L’ultima voce è quella che lo vuole nel mirino del Psg, ma Federico Bernardeschi sembra ermetico: “Credo che un calciatore debba pensare al campo. Poi quello che verrà non è un problema mio. Devo lavorare per migliorare sempre di più e poi vedremo cosa succederà“, ha detto in un’intervista esclusiva a Premium Sport. Il talento della Fiorentina poi elogia Sousa: “Con lui ho un bellissimo rapporto. Mi ha dato tanto fin da subito”.
Sul 2016 della Fiorentina: “Penso sia stato un anno moto positivo. Abbiamo fatto vedere chi siamo, attraverso il nostro gioco, le nostre qualità e le nostre idee. Non è facile trasmettere questo alla gente, per questo credo sia stato positivo”.
Sul punto più alto e più basso del 2016: “Il punto più in alto è stato quando alla fine del girone d’andata dello scorso anno eravamo in testa alla classifica. Il punto più critico è stato quando provavamo a esprimere il nostro gioco ma non venivano i risultati. E poi subentrano una serie di cose all’interno della squadra che demoralizzano un po’ il gruppo”.
Sul 2016 personale: “Per me è stato l’anno dell’Europeo. E’ stata un’emozione fantastica far parte di un gruppo del genere e prendere parte a un Europeo a 22 anni” .
Sul Bernardeschi come persona: “Sono un uomo che si fida di sé stesso, sono sicuro delle mie idee e cerco di trasmettere sempre prima la mia umanità che il mio essere calciatore. Sono umile e ho una fortissima passione per il calcio. Io vivo giorno per giorno ma voglio sempre fare qualcosa in più: mi sento sempre meglio e credo che sia uno dei momenti più belli della mia vita”.
Sul paragone che i tifosi fanno con Antognoni e Baggio: “In questo momento mi stanno regalando tanto e li ringrazio. Quando vieni paragonato a campioni di quel calibro è una soddisfazione enorme. Bisogna meritarselo ogni giorno, lavorando, facendo sacrifici, restando concentrato e umile: bisogna sempre stare sul pezzo”.
Sulla scelta del numero 10: “Avevo questa idea in testa già da un po’ di anni. Il primo anno ero infortunato e il 10 era occupato ma la stagione seguente ho preso coscienza di me stesso e sono andato dai senatori per chiedere e capire se poteva essere visto come un gesto presuntuoso. Loro mi hanno detto che non c’erano problemi e allora l’ho preso”.
Su Sousa: “Con il mister ho un bellissimo rapporto, sia umano che da professionisti. Mi ha dato tanto fin da subito. Mi stupì molto quando tornai dall’europeo con l’under 21 in cui mi disse che credeva in me nonostante l’infortunio. Ha subito avuto un impatto forte su di me e da quel momento è andato tutto liscio e sono molto contento”.
Sul sogno Champions: “Noi dobbiamo pensare a noi stessi. Partita dopo partita possiamo fare sempre meglio, siamo partiti malino, adesso siamo più consapevoli della nostra forza e stiamo venendo fuori. Arrivare in Champions sarà dura, il campionato è equilibratissimo, ci sono tante squadre forti e noi dobbiamo puntare a dove siamo sempre arrivati, a confermarci in Europa League. Poi se dovesse arrivare qualcosa di più sarà ancora meglio”.
Sulle parole di Ilicic che ha detto che in Italia dopo la Juve ci può stare chiunque: “La Juve è di un’altra categoria, sia come giocatori che come società perché non è facile ripetersi per molti anni di seguito. Poi dietro ci sono altre squadre forti come la Roma, il Napoli, il Milan che sta venendo fuori e la Lazio. Ma noi siamo lì perché abbiamo le qualità per stare lì e ci dobbiamo restare”.
Sulle continue voci di mercato che lo accostano ai più grandi club del mondo: “Credo che un calciatore debba pensare al campo. Poi quello che verrà non è un problema mio. Devo lavorare per migliorare sempre di più e poi vedremo cosa succederà”.
Sul fatto di voler diventare un leader: “Io ce la metto tutta ma non perché sia un obbligo. A me piace ma siamo una squadra e all’interno di un gruppo ci sono i leader, gli allenatori e tutto lo staff. Non è che si alza la mano e si decide di essere leader, è uno status che ti devi conquistare piano piano, lavorando duramente e facendo vedere ai compagni che sei sempre il primo a dare tutto”.
Sui giocatori più forti al mondo, ruolo per ruolo: “Il portiere Buffon, in difesa direi Sergio Ramos, a centrocampo dico Iniesta che mi ha impressionato tantissimo dal vivo e poi davanti Messi, Ronaldo, Neymar e Suarez. Sono questi i più forti”.
Sul fatto di essere nato lo stesso giorno di Valentino Rossi: “Mi ricordo che ero alle medie e dentro il diario scolastico c’era una frase celebre per ogni giorno dell’anno. Io per curiosità andai a vedere il giorno del mio compleanno e vidi la frase di Valentino Rossi che diceva ‘Questo è il giorno dei fenomeni’ . Mi misi a ridere e poi scoprì che anche lui era nato quel giorno. E’ una frase che mi è sempre rimasta impressa”.
Sulla fede cristiana e la presenza di Dio: “Io sento sempre la sua presenza. Devi crederci tanto e quando ho avuto bisogno di lui mi ha sempre dato delle risposte. Per me è stato fondamentale, poi ognuno ha le sue visioni, ma a me ha fatto crescere e mi aiutato tantissimo”.
Su un desiderio per il 2017: “Mi accontenterei di una coppa…”
Fonte: Sportmediaset
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