Da oggetto misterioso a stella. Nella vita questo passo è enorme, ma nel calcio può avere la durata di un istante: magari il tempo in cui il pallone impiega per disegnare una parabola perfetta e infilarsi nella porta. Duvan Zapata esce dall’anonimato segnando un gran gol al Velodrome, il primo in assoluto con la maglia del Napoli ed entra direttamente nel novero degli autori di gol stellari di questa edizione della Champions League.
E pensare che quando Rafa Benitez lo ha mandato in campo tutta Napoli tremava: “Ma come, manda Zapata in campo? E Pandev?”. Sì perché le prime uscite del colosso colombiano arrivato in estate non sono state per nulla confortanti. E neanche a farlo apposta il club azzurro lo ha fatto arrivare in sordina (era il 24 agosto, mancavano pochi giorni alla chiusura del mercato) senza neanche presentarlo alla stampa. La sua voce è stata udita per la prima volta nel dopo gara del Velodrome, e Zapata è stata una scoperta per tutti: anche i giornalisti che mai hanno avuto la possibilità di vederlo in allenamento, visto che questi sono eternamente a porte chiuse.
E quindi ci ha pensato lui a strapparsi di dosso la divisa trasparente dell’anonimato: sul suo volto da duro si è stampato un sorriso allegro e gioviale di 20enne, che di cattivo non ha proprio nulla. Semmai, tanta umiltà:
“Benitez ha ragione, devo ancora imparare il calcio italiano. Mi sto inserendo lentamente, ma piano piano sto capendo la nuova realtà. Mi impegnerò per imparare l’italiano in fretta”, ha detto quasi scusandosi per quella prodezza inaspettata. Lui ci sta provando ad ambientarsi: gli manca la sua compagna e suo figlio, ma ad aiutarlo ci sono i suoi genitori, arrivati una decina di giorni fa dalla Colombia.
Duvan Zapata è nato nel 1991 a Cali in Colombia: ha fatto vedere le cose migliori in Argentina, dove ha cominciato a giocare nel 2011, quando è passato all’Estudiantes. Il debutto il 26 settembre col Belgrano, segnando un gol meraviglioso in Primera Division. Un esordio da applausi, un po’ come quello in Champions col Napoli. Le presenze furono soltanto 11, ma le reti arrivarono a 5. Niente male. Al Napoli viene proposto nell’affare Jackson Martinez, perché i suoi agenti (gli stessi di Neto e Villas-Boas, tutti trattati dal Napoli) erano tra gli intermediari nella trattativa per Jackson Martinez. Ci hanno provato a paragonare Zapata al bomber del Porto, e forse sono pure riusciti a convincere Bigon, tanto da far sborsare a De Laurentiis 5,5 milioni per prenderlo a titolo definitivo. Una scommessa, senza dubbio.
Le sue caratteristiche sono quelle della prima punta poderosa fisicamente, giocatore d’area di rigore. Forte di testa, ma anche tecnicamente. A chi lo ha seguito in Argentina ricordava molto Zalayeta, ai più entusiasti perfino Vieri. Certo, gli manca velocità e movimento senza palla, ma con la sfera tra i piedi in Sud America si è messo in evidenza per delle cavalcate da paura. A Napoli il presidente Aurelio De Laurentiis ha deciso che si deve chiamare Duvan (il suo nome di battesimo), e non Zapata. Così è scritto sulla maglia, e così tutti i tesserati sono obbligati a chiamarlo. Il ragazzo non ha capito bene il motivo, ma di sicuro la cosa lo diverte, anche perché senza interprete non capisce granché di cosa gli si dice.
Non ama ballare, né ascoltare la musica a tutto volume. Preferisce uscire sempre in compagnia perché non capisce cosa la gente gli dice, in particolare i tifosi, e vuole farselo spiegare per imparare l’italiano. Per ora prevale la sua timidezza, ma sotto di essa c’è un carattere ambizioso e sicuro di sé. Si diverte coi videogiochi, e quando li acquista si sincera che sia presente la lingua spagnola. Uno dei suoi preferiti, dice chi lo conosce, è quello con protagonista un semi-dio greco, che un po’ gli somiglia. Non a caso, mentre in patria lo chiamavano ‘Perla Nera‘, in Italia i suoi primi amici lo hanno ribattezzato ‘Kratos‘, per una certa somiglianza col personaggio. Lui di strada ne ha tanta da fare, ma è sicuro di una cosa: il vero vice Higuain del Napoli vuole essere lui. A proposito, chi pensava che a gennaio potesse tornare a casa, si sbagliava: Benitez lo ha già confermato.
Fonte: Giovanni Scotto per Calciomercato.com
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