Anche sulle pagine dell’edizione odierna de “La Repubblica” si affronta il tema del vice-Cavani. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di IamNaples.it:
La buona notizia è il ritorno probabile del bomber uruguaiano, che ieri ha corso e s’è allenato senza problemi: contro il Torino ci dovrebbe essere. Del problema si sapeva già: ma l’assenza di Cavani lo ha messo a nudo in modo definitivo, imponendo al Napoli di correre ai ripari e magari recitare anche un “mea culpa”, per il grave errore di valutazione commesso sul mercato. Serviva un altro centravanti: è inutile negare l’evidenza, aggrappandosi magari alla cattiva sorte che ha influito sul ko di Bergamo. Lo stesso Mazzarri, pur parlando di partita stregata («L’Atalanta ci ha punito al primo e unico tiro in porta, mentre noi abbiamo costruito molte occasioni»), si è dovuto infatti soffermare sull’emergenza in attacco. «La mancanza del Matador si è avvertita, certo. Con lui abbiamo più soluzioni offensive e maggiore profondità», ha ammesso dopo la sconfitta il tecnico azzurro, evitando peraltro di lavare in pubblico i panni sporchi. Brusco il suo “no comment” sulla insostenibile leggerezza del reparto offensivo. «Io alleno i giocatori che ho a mia disposizione: di queste cose discuto solo con la società». E non è un caso, allora, che sia imminente il prossimo vertice con De Laurentiis, il cui rientro in Italia è annunciato per oggi. Il presidente, da Los Angeles, aveva fatto arrivare nei giorni scorsi un invito alla compattezza: «Avanti così, stiamo facendo benissimo». Ora, però, è indispensabile un chiarimento. Al Napoli non serve un balletto delle responsabilità, anche se il caso Vargas sembra una bomba a orologeria. Tutti i problemi in attacco sono nati infatti con l’acquisto del cileno e soprattutto con la sua successiva conferma in estate, che ha sbarrato la strada all’arrivo di un’altra punta. Si sussurra che sia stato De Laurentiis a impuntarsi, dopo aver speso 12 milioni per Turboman. «E ora ce lo teniamo…». Ma in ritiro, a Dimaro, Mazzarri era d’accordo. «Può fare la prima punta: con le debite proporzioni somiglia a Pato. La priorità sul mercato non è il reparto offensivo: davanti ho già quattro giocatori». Con il senno di poi, dopo dieci giornate di campionato e tre turni di Europa League, si può già dire che hanno sbagliato entrambi. Vargas è rimasto e con la sua conferma è sfumata – almeno fino a gennaio – la possibilità di assicurare alla squadra un potenziale offensivo all’altezza delle sue ambizioni. Controverse anche le qualità del cileno, già indecifrabile di suo e messo nelle ultime partite nelle condizioni di fare perfino peggio. Il Napoli lo aveva acquistato come potenziale erede di Lavezzi, adesso gli sta chiedendo di fare il vice di Cavani, salvo lasciarlo in panchina quando il titolare non c’è: contro Chievo e Atalanta. È evidente che nella gestione del tenero Turboman stia mancando un po’ di coerenza, col concreto pericolo che sia svalutato anche un capitale della società. I numeri parlano chiaro, riconducendo quasi tutte le difficoltà del Napoli proprio al mal d’attacco. Gli azzurri soffrono in trasferta: tre sconfitte nelle ultime quattro sfide e due gol segnati, su rigore. Non sono capaci di rimontare e sono finiti ko ogni volta che si sono trovati in svantaggio (Psv, Juve, Dnipro, Atalanta). E sono Cavanidipendenti, come s’è visto in Europa e pure a Bergamo. Tutti problemi collegati alla mancanza di un altro centravanti, che a questo punto dovrà arrivare a gennaio. Circolano i nomi di Floccari, Bianchi, Caracciolo e Ibarbo. Ma prima ci saranno due mesi decisivi, per la stagione di Mazzarri. Non gli rimane che sperare nella salute del Matador: altrimenti l’errore commesso in estate rischia di diventare irreparabile.
Fonte: La Repubblica
La Redazione
L.D.M.
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