Pepito ci prova. Nessuno ha nascosto la soddisfazione quando Pepito sotto gli occhi di Montella (presente anche Eduardo Macia) si è messo la pettorina gialla e ha iniziato la partitella a ranghi contrapposti. Via libera anche ai contrasti: lui non si è tirato indietro e il frammento di ripresa tv di Violachannel mostra un Rossi che arretra e cerca di portar via la palla a un avversario-compagno. Ovviamente è solo un inizio, una prova, la prima, sapendo che ogni giorno Pepito sarà monitorato. Ogni sua sensazione verrà registrata in vista di un eventuale via libera definitivo. Oggi, per esempio, ci sarà un doppio allenamento, il tutto allentando ulteriormente le redini del giocatore viola. Montella e i suoi collaboratori di fatto organizzeranno degli step progressivi (compresa un’ecografia), l’obiettivo è davvero quello di portare Rossi in panchina a Bologna e provare, se tutto andrà bene, a fargli giocare un quarto d’ora, forse anche qualcosa di più proprio per portarlo più avanti prima della finale con il Napoli. Certo che ogni giorno sarà quello giusto per implementare o per bloccare il lavoro. La speranza c’è, ma c’è anche l’obbligo assoluto di non rischiare.
Il calvario di Rossi era iniziato il 5 gennaio 2014, nel derby toscano contro il Livorno, quando il difensore Rinaudo è franato addosso a Pepito. Dopo una prima risonanza magnetica effettuata a Firenze (trauma distorsivo del ginocchio destro, lo stesso precedentemente operato, e lesione di secondo grado del collaterale mediale), Pepito è volato negli Stati Uniti dal professor Steadman. Scongiurato il ricorso all’ennesimo intervento chirurgico, per l’attaccante viole è cominciata la prima fase riabilitativa a New York. Dal 21 marzo Rossi è tornato progressivamente in campo. Vuole esserci per la finale di Coppa Italia contro il Napoli e, magari, subito dopo strappare una convocazione mondiale al Ct Prandelli.
Gomez ai box. Nell’ambiente viola si assicura che Mario Gomez ha la stessa voglia e la stessa determinazione di Rossi nel cercare di recuperare per la finale di coppa Italia, il tutto anche per tacitare i sussurri malevoli di chi mormora che Gomez a differenza di Rossi penserebbe più a cercare di farsi trovare pronto per la propria Nazionale piuttosto che per la squadra viola. Resta il fatto che Mario è ancora ai box, si allena ma a distanza dal campo. La cosa è anche comprensibile visto che è tornato da poco, ma è preoccupante considerato che a questo punto non è certo facile che possa essere a disposizione per Bologna. Intanto domani c’è forse la possibilità di vederlo in campo con i compagni. Sarebbe un segnale fondamentale, in caso contrario tutto si farebbe più difficile.
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