scorsi un suo post a difesa dei calciatori ha fatto molto discutere. Ci racconta meglio il suo pensiero?
“Leggo tanti luoghi comuni, troppi sui social, anche in un’intervista di Salvini ho letto un attacco ai calciatori. Accetto le critiche da chi paga l’abbonamento o il biglietto e fischia o contesta il calciatore, non dai politici. Stiamo da venti giorni chiusi in casa anche perchè hanno rovinato la sanità italiana, si assumessero le loro responsabilità. Sono stato in tanti spogliatoi, ho indossato molte maglie e noi calciatori siamo sempre stati in prima linea per fare solidarietà. È anche fuori luogo paragonare i calciatori o i medici, lungi da me farlo, anzi m’inchino al cospetto di chi per professione salva vite umane ma dovrebbe essere lo Stato a valorizzare il lavoro, certamente non noi calciatori. Abbiamo un talento e il mercato stabilisce prezzi e compensi”.
Pensa che le istituzioni abbiano affrontato il coronavirus senza la giusta preparazione?
“Non è compito mio dirlo, penso solo che io da normale cittadino mi sono reso conto di questo problema molto tempo fa parlando con Fabio e Paolo Cannavaro, bastava rendersi conto di ciò che era successo in Cina e cosa era stato fatto per contrastarlo.
Riguardo alla crisi economica, è preoccupato per il calcio italiano?
“Molto, anche i presidenti guidano delle aziende che magari stanno subendo fortissimi danni, ne usciremo con le ossa rotte. La situazione dei diritti televisivi è molto intricata, non vorrei essere nei panni di Gravina. Eccetto le big che hanno la solidità sufficiente per fronteggiare la tempesta, non so come faranno le altre a reggere l’impatto di questo tsunami. Il calcio sembra un divertimento ma non lo è, ci sono dei sacrifici di tanti componenti che lo mandano avanti, il danno comunque riguarderà tutti gli sport”.
Ha giocato anche in B e C, dove ha completato la carriera. In queste categorie la sensazione è che possa verificarsi un disastro è ancora più forte.
“Sì, in C soprattutto c’erano già delle criticità. Ho giocato alla Casertana, il presidente, che è una persona onesta, ha un’attività collegata al turismo, perciò sono saltati gli stipendi. Ho paura per il calcio italiano, spero di sbagliarmi”.
Passiamo alla sua carriera. Ha qualche rimpianto?
“No, assolutamente non mi lamento, ho vissuto tante esperienze bellissime: il debutto in serie A con la maglia del Napoli, la squadra della mia città, l’esperienza al Genoa, quella ad Udine, la città in cui vivo adesso, la prima salvezza del Sassuolo, l’arrivo al Bari in cui mi hanno accolto benissimo, ho dei ricordi fantastici in ogni piazza in cui ho vissuto. Forse avrei voluto vivere meglio l’esperienza in Spagna, al Granada, ma hanno inciso dei motivi familiari. L’addio al calcio a gennaio è stata una mia scelta, non ne avevo più”.
Cosa vuole fare Floro Flores da grande?
“Stavo frequentando il corso allenatori, purtroppo ora è tutto in stand-by, speriamo che riesca a trovare il mio spazio anche in questa nuova professione”.
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