Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha parlato così a Parlamento Gr:
“Ora no, non ci si può allenare. Speriamo che succeda presto, ma non è finita. Non corriamo troppo avanti, non sappiamo quando arriveremo a zero nuovi casi. Spero che al Sud, dove non ci sono le attrezzature del Nord, non arrivi. Siamo più positivi ma non del tutto: c’è gente che in Italia non lavora, l’economia è distrutta”.
La situazione in America:
“Voglio paragonare questa situazione all’Italia: fino ad oggi in America abbiamo 2000 morti, in Italia oltre 10.000. La situazione è più critica rispetto a New York: io e la mia famiglia siamo a casa da due settimane. In Mediacom abbiamo avuto un solo caso positivo, nella Fiorentina ben dodici. Purtroppo in Italia la situazione è più critica. Noi della Fiorentina abbiamo iniziato le donazioni agli ospedali dal 17 marzo, destinate alla città metropolitana di Firenze. Siamo a oltre 700mila euro raccolti, ed è la cosa più grande fatta in tutta la Toscana. Idem in America, non c’è nessun fondo così grande. Di questo sono contento: ci sono oltre 2000 donatori americani, molti dall’Italia. Piccoli o grandi, ognuno è importante. Abbiamo già cominciato a distribuire le risorse agli ospedali, stanno prendendo ecografi, ventilatori e attrezzature per le terapie intensive e sub-intensive. Ho avuto, sui 12 casi, 5 o 6 che sono finiti in ospedale, ma grazie a Dio ora sono tutti fuori”.
La Juventus ha mostrato un esempio, tagliando gli stipendi. Lei come si comporterà?
“Noi siamo un’azienda, la Juventus ha preso una buona iniziativa. Noi abbiamo una situazione di grande solidità, ma studiamo comunque qualcosa per il futuro, per aiutare il calcio italiano. La cosa buona di questo trauma è che ognuno si è riavvicinato alla comunità, alla squadra, ai compagni. La Fiorentina umanamente si è fatta più forte. C’è una grande possibilità che questo campionato non finisca, io non so. Dobbiamo andare avanti, pensando che c’è probabilità che non si giochi più in questa stagione”.
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