Ecco le parole di Iachini durante la conferenza stampa di presentazione come nuovo allenatore della Fiorentina: “Ho conosciuto Commisso che mi ha detto di rivedersi in me. Ringrazio lui e tutti i dirigenti. Saluto anche Montella con cui ho un buon rapporto e gli faccio un in bocca al lupo per il futuro. Gli auguro le migliori fortune. Sono molto felice di essere tornato nella mia seconda casa. Ho tanti ricordi qui e conosco tante persone. Ho un grande rapporto di stima e affetto nei confronti della città e dei tifosi che mi hanno sempre ricordato anche da avversario. Se sono arrivato qui è anche per ripagare la stima e la fiducia di tutti. Affronto questa avventura con grande entusiasmo e con la voglia di lavorare sul campo. Voglio trasmettere ai giocatori tutta la mia passione. Voglio una squadra organizzata ma con uno spirito che ci permetta di farci onore su tutti i campi. Questo è quello che chiedo: attaccamento alla maglia e grande professionalità. Conosco quasi tutti e sono convinto che hanno questi valori dentro. Attraversano un momento particolare ma siamo pronti per tirarsi su le maniche con la cura del particolare e con la volontà di ribaltare una situazione più complicata del previsto. Siamo pronti”.
Qual è la malattia di questa squadra?
“Ho sentito parlare con piacere di quello che può essere il mio attaccamento e la grinta. Io però cerco di dare anche una organizzazione di gioco e una mentalità adeguata. Cercheremo di capire perché questa squadra ha avuto dei problemi. Penso e spero di poterci riuscire nel giro di qualche settimana. Non ho la bacchetta magica, credo solo in una cosa, ovvero il lavoro. I risultati arrivano solo tramite questo. Mi sono già fatto un’idea ma dovrò andare a ritirare fuori quello che i ragazzi hanno dentro. Forse la pressione li ha fatti rendere meno, ma andremo a lavorare su tutti gli aspetti”.
Quale ruolo dovrà ricoprire Chiesa?
“Non sono un integralista del modulo. Contano le caratteristiche dei giocatori. Questa è una rosa che ha qualità e che ha un bel mix di esperienza e gioventù. Sono convinto che potranno tornare presto competitivi. Tutti i moduli possono essere giusti o sbagliati. Conta l’interpretazione. Lavorerò affinché la squadra sia sempre più unita e che con la compattezza e l’identità si possa raggiungere il risultato. Vedremo più avanti, fra un po’ di giorni sarò più preciso. Ho qualche idea ma la tengo per me. Ho parlato con Chiesa a Natale. Mi sono visto tutte le partite per capire cosa dovevamo fare e lui era al campo con me diversi giorni rinunciando alle vacanze su mia richiesta. E’ un bravo ragazzo, a posto e di sani principi. Ha voglia di fare il bene della Fiorentina. Sono stato molto felice di poterci parlare e sono convinto che recupererà in presto ed è un giocatore che può fare più ruoli. E’ un jolly prezioso per la nostra squadra, ci darà una grande mano”.
Qual è l’obiettivo della sua Fiorentina?
“Non mi pongo obiettivi primari e secondari. La realtà della classifica è questa. Non vendo fumo, sono concreto. Una partita dopo l’altra vogliamo fare più punti possibili. Se raggiungeremo la salvezza non ci fermeremo e cercheremo di fare il massimo sempre raggiungendo posizioni più consone alla storia della Fiorentina. Restiamo con i piedi per terra per capire la malattia che abbiamo, curarla e fare i punti che servono per rivitalizzare una squadra che dovrà scalare la classifica. Io guardo avanti, non indietro”.
E’ l’esperienza più importante della sua carriera?
“Mi è capitato di fare tanta gavetta. Ho ottenuto risultati importanti. Ovunque sono andato ho cercato di dare mentalità e organizzazione. Nello stesso tempo abbiamo avuto anche la fortuna e la capacità di valorizzare tanti ragazzi che sono nel panorama internazionale. Ho la convinzione che questo sia un altro appuntamento importante del nostro percorso. Lo affronto con un piacere particolare perché torno in una città che amo e in un ambiente al quale sono sempre stato legato. Ho fatto il tifo per la Fiorentina anche quando sono andato via. Devo però avere la giusta attenzione e lucidità per fare il meglio per la squadra per il bene di società e tifosi. Per me è una sfida importante che voglio vincere con la partecipazione di tutti, anche della stampa. Abbiamo voglia di far bene e di far tornare la Fiorentina in posizioni giuste di classifica. Detto questo: c’è da lavorare tanto”.
Ha chiamato tutti i giocatori dopo la firma?
“Ho chiamato tutti i calciatori uno a uno per potergli fare gli auguri e dargli un programma di lavoro. 9 giorni sono lunghissimi. Abbiamo dato un programma per cercare di andare a lavorare sotto alcuni aspetti su cui lavoreremo da domani. Ci siamo salutati cordialmente e ho manifestato la mia voglia di averli alle mie dipendenze. Hanno tutti delle qualità importanti e delle caratteristiche inespresse. Ci sono delle situazioni in certe annate che prendono una china particolare e con i giocatori che sentono le pressioni di una città come Firenze. Ci vuole la personalità per affrontare situazioni e partite per raccogliere risultati. Fare i giocatori quando si vince, sono bravi tutti, è quando si perde che diventa affascinante rincorrere un obiettivo. E’ qui che si vedono gli uomini”.
Ha le idee chiare sul mercato?
“Non abbiamo ancora parlato anche se io ho le idee molto chiare. Conosco la squadra e le caratteristiche. Per rendere la squadra più omogenea serve qualcosa, soprattutto secondo la mia visione”.
Quale sarà il ruolo di Aquilani nel suo staff?
“E’ un ragazzo che conosco da tempo, che ha ottimi doti di lavoro e professionalità. Avendo la possibilità di ritrovarlo qui alla Fiorentina, ho chiesto per poterlo inserire nello staff perché merita attenzione”.
Ha ricevuto un messaggio particolare da un suo ex compagno viola?
“Ho ricevuto tantissimi messaggi. Uno più degli altri, perché mi ha toccato, è stato quello del sindaco Nardella. Non me lo aspettavo. Mi ha dato il benvenuto e mi ha fatto capire quanto ci sia attaccamento da parte della città nei confronti dell’uomo”.
Dove temi che ci sia più da lavorare?
“Non tocco mai quello che è stato il passato. Nelle ultime due stagioni, col Sassuolo, siamo arrivati all’11° posto prendendo la squadra penultima. Anche a Empoli sono andato via con la squadra salva dopo aver rivoluzionato la situazione tattica. Sono abituato a queste situazioni. Faremo dei test, anche fisici, per capire cosa serve al mio modo di pensare il calcio. Devo creare i presupposti affinché i giocatori siano pronti per il mio gioco. Lavoreremo per far sì che la squadra sia sempre più figlia del proprio tecnico. Non so quanto ci vorrà, ma farò tante valutazioni e poi capiremo insieme come arrivare alla mia idea di squadra”.
Cosa pensa di Pedro e cosa può darle?
“E’ un ragazzo che ho visto. In questi giorni ancora di più. Aspetto di vederlo sul campo per valutarlo. E’ un ragazzo che dimostra di avere delle qualità. Ha un infortunio al ginocchio che lo ha rallentato. Prendo l’esempio di Del Piero: ci ha messo un anno e mezzo per recuperare. Il mio pensiero è sul percorso di recupero. Valuteremo fisicamente come sta e dopo questa valutazione potrò dare una risposta più precisa. Decideremo comunque insieme alla società”.
La giovane età è stato un limite della squadra?
“I giovani sono una risorsa importante per la società ma anche per la squadra e l’allenatore. Portano entusiasmo. Ci sono anche giocatori esperti che hanno un passato importante. Noi dobbiamo avere una squadra che insieme sia squadra. Siamo una cosa sola, siamo la Fiorentina e dobbiamo dimostrarlo. Non cambia niente la carta d’identità, conta chi corre e chi saprà dimostrare cosa può dare. Per lo sviluppo, per la mia visione di calcio che ho io, di questo ne parlerò con i direttori e andremo insieme a vedere chi inserire a gennaio per migliorare anche questo aspetto”.
Che idea si è fatto di Castrovilli?
“E’ un centrocampista di qualità. I centrocampisti con me hanno sempre fatto tanti gol anche se la squadra dovrà essere equilibrata. Andremo a lavorare anche sotto questo aspetto. I gol devono arrivare anche da dietro. Lui come gli altri, dovranno partecipare di più all’azione. Un centrocampista vero è quando ha 7-8 gol alla fine dell’anno. Castrovilli ha questo potenziale, come altri ragazzi che abbiamo a disposizione”.
Che emozione è allenare uno come Ribery?
“E’ un piacere. Mi ha richiamato dopo che non l’avevo trovato al telefono. Sono convinto che sia sul campo che nello spogliatoio sia una risorsa per personalità ed esperienza. Non potrà altro che far bene a tutti, partendo dai ragazzi più giovani”.
Quando ci sono stati i primi contatti?
“I contatti si sono verificati dopo la partita persa contro la Roma. Lì ho parlato per la prima volta con i direttori. Nello stesso tempo, già mi erano arrivate altre proposte che non avevo accettato in Serie A e all’estero, anche una Nazionale. Ho aspettato perché non ritenevo opportuno i progetti proposti. E’ arrivata la chiamata della Fiorentina, ho avuto il piacere di conoscere Commisso e Barone, molto attaccati alla Fiorentina. Una cosa importante per poter creare dei presupposti in vista del futuro. La Fiorentina ha il vantaggio di avere delle persone che non faranno altro che il bene della società e della città. Sono contento di poter far parte di questa squadra e lo verificheremo sul campo”.
Zurkowski ha giocato poco con Montella, pensa che potrà avere più spazio?
“È un giocatore che avevo seguito anche in passato, ha qualità e ci andrò a lavorare. Con il pensiero che possa crescere ulteriormente perché fa intravedere buone qualità. Poi sarà il campo a parlare”.
Lei conosce bene Lirola, cosa pensa di lui visto il grande investimento estivo da parte della società?
“Abbiamo condiviso un bel percorso insieme a Sassuolo. Sono convinto che abbia le potenzialità per riprendersi e dare il meglio. Ha un carattere troppo tenero, deve diventare un po’ più ignorante perché si possa adattare il prima possibile. Voglio che dimostri il valore che giustamente in estate gli ha dato la Fiorentina”.
C’è qualcosa che vuole dire ai tifosi?
“Sono sicuro che ci daranno il solito sostegno. Hanno portato grande entusiasmo e restando tutti compatti la strada per risalire sarà più semplice. Anche se all’inizio qualche difficoltà me la immagino. Non devo vedere al metro, ma al kilometro: e lì ci saranno delle soddisfazioni”.
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