Benedetta sia la finale. E suggestivo è lo scenario della vigilia che il Napoli e la Fiorentina stanno provando ad allestire fianco a fianco a otto giorni dalla grande sfida di Coppa Italia: tutti insieme al cospetto di Papa Francesco. Sì, è questa la speranza tanto emozionante quanto intensa che lega i due club lontano dal campo, e con un animo decisamente diverso rispetto alla battaglia sportiva annunciata, in vista dell’ultimo atto che vale il trofeo, in programma nella notte di sabato 3 maggio all’Olimpico. A Roma. La città santa. La città giusta per arricchire il carnet di un incontro unico: con il Papa. In udienza privata.
IL PRECEDENTE – E allora, il campionato, Mazzarri e il Bologna dietro l’angolo, ma la finale di Coppa nella mente. Fissa, come un chiodo, e soprattutto come un’esperienza da arricchire con un incontro indimenticabile da vivere e poi raccontare: con Papa Francesco, in Vaticano, proprio come accadde ai giocatori della Nazionale italiana e della Seleccion argentina in estate, il giorno prima dell’amichevole andata in scena all’Olimpico il 14 agosto 2013. Per gli azzurri Insigne, Maggio, Higuain e Fernandez e per il viola Aquilani, presenti già all’epoca perché nell’elenco dei convocati dei C.t. Prandelli e Sabella, sarebbe uno splendido refrain.
L’ATTESA – Sì, i giocatori delle due squadre tengono moltissimo a questa opportunità e s’informano di continuo; senza contare l’emozione pura di gente come il Pipita, Fernandez, Roncaglia e Gonzalo Rodriguez: per loro, Sua Santità è Francisco d’Argentina. Un colpo al cuore e un nodo in gola. Stretto sin da ora, nell’attesa di una risposta: il piano, messo in piedi dopo l’idea lanciata dalla Fiorentina e subito sposata dal Napoli, non è agevole, nel senso che gli impegni sono numerosi e l’agenda decisamente ristretta. Per tutti. In special modo per il Papa. Il tempo a disposizione, tra l’altro, è davvero ridotto al minimo: le giornate giuste potrebbero essere il prossimo giovedì o il prossimo venerdì, ovvero l’immediata vigilia della finale, e non è un caso che il programma organizzativo della trasferta romana, a partire dagli spostamenti, non sia stato ancora stilato da nessuno nei minimi dettagli. Tutto dipende dalla fattibilità dell’incontro.
LA DIFFICOLTA’ – Le parti in causa, comunque, sono al lavoro: si spera, si corre, si prova a far collimare tutto quanto serve, ma l’incertezza regna ancora sovrana. A conti fatti, proprio facile non è organizzare l’incontro con il Papa, però a prescindere dall’esito restano l’idea, davvero bella, e l’intenzione di due club rivali sul campo di marciare uniti verso un’esperienza intensa come poche altre. Sua Santità, tra l’altro, è anche un vero appassionato di calcio nonché un tifoso del San Lorenzo, la squadra da cui il Napoli, per intenderci, acquistò Ezequiel Lavezzi nell’estate 2007. In suo onore, tra l’altro, il club di Santa Fe regalò al Papa anche una maglia della squadra con il nome: Francisco.
LA PARTITA – Suggestioni ed emozioni a parte, insomma, non resta che attendere. Non resta che preparare i rispettivi impegni di campionato – gli azzurri con Inter di Mazzarri e i viola con il Bologna – e poi dedicarsi interamente alla grande sfida dell’Olimpico. Quella che potrebbe regalare la decima coppa a Rafa o magari la prima a Montella; quella che, in ogni caso, sarà un successo di pubblico: i biglietti a disposizione del popolo del Napoli sono già esauriti, mentre molto esigue sono le scorte a disposizione della Fiorentina. La caccia al biglietto, comunque, è spasmodica soprattutto in casa azzurri, e i giocatori stessi continuano a contare e a scremare le innumerevoli richieste di parenti e amici.
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Fonte: Corriere dello Sport
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