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Finale di Coppa Italia, arrestati Genny ‘a Carogna e altri 4 ultrà. L’accusa parla di guerriglia urbana

Le indagini sui fatti violenti in occasione della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli all’Olimpico, continuano. E la giornata di ieri segna un risultato importante. Le Digos delle Questure di Roma e Napoli hanno dato esecuzione a cinque provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti ultras del Napoli, fra i quali Gennaro De Tommaso, detto “Genny la carogna”. Era a cavallo della recinzione della curva nord, dove erano i tifosi del Napoli, a svolgere il suo ruolo da leader, a orchestrare la regia dei momenti in cui la partita non iniziava e lui chiedeva a nome della curva un colloquio con Hamsik per capire. A questo proposito la relazione del gip chiarirebbe anche che Genny parlò solo con il capitano del Napoli e non con le Forze dell’Ordine, sgonfiando il caso della presunta trattativa.
L’ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta dei pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio della Procura della Repubblica della Capitale. Oltre a Gennaro De Tommaso (arresti domiciliari) ha raggiunto Genny Filacchione, Salvatore Lopresti, Mauro Alfieri e Massimiliano Mantice: per questi quattro c’è l’obbligo di firma. Il gip Rosaria Monaco descrive De Tommaso come il leader di un gruppo paramilitare che ricorda i modi della guerriglia urbana.Fuori dallo stadio. Alcune ore prima dell’incontro di calcio un gruppo di circa cento tifosi napoletani si è concentrato in Piazza Mazzini, zona limitrofa a quella destinata al transito dei tifosi della Fiorentina diretti verso lo stadio: gli inquirenti hanno ricostruito, dal travisamento e dall’assetto di alcuni di loro, che l’intenzione era quella di aggredire i sostenitori viola. Durante il percorso di avvicinamento allo stadio gli ultrà napoletani si sono resi responsabili di diversi episodi violenti.
La Digos di Napoli è stata decisiva per individuare, alla visione delle immagini della Scientifica, Filacchione, Lopresti e Alfieri. Diverso il discorso per Mantice, di cui esistono filmati che lo vedono comparire della guerriglia a Tor di Quinto, non con un ruolo attivo: arrivò sul luogo una volta venuto a conoscenza dei fatti, per soccorrere Ciro.

Dentro lo stadio. Il secondo episodio è quello all’interno dell’Olimpico, quando De Tommaso, indossando una maglietta recante le scritte “Speziale libero” e “libertà per gli ultras”, si posiziona insieme a Mantice sulla vetrata divisoria fra la curva ed il campo creando una «concreta situazione di pericolo per l’ordine pubblico che si è ripercossa anche sull’inizio della competizione sportiva». Per questo i due erano già stati daspati. I reati contestati per tutti sono lancio di materiale pericoloso ed invasione di campo, per i primi quattro anche la resistenza a pubblico ufficiale, mentre solo a Genny la carogna è stato contestato anche l’aver violato il “divieto di striscioni e cartelli incitanti alla violenza o recanti ingiurie o minacce”.

Fonte: Corriere dello Sport
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