Il Napoli torna dalla difficile trasferta di Firenze con tre punti e una certezza: la squadra sta crescendo. A pochi mesi dall’arrivo di Benitez, il Napoli ha già acquisito una propria identità e sta sviluppando un proprio gioco su due cardini precisi: la propositività e la coralità.
I risultati fin qui raggiunti aiutano la squadra nella sua fase di crescita. Delle tredici partite ufficiali fin qui giocate, gli uomini di Benitez hanno fallito completamente solo la trasferta con l’Arsenal e in parte quelle con il Sassuolo (peccando di presunzione), l’approccio alla gara con la Roma e il secondo tempo con la Fiorentina.
LA PARTITA – Bene essere onesti, il Napoli a Firenze non meritava di vincere. Il rigore su Cuadrado a pochi minuti dal fischio finale era netto e avrebbe potuto regalare alla Fiorentina un pareggio meritatissimo. Quella al Franchi sarà una trasferta difficile per tutte le squadre ed i tre punti raccolti con un po’ di fortuna dal Napoli potrebbero avere un peso importante nel prosieguo del campionato.
La partita è stata bella ed equilibrata nel primo tempo. Le squadre si sono affrontate su ritmi alti e provando sempre a costruire il gioco più che a distruggerlo. La Fiorentina di Montella ha giocato bene, muovendosi in maniera intelligente, attaccando con molti uomini, variando le soluzioni offensive provando sia la velocità sugli esterni con Joaquin e Cuadrado, che gli attacchi in zona centrale con il fraseggio di qualità dei suoi centrocampisti e i movimenti di un ritrovato Giuseppe Rossi. Il Napoli ha chiuso il tempo in vantaggio grazie al tasso tecnico e al maggior cinismo dei suo attaccanti. Da applausi i due goal di Callejon e Mertens, entrambi favoriti da assist di gran fattura di un Higuaín sempre più uomo squadra.
Nel secondo tempo il Napoli ha subito un netto calo fisico, ha arretrato il suo raggio d’azione e ha lasciato alla Fiorentina, complice anche la sostituzione di Higuaín, la possibilità di sviluppare con continuità la fase d’attacco. I viola hanno schiacciato il Napoli nella propria metà campo e si sono resi pericolosi in più di un’occasione. Fino al citato errore arbitrale che ha negato, ingiustamente, il pareggio ai toscani.
PASTICCIO ARBITRALE – Purtroppo l’ultimo errore, decisivo, sul fallo da rigore di Inler su Cuadrado non è stato l’unico di una serata in chiaro scuro per l’arbitro Calvarese, che ha alternato scelte felici ad altre più controverse.
In generale non ha mantenuto equilibrio nella gestione dei cartellini e nella valutazione dei falli in area. Il contatto su Savic che ha procurato il rigore del pareggio della Fiorentina non è diverso da quello di Roncaglia su Mertens nel secondo tempo. Se l’arbitro di Teramo avesse applicato un criterio di giudizio coerente avrebbe dovuto scegliere per il rigore anche nella seconda ipotesi o negarli entrambi. In definitiva un arbitraggio insufficiente e non all’altezza della sfida di cartello.
LA ROMA E LE ALTRE – La squadra di Garcia ha battuto il Chievo Verona nel posticipo di ieri sera e ha stabilito il record di dieci vittorie nelle prime dieci partite di campionato ed è meritatamente in cima alla classifica. Una vittoria non spettacolare ma meritata contro un’avversaria storicamente ostica per la squadra capitolina.
I giallorossi non possono più nascondersi: per lo scudetto ci sono anche loro. Gli eccezionali risultati della Roma sono frutto di un gioco organizzato, di una squadra che corre tanto e ha tanta fame.
L’assenza d’impegni europei la rende la favorita per la vittoria del campionato, benché la Juventus sia ancora la squadra più forte e il Napoli abbia una lunga più lunga e di maggiore qualità. Piccolissimi ritocchi nel mercato invernale potrebbero dare ancora più sostanza alla corsa scudetto della Roma. Le sorti europee di Juventus e Napoli sono una variabile che potrebbe rivelarsi decisiva per l’esito del campionato.
Dietro il terzetto di testa non sono da sottovalutare l’Inter e la Fiorentina. Anche la squadra di Mazzarri può godere del vantaggio di non giocare in Europa e il tecnico toscano è capace di tirar fuori il meglio dalla rosa a disposizione che, nonostante qualche carenza sugli esterni, è di valore. Non è inverosimile pensare che la nuova proprietà indonesiana a gennaio possa compiere i primi investimenti in sede di mercato. A quel punto, i nerazzurri potrebbero rilanciare le proprie ambizioni.
La qualità del gioco della Fiorentina sta sopperendo alla mancanza di un attaccante di peso e tecnica qual è Mario Gomez e, solo in parte, alle carenze del reparto difensivo, dove l’assenza di un centrale difensivo e un portiere di valore spesso hanno pregiudicato il risultato. Col recupero del tedesco e un paio di acquisti mirati a gennaio, la Fiorentina potrà di certo competere per un piazzamento Champions.
VERSO LA JUVENTUS: IL CATANIA E LA CHAMPIONS – Il ciclo di sette partite in poco più di venti giorni si chiude con due partite di grande peso per l’andamento della stagione del Napoli. La partita casalinga del 6 novembre con il Marsiglia è assolutamente da vincere per sperare nella qualificazione alla fase ad eliminazione diretta della Champions. Come tutte le partite da vincere ad ogni costo nasconde molte insidie. Quattro giorni dopo, gli uomini di Benitez saranno chiamati alla difficilissima trasferta di Torino con la Juventus. I significati della partita vanno ben oltre quelli descritti dalla classifica odierna. Da sempre quella ai bianconeri è la sfida dell’anno.
Una settimana intensa che rischia di distogliere l’attenzione dall’impegno casalingo con il Catania. La disparità dei valori in campo rende univoci i pronostici, ma le partite si vincono in campo e un approccio deciso è fondamentale per evitare serate come quelle con il Sassuolo. Benitez dovrà mantenere alta la concentrazione dei suoi calciatori, gestendone al meglio le forze per arrivare ben preparati ai difficili impegni della prossima settimana.
La turnazione imposta dall’allenatore è una delle novità della gestione Benitez. Abbandonato il concetto di “titolarissimi”, così caro a Mazzarri, il tecnico spagnolo sta riuscendo nel compito di far sentire ogni calciatore sullo stesso livello di chi, di volta in volta, va in campo. Una sana competizione che tiene alte le motivazioni di ognuno.
Il compito dell’allenatore, nel medio termine, è quello di arrivare a gennaio raggiungendo il massimo dei risultati possibili, in ragione della rosa a disposizione, al netto degli infortuni di calciatori importanti come quelli recenti di Zuniga, Britos o Higuaín. Quello, imprescindibile, della società è di operare con intelligenza nel mercato di gennaio, senza lesinare sull’impegno economico per non vanificare la possibilità di competere per lo scudetto e ben figurare in Champions. Il livello del campionato, almeno per quanto riguarda le prime sei squadre, si è alzato molto. Il pericolo di finire fuori dalle posizioni Champions non è irreale.
Le recenti parole del presidente sul mercato De Laurentiis lasciano ben sperare. Il Napoli ha bisogno di 3/4 innesti di qualità, alla luce delle carenze attuali della rosa e di possibili partenze.
In vista della probabile cessione di Cannavaro, serve un centrale dal passo veloce e bravo in marcatura. Per completare la rosa occorre poi acquistare un giocatore di fascia capace di giocare indifferentemente sui due lati del campo e un regista bravo nelle due fasi.
L’ultimo rinforzo necessario è quello di un attaccante centrale, in grado di sopperire alle assenze di Higuaín senza snaturare il gioco della squadra. È fondamentale individuare un calciatore dotato tecnicamente e che sia in grado di far salire la squadra. L’acquisto dell’attaccante è necessario a prescindere dalla gestione di Duvàn Zapata. Nei prossimi due mesi Benitez continuerà a lavorare sulla crescita del colombiano. Entro gennaio si dovrà decidere se lasciarlo in rosa o farlo tornare in Argentina per completare la sua maturazione.
Manca poco per essere vincenti. Il tempo è maturo. La scelta di Benitez è un’indicazione importante sulle prospettive del nuovo Napoli di De Laurentiis. Peccare di scarso coraggio adesso sarebbe un errore imperdonabile.
Servizio a cura di Pompilio Salerno
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