Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di SKY Sport:
“Continuiamo a lavorare, siamo in un momento delicato come quello della programmazione e dell’organizzazione. Dobbiamo prestare molta attenzione a tutto”.
Quanto ha pesato nel processo decisionale il fatto che la Bundesliga abbia ricominciato a giocare?
“Ci siamo sempre affidati alla UEFA e sapevamo benissimo che non potevamo rimanere estranei alla ripartenza. In Francia si sono fermati, noi andiamo avanti e ha influito molto la nostra determinazione”.
Può farci una fotografia della situazione del calcio italiano dopo che si è deciso di ripartire?
“Il calcio ne esce in maniera rafforzata, l’incontro con il ministro Spadafora è stato molto positivo. Ci siamo tolti un peso che portavamo dentro da molto tempo. Abbiamo dialogato costantemente e ci sono stati anche molti confronti interni. Adesso serve responsabilità, e anche un pizzico di fortuna”.
C’è stato un momento dove ha pensato che non si potesse ripartire?
“Sì, la preoccupazione è stata molto forte. Abbiamo vissuto giorni di grande difficoltà e complessità, convivendo anche con mecenatismo e cialtronismo. Più di una volta ho pensato al peggio ma ogni momento duro abbiamo avuto sempre la consapevolezza che il calcio italiano dovesse ripartire”.
Come ha vissuto l’ultimo periodo?
“Sicuramente è stato un momento complicato, non solo per me ma per tutto il calcio italiano e tutto il Paese. Ho capito tante cose in questo periodo, anche come accantonare la negatività. Il periodo ha messo a nudo la vulnerabilità del nostro essere. Ho capito su chi posso contare e su chi no”.
Sta pensando a un nuovo format per accorciare la prossima stagione?
“Se il campionato ripartirà il 12 settembre cercheremo di mettere varie partite anche intorno a Natale, in modo da terminare tutto in tempi giusti. L’auspicio è che si possa riprendere nel migliore dei modi e che possa andare tutto liscio, altrimenti potremmo pensare a un nuovo format”.
Il calcio era diventato una questione politica?
“Non penso, voglio escluderlo. Sarebbe gravissimo il contrario. Mi dispiacerebbe per il calcio italiano, uno dei riferimenti del nostro sport, che merita grande rispetto. Spero, in maniera ottimistica, che tutto quello che c’è stato in questo momento di difficoltà sia stato solo di natura tecnica. Altre ragioni sarebbero da censurare”.
L’emergenza resta e i rischi anche. Il percorso adesso è ancora difficile? Quali sono i piani B e C, con playoff e cristallizzazione della classifica?
“Il nostro piano B è molto chiaro ed è contenuto all’interno di una delibera di Consiglio Federale che prevede in caso di nuova momentanea sospensione del campionato di far ricorso ai playoff e ai playout, per far sì che ci siano risultati legati al merito sportivo. Nel caso in cui la Serie A dovesse subire una sospensione definitiva utilizzeremo un algoritmo, legato ai risultati ottenuti sul campo, in modo che si arrivi alla definizione di questo campionato. Ci sarà la cristallizzazione della classifica e sarà comunque utilizzato anche l’algoritmo”.
C’è un problema 30 giugno per le scadenze di prestiti e contratti. Cosa sta facendo la FIGC?
“Il tema è delicato, la FIFA ha dato indicazioni alle quali ci siamo attenuti. Cerchiamo di trovare un accordo con l’Associazione Italiana Calciatori per prorogare tutto fino alla fine della stagione, fissata per il 31 agosto”.
Qual è la situazione del calcio femminile?
“La A e la B maschili hanno già la data, la C ancora no ma ci arriveremo e ne parleremo nel Cponsiglio Federale dell’8 giugno. Spero che il campionato di Serie A femminile possa terminare, sarebbe giusto. Forse si potrà ripartire dai primi di luglio e chiudere la stagione”.
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